L'archivio di Gotti Tedeschi: da Alfano a Tremonti, così si concordavano le leggi. L'allora numero uno dello Ior era il punto di snodo. Migliaia di mail (di Carlo Bonini - Repubblica)
IL TESTAMENTO BIOLOGICO - Domenica 6 febbraio 2011, Alfredo Mantovano, già viceministro del Pdl, scrive al Presidente dello Ior: "Caro Ettore, perdonami, ma sulla questione del testamento biologico vi è necessità che dalla Cei vi sia qualche segnale". Mantovano ha intenzione di coinvolgere direttamente il Presidente della Conferenza Episcopale, il cardinale Angelo Bagnasco, sottoponendogli una lunga nota che consenta alla maggioranza, sulla base delle indicazioni della Santa Sede, di intervenire su alcune delle norme cruciali del disegno di legge sul "testamento biologico". Nonché di risolvere un problema interno alle due anime del Pdl. Per questo motivo, chiede a Gotti di aiutarlo. "Ettore, perdonami se ti tormento. Ho abbozzato la nota per il cardinal Bagnasco. Ti chiedo una valutazione non tanto sulle considerazioni tecniche, di cui sono abbastanza sicuro, e che sono molto simili a quelle che a suo tempo lasciai al cardinal Bertone e da lui poi ritenute fondate, quanto sulla lettera che le precede. Un caro saluto in Domino".
La lettera e la nota per Bagnasco (un articolato normativo del disegno di legge con indicate in grassetto le norme da correggere) vengono inviate da Mantovano con il placet dell'allora Presidente dello Ior. Si legge nella missiva: "Eminenza reverendissima, il testo sul testamento biologico approvato dalla Commissione Affari sociali della Camera ha subito incisivi cambiamenti in pejus. Nell'appunto che segue accenno alle ragioni per le quali tali cambiamenti sono a mio avviso fortemente negativi e rischiano di trasformare una debole legge a tutela del fine vita in una legge sostanzialmente eutanasica". Ma c'è di più. "Ho provato a porre le obiezioni che seguono al capogruppo del mio partito alla Camera. Mi è stato detto però che quelle modifiche sono state concordate con soggetto autorevole delegato dalla Conferenza Episcopale e che, poiché le ragioni per le quali si sta provando ad approvare la legge è di venire incontro alle esigenze del mondo cattolico italiano, è strano che io critichi le modifiche stesse, quasi a voler essere pretestuosamente "più papista del Papa". Sono convinto che ci si trovi di fronte a un equivoco che è necessario risolvere".
COSÌ RISOLVIAMO L'ICI - Seria quanto e più del testamento biologico, appare dalla corrispondenza dell'archivio Gotti la questione del pagamento dell'Ici da parte degli Enti ecclesiastici. Ma, anche in questo caso, come documenta una nota riservata trasmessa nell'ottobre 2011 dall'allora Presidente dello Ior sia a Papa Benedetto per il tramite di monsignor Georg Ganswein, sia all'allora Segretario di Stato Tarcisio Bertone, un aiuto importante arriva dall'allora ministro del Tesoro Tremonti. Gotti lo indica quale "suggeritore" delle alternative che si pongono alla Santa Sede. "Nel 2010 - scrive Gotti - la Commissione Europea ha avviato una procedura contro l'Italia per aiuti di Stato non accettabili alla Chiesa Cattolica. Detta procedura evidenzia oggi un rischio di condanna per l'Italia e una conseguente imposizione di recupero delle imposte non pagate (dal Vaticano, ndr) dal 2005. Dette imposte deve pagarle lo Stato Italiano che si rivarrà sulla Cei (si suppone). Ci sono tre strade percorribili: 1) Abolire le agevolazioni Ici (Tremonti non lo farà mai); 2) Difendere la normativa passata e calcolare l'aiuto di Stato dato (non è sostenibile); 3) Modificare la vecchia norma contestata dalla Commissione Europea, con una nuova norma che definisca una categoria per gli edifici religiosi e crei un criterio di classificazione della natura commerciale. La Cei accetta la nuova procedura e questo fa decadere le richieste pregresse (2005-2011) della Comunità Europea. Il tempo è limitato. Ci viene suggerito di accelerare un tavolo di discussione. L'interlocutore all'interno del Ministero delle Finanze è Enrico Martino (nipote del card. Martino)".
ALFANO, PASSERA, LEI - Gli interlocutori di Gotti sono regolarmente figure di vertice e di Potere. Come le questioni che con loro affronta. In una mail del 16 dicembre 2011 il Presidente dello Ior rassegna ad Angelino Alfano le tre raccomandazioni che devono accompagnare la riflessione sull'appoggio del Pdl al governo Monti: "1. Cosa deve preoccuparci. 2 Come mettere sotto osservazione in modo politico e logico l'azione del governo tecnico. 3) Anticipare al governo tecnico quale modello è stato loro conferito". Qualche mese prima, il 24 settembre, sollecita invece Corrado Passera di Banca Intesa per la questione del dissesto del san Raffaele, cui la banca ha sospeso gli affidamenti. "Tu sai quanto ci teniamo al rilancio del san Raffaele - lo rassicura il banchiere - Siamo più che disponibili a supportare un piano serio come quello che sicuramente ci presenterete". Mentre l'11 marzo di quello stesso anno, una mail all'allora Segretario di Stato Bertone invita il cardinale ad occuparsi della nomina di Lorenza Lei a direttore generale della Rai. "Mi risulta che la nomina possa trovare ostacoli. Per due ragioni. 1) La dottoressa Lei avrebbe sussurrato di aver ricevuto assicurazioni che il cardinal Bertone ha ricevuto assicurazioni da Berlusconi sulla sua nomina e questo avrebbe provocato una certa opposizione interna ed esterna. 2) Risulta che la Lega voglia contare e avere un proprio direttore generale. Mi parrebbe dunque che per sostenere detta candidatura sia indispensabile interloquire con la Lega. Sono a sua disposizione".