Quando il "populista autocertificato" Massimo Giletti insegna l'etica agli altri

Creato il 10 febbraio 2015 da Tafanus
...Un libro che vola per terra, minacce di querele, un duello verbale durissimo. Lo scontro tra Massimo Giletti e Mario Capanna domenica all'Arena su RaiUno, col giornalista che in un gesto di rabbia scaglia il libro di Mario Perrotta sull'ex leader di Democrazia Proletaria, invitato a dare conto del suo vitalizio, diventa un caso politico. Mentre su Twitter impazzano i commenti, il segretario della commissione di vigilanza Rai, Michele Anzaldi (Pd) chiede conto della rissa al direttore generale della Rai Luigi Gubitosi. Si attendono sviluppi. Speriamo che il gesto idiota di Giletti sia compensato da una risposta intelligente di Gubitosi...


Massimo Giletti e la renzina Alessandra "Ladylike" Moretti

Da non credere. Quando uno che si autodefinisce "conduttore di una trasmissione populista", dall'alto del suo stipendiuccio da 410.000 €, contesta a Mario Capanna i suoi 5.000 € mensili di vitalizio... e lo fa da autentico cafone... Ecco cosa scrive sulla vicenda Sebastiano Messina, su Repubblica di oggi:

Massimo Giletti: il populista delle domeniche in TV

Ci mancava solo l'arruffapopolo della domenica, per completare il catalogo dei tribuni catodici. Adesso l'abbiamo trovato: è Massimo Giletti, il bel tenebroso dei giorni di festa, protagonista di una metamorfosi da antologia. Solo l'altro ieri conduceva "Beato tra le donne", annunciava "Il lotto alle otto" e ci augurava "Buon Natale con Frate Indovino". Ma adesso è un altro uomo, un altro conduttore. È Il tribuno della plebe che duella a suon di insulti con Mario Capanna e getta a terra il libro dell'ospite. Dopo avergli scandito che quel libro, "sa cosa le dico, lo leggerò in un certo posto!".
Giletti non è un volto nuovo - rimbalza da una rete all'altra da più di vent'anni - ma fino a qualche tempo fa apparteneva alla nutrita categoria dei personaggi che riescono ad attraversare il video senza lasciare traccia. Poi, improvvisamente, la trasformazione. Che avviene la domenica pomeriggio su RaiUno, in un programma da lui stesso inventato: "L'arena". È qui, che dopo aver provato a rastrellare audience con il delitto di Avetrana e il video porno di Belen Rodriguez, lui ha scoperto la sua vera vocazione: diventare un teletribuno.

E così ha rubato a Beppe Grillo la lista dei privilegi della Kasta e s'è lanciato in una coraggiosa operazione di sfondamento di porte aperte, solleticando all'ora del caffè la già sensibilissima indignazione dell'italiano medio: contro i falsi invalidi, contro i comunali assenteisti, contro i forestali del Sud. E contro i politici.
Ma non quelli in carica (meglio evitare: sono troppo potenti). Quelli in pensione. È proprio nel nome di questa coraggiosa battaglia, che domenica il bel tenebroso Giletti ha sfidato l'ex capopopolo sessantottino Mario Capanna, chiamandolo a spiegare perché non vuole rinunciare nemmeno in parte al vitalizio di 5000 euro che riceve dallo Stato come ex parlamentare. E quando Capanna - difendendo la sua impopolarissima condizione - lo ha accusato di far "rincoglionire" i telespettatori, Giletti ha indossato la toga del tribuno del popolo. L'ha accusato di essere un ladro ( "Voi rubate i soldi a chi è onesto"). Ha chiamato in causa i minatori ( "che sono pieni di silicosi mentre voi portate a casa cinquemila euro"). E ci ha rivelato - credendoci - che lui lavora "per la gente come Isabella, che si alzava alle quattro per andare a lavorare ed è morta d'infarto". (... e noi, disinformati, che eravamo convinti che lavorasse per i 410.000 euri all'anno che la TV di Stato - sezione spazzatura! Invece no. Giletti lavorava per Isabella!... NdR)
Cosa non si farebbe, al giorno d'oggi, per un punto di share...
Sebastiano Messina

...ma si sa... Sebastiano Messina non bisogna prenderlo sul serio... Sebastiano è uno schierato, mica uno di quelli abituati a galleggiare lasciandosi trasportare in favore di corrente...Sentite cosa scriveva, sempre Messina, esattamente quattro anni fa:


Nel suo spazio a "Domenica In" (chiamato misteriosamente "L'arena": forse perché le gradinate somigliano a quelle dei cinema all'aperto) Massimo Giletti ha sollevato un caso spinoso che - ci ha avvertito inarcando il sopracciglio - "farà molto discutere". Il caso era quello della cantante Emma, in corsa per Sanremo, che quel pomeriggio aveva partecipato alla manifestazione di piazza del Popolo. Dimostrando, secondo Giletti, "un grande coraggio". Perché "quella era una manifestazione di un certo tipo, che andava in una certa direzione". Vedi cosa fa fare la modestia. L' intrepido Giletti non si rendeva neanche conto che a una donna non serve una grande audacia per andare in piazza contro un premier accusato di prostituzione minorile. E' per farle il processo a "L'arena", che davvero ci vuole coraggio.

Sebastiano Messina 15/02/2011
Il Bello della diretta
Ed ecco, per la gioia dei cultori del "gilettismo" (l'arte di dire cose assolutamente banalone facendo andare su e giù le ciglione in stile "Martelli de' tempi belli", uno stralcio dell'intervista pubblicata oggi su repubblica/politica:

Giletti, è preoccupato?
"Sono sereno perché conosco l'intelligenza di chi sarà chiamato a valutare il caso".
Non le sembra di aver esagerato?
"Il gesto può essere criticabile, mi sono scusato con Capanna e mi scuso col pubblico, però di quella giornata non ricordo il lancio del libro ma le lacrime di una ragazza, fuori dallo studio, che mi ha detto: "Grazie per quello che fa per noi". Rispetto il libro, ma era privo di contenuto se non c'erano le risposte sui privilegi dei politici" (...rispetta il libro talmente tanto, che lo ha lanciato sprezzantemente per terra... Se non lo avesse "rispettato" così tanto, probabile che lo avrebbe ficcato in golla a Mario Capanna, prima o subito dopo avergli dato del ladro... NdR)
Veramente Capanna era suo ospite, e ha risposto.
"Lo rispetto, infatti, ci ha messo la faccia e continuo a rispettarlo anche se la penso in modo totalmente diverso da lui. Peccato però. Difendeva i diritti degli operai e non ha capito che oggi c'è un ulteriore scontro, i ragazzi non avranno più la pensione".
Il confronto è giusto, ci mancherebbe: ma far volare il libro in quel modo è solo un volgare gesto di stizza.
"Per me quel libro era stracciato nelle "non risposte", e comunque Capanna ha detto che non va pagato il canone per uno come me che "coglioneggia". I politici non sono normali pensionati".
Però il libro poteva semplicemente restituirglielo, senza tirarlo.
"Va bene, è stato un gesto poco piacevole, ma mi si può accusare di tutto tranne di vendere "coglionate" al pubblico. Sa cosa mi dispiace?"
"L'Arena fa un'inchiesta che dura cinque mesi sui piloti che prendono le pensioni d'oro, e anziché essere valutati su questo, sono giudicato sul lancio del libro. Un programma con 4 milioni e mezzo di spettatori a quell'ora, la domenica fa un risultato straordinario: la gente lo segue".
Nei mesi il programma è cambiato, ha alzato i toni.
"È vero, ma non faccio varietà. Non dimentico di essere nato a "Mixer" con Giovanni Minoli".
Lei si è trasformato in tribuno: accusa, aizza. Non trova che sia demagogico?
"Se vuol dire essere dalla parte del popolo sono populista, ma la demagogia no, guardi, non mi appartiene. Dico sempre che senza la politica non c'è democrazia, che i buoni politici salveranno questo paese. M'interessa solo scoperchiare certe situazioni. Le faccio un esempio, ci siamo occupati dello scandalo di Agrigento e martedì la gente è scesa in piazza: qualcosa vuol dire".
Un maligno potrebbe dire che ora sogna la prima serata.
"Non sono io che decido. Sono a disposizione dell'azienda, capisco che la Rai, che con uno come me incassa milioni di pubblicità in quella collocazione difficile, deve pensare a come si muove. Ognuno ha le proprie ambizioni, a me piace fare bene il mio lavoro" [...]

Anche a noi, Giletti, piace fare bene il nostro lavoro. E nel concetto di "far bene il nostro lavoro" c'è anche il dovere etico di chiamare maleducati i maleducati, e populisti i populisti. NdR

Ma andiamo avanti. Entriamo nel merito. Dato che il populismo "anti-casta" è roba che tira, Giletti, da buon "Indignato Speciale", chiama ladro Mario Capanna, lancia sprezzantemente per terra un libro su Capanna (in favore di telecamera)...e sapete perchè? Perchè Mario Capanna prende un vitalizio, a termini di legge, di 5.000 euro al mese (non sappiamo se lordi o netti). Soldi rubati? Non credo. Capanna non è (ce ne sono, ce ne sono...) di quelli che lasciavano il parlamento dopo due anni, sei mesi e un giorno, per andare a fare i pensionati.

Narrano le cronache che Mario Capanna abbia fattoil Consigliere Regionale per 5 anni, il Consigliere Comunale per un anno, l'europarlamentare per 5 anni, il deputato nazionale per dieci anni. Fatto il conticino? siamo ad un totale di 21 anni. Forse è più scandaloso prendere un vitalizio di 2500 euro al mese dopo 4 anni, sei mesi e un giorno di attività parlamentare, vero?

E' comunque dare del ladro a chi - come tutti - i soldi non li ruba dal portafogli di Giletti, ma li prende - certamente da privilegiato - nel rispetto delle vigenti leggi, non è la cosa più intelligente che si possa fare. Vero, Giletti?

Giletti, dato che a lei piace fare il fustigatore di costumi (altrui), non ci parlerebbew della fulminante carriera politica di Ladylike Moretti, alla quale sembra che lei sia legato da "affettuosa amicizia"? Non ci parlerebbe, con toni da Savonarola, dell'immoralità della politica, che consente a qualcuno di entrare in Parlamento col listino bloccato di Bersani, e poi di fiondarsi in braccio a Renzi? O di qualcuno che chiede i voti popolare per andare in Europa, e neanche un anno dopo, tradendo il mandato popolare, si dimette per candidarsi sotto l'egida di Renzi (non di Bersani) alla Presidenza della Regione Veneto?

Giletti, ci aspettiamo che lei, da conduttore/fustigatore tutto d'un pezzo, dedichi una delle prossime trasmissioni al trasformismo in politica, invitando come ospite d'onore Alessandra Ladylike Moretti, e magari tirandole in faccia un bel tomo di Etica della Politica, o un bel Trattato su Trasformismo. Potrebbe anche farsi preparare da un esperto uno specchietto su quale sia calcolato il vitalizio che prenderà Ladylike quando smetterà di fare politica, magari con dieci anni e mezzo di attività, in luogo dei 21 anni di Mario Capanna. Ci contiamo.

Massimo Giletti: colui che lavora gratis per l'operaia Isabella e per noi

Chi ha avuto la sventura di assistere a questo sconcio di trasmissione, assicira di aver ricavato l'impressione che Giletti sia una specie di missionario che fa del volontariato per il bene dell'Operaia Isabella, mio e vostro. Senonchè noi siamo curiosi, e abbiamo scovato una recente intervista rilasciata da Massimo Giletti in Savonarola a Piero Degli Antoni del "Quotidiano.net", nella quale dichiarava di guadagnare 412.000 euro all'anno. Soldi pubblici, lavorando alla RAI. Ottocento milioni all'anno del vecchio conio. Circa quattro milioni di lire per ogni giorno feriale. Non sembra che Massimo Giletti abbia mai accusato Massimo Giletti di essere un ladro. Devo verificare.

Ma c'è in fondato sospetto che quello sia solo lo stipendio ufficiale... Apprendiamo da una nota dell'ANSA del 23 Luglio 2008 che Massimo Giletti in Savonarola si era dimesso (non sappiamo se spontaneamente o spintaneamente) dall'Ordine dei Giornalisti, in seguito al "quarto procedimento disciplinare per commistione tra attività giornalistica e pubblicità": Massimo Giletti si dimette dall'Ordine dei giornalisti (ANSA del 23/07/2008)
Massimo Giletti si è dimesso dall'Ordine dei giornalisti. Lo annuncia l'Ordine del Piemonte, dove lui era iscritto, e che ha accolto le sue dimissioni archiviando così il procedimento disciplinare che lo vedeva incolpato di violazione delle norme sul divieto di commistione tra informazione giornalistica e pubblicità.

"È una scelta quella di Giletti - commenta il presidente dell'Ordine del Piemonte Sergio Miravalle - che attesta la consapevolezza dell'incompatibilità tra attività giornalistica e pubblicità". È la conclusione - spiega una nota dell'Ordine - di una vicenda che aveva già visto Giletti sottoposto, sempre per la stessa violazione sulla pubblicità, a tre sanzioni disciplinari nel 1998, nel 2005 e nel 2006, rispettivamente a dodici, due e poi ancora dodici mesi di sospensione. Il nuovo procedimento riguardava lo spot del pollo Amadori nell'ambito di Domenica In su Rai Uno.

"Nel corso dell'audizione di Giletti - sottolinea inoltre il presidente Miravalle - è stata rilevata l'esistenza di una sorta di 'obbligo contrattualè imposto dalla Sipra, la concessionaria di pubblicità Rai a prestare volto e immagine a favore di clienti pubblicitari, ricevendone un compenso" [...]


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