Esistono estimatori e amanti della letteratura femminile, studiosi anche. Esiste una letteratura femminile fatta da donne che parlano di cose, ma anche una letteratura femminile fatta da donne che raccontano di donne. Nell’ultimo mese ho letto un paio di libri interessanti, a questo riguardo: “Jezabel” e “Un certo tipo di intimità”.
Il primo racconta di una madre superficiale, vanesia e narcisista, tanto ammalata di se stessa da sembrare quasi – a tratti – teneramente innocente. L’aspetto seducente è che sembra Irène Némirovsky (l’autrice) abbia segretamente narrato della madre e del rapporto che aveva con lei: ho sempre avvertito un interesse particolare per gli effetti deleteri o morbosi di alcuni rapporti madre-figlia. Dimanica primigenia, inconfessabile lotta per il primato di femmina generazionale.
Il secondo, opera prima di Jenn Ashworth, è quasi insopportabile da leggere: Annie, la protagonista, è talmente odiosa e malata che viene l’istinto di abbandonare il libro, andare a scovarla per il mondo e prenderla a schiaffi. Impossibilitati a farlo, si è costretti a finirlo, in un modo o nell’altro, ammettendo che la Ashworth ha costruito molto bene il profilo psicologico di questa stalker obesa, mostrandoci una volta di più quanto il disturbo mentale ed emotivo si nasconda spesso dietro un’apparente e rispettabile normalità.
Il pericolo della porta accanto. Il peggiore.
P.S. La foto in alto è un omaggio alle Fashion Blogger pneumatiche: io mi vesto di libri. Questo è il primo outfit della mia stagione autunno-inverno 2010-2011