Quando il nuovo proprietario de "La7" assicurava: la linea politica non cambierà

Creato il 10 giugno 2013 da Tafanus

Ricordo come fosse ieri la conferenza stampa di Urbano Cairo, ex ed attuale sodale di Berlusconi, editore di giornaletti di gossip, proprietario del Torino Calcio, rilasciata all'indomani dell'acquisto (per conto terzi?) della rete ex Telecom. Un impegno preciso: "Non cambieremo la linea editoriale".
La linea editoriale - che non era granchè, visto che La7 è stata fra i king-makers del grillismo, è cambiata, eccome... In peggio. A cominciare dalla condiuttrice. Alessandra Sardoni, da quando è stata nominata "Presidente della Stampa Parlamentare", deve aver fatto una grossa confusione sul suo ruolo. Non "conduce" più il dibattito fra giornalisti, politici, ed opinionisti vari, ma vorrebbe condurre addirittura il pensiero e le opinioni degli opinionisti. Insomma possono parlare senza essere imterrotti, ma solo se il loro pensiero riflette quello della Sardoni. Altrimenti sono botte, interruzioni, sovrapposizioni di voci, cambio in corsa dell'interlocutore. E quando tutto ciò non basta, ecco arrivare, provvidenziale, lo stacco pubblicitario.
Pensavo che la Sardoni avesse raggiunto il fondo. Invece stamattina, dopo apposito "scavo" di una buchetta nel parquest dello studio di Omnibus, è riuscita nell'impresa di scendere ancora più in basso. Il parterre del giorno (mi spiace di non aver afferrato bene tutti i nomi) era così costituito:
la Sardoni, nella sua funzione non già di dispensatrice di domande e tempi d'intervento, ma di dispensatrice del verbo; poi il mitico Zurlo, vicedirettore del "Geniale" di Berlusconi; poi Panella (quello canuto) opinionista-principe del "Foglietto"; poi un giornalista del "Fatto Quotidiano" (nome sconosciuto e dimenticato) presentato dalla Sardoni come "esperto di grillismo"; poi una giornalista (tale Mauro) con sterzo che tirava a destra, dello Huffington Post di sora Lucia Annunziata (quella che quando parla della sinistra ha sempre l'aria schifata); quindi uno sconosciuto "politologo" mai visto, che si è affrettato a spiegare che il calo dell'affluenza a Roma non era un fatto fisiologico - come è noto da quando esistono i ballottaggi - ai secondi turni. No, era dovuto allo scarso appeal dei due candidati, Alemanno e Marino. Di Alemanno è riuscito a dire che è stato uno dei peggiori sindaci. Ma non ha graziato Marino (che pure si è candidato senza rete di protezione, DOPO essersi dimesso da senatore). I politici? tutti uguali, tutti la stessa merda.
Per esprimere un pensiero di così elevato profilo e di cotanta profondità, bastava invitare il mio barista, o il mio barbiere. Avrebbe detto esattamente le stesse cose.
Poi però la Sardoni, memore del fatto che anche la sinistra avrebbe avuto titolo a dire la sua, ha invitato uno "'de sinistra, che più 'de sinistra non si può": tale Claudio Velardi, una volta dalemiano e persino - absit iniuria verbis - bassoliniano. Poi amministratore delegato del Riformista. Infine, dato che persino il Riformista gli sembrava spostato eccessivamente a sinistra, ha creato con tale Rondolino (ex ghost-writer di D'Alema, ma da anni folgorato sulla via di Arcore, ed editorialista del "Geniale") un giornale online dagli scarsi accessi, ma dal titolo roboante: The Frontpage

Ma, con la sua squisita imparzialità, la Sardoni non ha trascurato di far vedere un titolo de l'Unità. Solo il titolo, però, quello che basta e avanza per tratteggiare le frizioni in atto nel PD, e la fine della tregua fra Renzi e Letta. La Sardoni si è però guardata bene dal citare almeno dieci righe per far capire CHI abbia rotto la tregua, e PERCHE'. Guai a spiegare al volgo che Renzi ha già iniziato, per il congresso PD e la nomina del futuro segretario, la stessa, squallida campagna diffamatoria che aveva usato, con scarso successo, alle primarie. Una campagna diffamatoria nei confronti degli organismi dirigenti del suo partito (suo?), che pure aveva riunito l'assemblea nazionale per cambiare una sola regoletta: quella che serviva per rendere Renzi candidabile. Sappiamo come è finita.  Questo il titolo mostrato dalla Sardoni:

Non una sola parola sul testo interno, su chi rompe cosa e perchè... Niente di tutto questo. L'importante è far passare il messaggio che "la tregua non regge". Ovviamo noi, riportando almeno l'incipit dell'articolo:

Dopo il pranzo «pacificatore» di sabato, il sindaco di Firenze torna a pungere il premier: «Enrico è bravo, io non sarei capace di governare con Brunetta».

"...Sono i passaggi sul governo, più che quelli sul partito, a essere guardati con maggior attenzione nel Pd. Le uscite di Matteo Renzi contro il percorso indicato da Enrico Letta per le riforme istituzionali, l’insistere con quel «o fa le cose o va a casa», quello stesso dire al premier «poveretto deve governare con Brunetta e Schifani, io non ne sarei capace», ecco, questi e anche altri passaggi hanno fatto scattare l’allarme ai piani alti del Pd. Il timore è che il sindaco di Firenze si prepari a scalare il partito per poi, da segretario, lavorare per un’accelerazione verso nuove elezioni, che sia o meno giunto a termine il percorso delle riforme istituzionali..."

Ecco, come scolpì Formica negli anni del craxismo declinante: "...la politica è fatica, sudore e merda...". Oggi, sotto il regno di Urbano Cairo e di Alessandra Sardoni, l'ultimo ingrediente (la merda) sta assumendo ne "La7" un ruolo nettamente predominante. E se ne sente l'odore anche a a televisore spento...

Tafanus


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