Quando amore è manipolazione

Da Sessuologiacagliari @DessiAntonio
Ci sono uomini, ma anche tante donne così come scrivono anche alcuni miei colleghi psico-blogger su Tiscali che sono incapaci di amare e che nella relazione con l’altro non possono fare a meno di usare la manipolazione affettiva come modalità pervasiva nel contatto con l’altro/a.  La manipolazione dell’altro e della relazione è il pane quotidiano di questa tipologia di persone, che anche se spesso inconsapevolmente, ha lo scopo di distruggere, di annientare l’altro/a, ora amato, ora odiato, ora ammirato, ora invidiato. Nell’entrare in relazione con questa tipologia di persone, che non basterebbe chiamarle solo narcisisti, perché da un punto di vista clinico spesso hanno tratti borderline, istrionici, antisociali e paranoici si entra nel mondo di una relazione d’amore perversa, al limite della tortura. Nel dialogo con loro si ha spesso la sensazione una volta di parlare con un gattino che fa le fusa, altre volte si ha la sensazione di parlare con un boia che vuole decapitare le teste. E’ la dualità di queste personalità quella che in un certo senso “confonde” le prede d’amore, che si ancorano alla parte più buona, ma che è sempre e comunque manipolatrice e incapace di amore. Queste persone hanno un alta considerazione di sé e ovviamente scelgono per loro stessi/e chi li/le ama e tendono in ogni modo a tenerlo/le  in pugno. Sicuramente non per costruire una storia d’amore, ma trarne un vantaggio, in termini di sicurezza e di base sicura (vedi in archivio i miei articoli sull’attaccamento) Se è vero che spesso le vittime agiscono con il massimo sforzo per ottenere il minimo delle briciole d’amore, è vero che il manipolatore o la manipolatrice agiscono con il minimo sforzo per ottenere il massimo vantaggio. Sono inconsapevoli perlopiù. Agiscono con molta naturalezza e senza fretta, anzi, sarà proprio la preda a consegnarsi ogni volta alle sue mani, perché anche la più banale delle mosse, come per esempio quella del silenzio, non serve ad altro che stabilire l’asimetria della relazione (chi ha il potere, chi no). E chi ama spesso non ha potere in queste relazioni. Questo succede spesso perché la preda è stata toccata su un nodo profondo che ha a che fare con la sua vita affettiva e non ha strumenti per poter gestire “il vecchio” che ancora vive nel presente. Nella preda spesso si assiste ad una vera e propria scissione, la mente può sapere che tutto quello che sta succedendo è nocivo per la propria salute e per il proprio equilibrio, che la vita personale si sta prosciugando, che si hanno meno energie per il lavoro e per lo studio, che non si frequentano più spesso familiari e amici. L’amore è diventato totalizzante, come una droga nei confronti del/della proprio/a aguzzino/a. La scissione è un aspetto molto interessante anche nei racconti che la preda d’amore fa: un giorno lui o lei è amorevole, un giorno è un boia. Questo confonde totalmente anche chi sta vicino alla persona e sente i suoi racconti, pensiamo agli amici, che nel vortice dell’ambivalenza non capiscono più cosa sta succedendo alla persona cara. Spesso, se non sono amici che amano davvero, si allontanano. L’effetto di queste relazioni è spaventoso, proprio perché si diventa lospecchio del narcisista, e la preda d’amore non comprende che tutto è finalizzato ad un utilizzo egoistico dell’amore incondizionato della preda, e la speranza che provino un senso di colpa per quello che stanno facendo in realtà è impossibile perché non hanno occhi per vedere l’altro. Con questo intendo che, non riuscendo a vedere sé stessi, perché non sanno chi sono, non possono sviluppare una capacità empatica nei confronti dell’altro, e se gli viene richiesta,scimmiottano, solo perché hanno paura di perdere il loro giocattolino. La tenerezza è un’arma per nutrirsi della vittima, sino a svuotarla. Sono tanti e tante, le donne e gli uomini, che sono rimasti/e imbrigliati nella rete di una relazione così disfunzionali. Eppure, per ciò che ho potuto sentire, nonostante il riconoscere che la relazione è tossica rimangono appesi. Nonostante depressione, disforia, attacchi di panico, disturbi alimentari ecc…. Credo che una delle maggiori difficoltà sia proprio nella capacità di centrare su se stessi l’analisi sulla situazione, ma con il tempo mi sono reso conto che questo non basta, perché le persone sentivano comunque che qualcosa rimaneva appeso, rimaneva legato. E in questo caso, facendo tesoro degli insegnamenti della Telfener sulla forme di addio, ognuno ha il suo modo di esprimerlo. Trovare il centro non basta a risolvere una relazione di quel tipo, ma va rotto il gioco perverso che il narcisista ha messo su per tenere imbrigliata l’altra persona, (e spesso è la promessa d’amore) e questo ha sempre a che fare con un nodo molto profondo della preda (il narcisista spesso non lo sa) e che esprime emozioni di rabbia, di dolore. E’ per questo che queste relazioni finiscono sempre con dolore, con rabbia, perché non sono legami di bontà. I/le manipolatori/trici scimmiottano l’amore, fanno finta di amare, sono in grado di dire di voler bene, possono persino parlare che un giorno ci sarà un matrimonio, un viaggio assieme. Ma la regola è sempre la stessa: ad ogni finta carezza sussegue un colpo di martello che spaccherà il cuore. Più carezze ci saranno, più colpi si prenderanno. L’obiettivo del narcisista è tenere in qualsiasi modo vicino la preda d’amore. E la preda dev’essere disposta davvero a vedere di tutto: altro che le 6 frustate finali in cinquanta sfumature di grigio… E allora la domanda più semplice da porsi è questa: Cosa sto amando di lui/lei? Perché il rifiuto, il maltrattamento, la manipolazione e il raggiro divengono qualcosa da amare? La situazione peggiore e il campanello di allarme aumenta di volume quando si sente di non avere più scelta, persino quando si dice: “Ho incontrato lui/lei nella mia vita e ora non posso tornare indietro“. Sembrano le maledizioni del cielo, ma non è così. Lui/lei è solo una persona molto danneggiata che si è incontrata nella propria vita. Si può andare avanti invece. Il manipolatore non è mai autentico e se lo vedeste in faccia per quello che realmente è fuggireste a gambe levate. Ma comprendo, dai racconti che sento, che questo processo avviene solo dopo un po’. Dietro la trappola c’è sempre unricatto affettivo a volte molto impercettibile, e una minaccia, costruita ad hoc proprio sul vostro tema più dolente. Se avevate paura degli schiaffi di vostra madre, probabilmente il vostro manipolatore ha intercettato questa paura e la usa contro di voi spaventandovi o minacciandovi di lasciarvi se continuate a confrontarlo o chiedergli/le tutto ciò di cui voi avreste bisogno per poter sopravvivere. Scordatevi che il manipolatore si attribuisca una colpa, e quando lo fa è solo per fini egoistici, per esempio tenervi lontani per un po’. Non ci sarà mai un discorso profondo di riconoscimento di quanto può avervi ferito/e. La colpa sarà prevalentemente vostra, sia nei vostri difetti, e quelle più difficili da scardinare sono proprio quelle che fanno diventare i pregi una colpa. Perché se sapete amare, probabilmente questo diventerà una colpa del fatto che il vostro rapporto non andrà bene. Un occhio di riguardo allelusinghe. Queste sono sempre finalizzate ad ottenere qualcosa da voi, a mantenervi vicino, e a farvi ingerire un boccone amaro. Perché non dimenticate che siete il giocattolo preferito del narcisista.  A questo ricordate tutte le volte che invece vi ha denigrato senza chiedervi mai scusa. Il narcisista non ha capacità di integrare, ma è un bambino capriccioso e arrabbiato che non si impegna, che vede 1000 giochi e non ne sceglie nemmeno uno. Questo il suo triste destino. Un aspetto molto importante per le prede d’amore è quello di riconoscere di vivere all’interno di una relazione che crea sofferenza, e che ci si sta nutrendo di quello. Decidete quante scorpacciate volete ancora farvene, ma prima o poi dovrete fare i conti con le forze che saranno sempre meno, e con la vostra vita che sta diventando un deserto.

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