Quando dietro ad una pistola c’è solo vigliaccheria…

Creato il 31 agosto 2011 da Yourpluscommunication

Tutto si confonde tra la polvere da sparo e le notizie d’agenzia che vomitano bollettini di guerra.

Le urla dei padri e delle madri, le sirene di troppe ambulanze che non arrivano mai con qualcuno da salvare, ma solo con corpi già freddi e inanimati.

Tutto si confonde: le voci fuori tempo di chi governa e quelle inutili delle opposizioni.

Fiumi d’inchiostro di chi, come noi, deve scrivere non solo di una criminalità che in alcuni casi (vedi Roma) è tornata “spicciola” e violenta ma deve raccontare di una tendenza che cresce e si sviluppa.

Una tendenza, che non riguarda l’ultimo paio di occhiali griffati o l’ultima hit musicale, l’argomento che adesso tira tra i muretti, le piazze e i tavolini dei bar (non solo quelli malfamati) sono le armi, le pistole.

Da usare. Per creare potere.

Per crearsi personalità.

Per risolvere problemi.

Tutti i problemi, anche quelli di un banale diverbio da circolazione stradale.

La sopraffazione fredda, spietata, senza rimorso, quella per mille euro, per gelosia di una donna, per un sorpasso.

Non è solo criminalità ciò che muove questi tempi verso il baratro.

E’ il senso di emulazione, è un tempo vuoto di pensieri e parole, pieno di miti sbagliati e soluzioni falsamente facili.

E’ un tempo che non si ferma solo con le pattuglie della polizia o dei carabinieri, che sono sempre troppo poche. E’ un tempo che mischia, pericolosamente, valori giusti con impugnature di pistole che niente hanno a che fare con la parola stessa.

L’onore non è qualcosa che compri al mercatino della violenza.

L’onore di cui tutti parlano e per cui alcuni scellerati sparano è solo la faccia presentabile della vigliaccheria.

Roma non è il far west, Roma è figlia di decenni di lassismo legalitario.

Tutti sono colpevoli, tutti sono compromessi dentro a questo gioco perverso che crea tendenze pericolose. E se questa moda del grilletto facile prenderà piede non ci saranno partiti, né istituzioni che tengano.

Si ritornerà a vivere col terrore di uscire di casa e di essere vittime e non solo spettatori.

Curare questa malattia, che sembra essere contagiosa, non è solo compito di chi governa, è compito di tutti noi in ogni contesto.

Non tutto è giustificabile sempre con la crisi economica. E’ qualcosa di più profondo, che non deve concedere alibi a chi si presta a questi giochi.

La criminalità, più o meno organizzata, è solo la parte più evidente del problema e, per assurdo, la più risolvibile.

Ma è quando la modalità del mirare per sparare arriva a toccare le menti di gente normale che il livello di guardia deve alzarsi, e di molto.

Non è puntando freddo ferro che si accresce il proprio valore e non si difende nessun tipo d’onore sparando al petto di una persona.

A te che quando indossi il passamontagna e infili la pistola nel giubbetto, ti sembra di gestire il cielo e la terra;
a te che quando senti l’adrenalina scorrere mentre stai sparando a una persona indifesa pensi al tuo onore salvato;
a te, che mentre stai scappando sul tuo scooter pensi di averla fatta franca,

io ti dico:


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