Quei paesi allora faceva parte del territorio dell'Unione Sovietica, e i cittadini baltici misero in atto quella grande manifestazione di volontà popolare per attirare l'attenzione del mondo sulla loro lotta per l'indipendenza. Il muro di Berlino sarebbe caduto solo un paio di mesi dopo.
E la lotta per la libertà dei paesi baltici dovette durare ben più a lungo, perché come stati dell'Unione Sovietica, la loro indipendenza comportava implicazioni politiche ben più gravi per il regime sovietico.
Alle ore 19 per una quindicina di minuti le mani di due milioni di cittadini baltici si strinsero, e formarono una catena che unì le città di Vilnius, Ukmergė, Panevėžys, e attraversando l'autostrada chiamata via Baltica raggiunse in Lettonia Bauska, Riga, Ainaži, fino poi a collegare l'Estonia a Parnu e Tallin.
Era la singing revolution dei paesi baltici, che si riprendevano con coraggio e pazienza la libertà a loro negata per cinquant'anni.
La commemorazione dell'anniversario della Baltijas ceļš a Riga lunedi scorso, di fronte al monumento della Libertà (foto da Diena.lv)