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Quando il principe Umberto sciava a Roccaraso

Creato il 18 dicembre 2010 da Marinam

Umberto sciatore a Roccaraso

In questi ultimi giorni la costa Adriatica è stata sommersa dalla neve con i conseguenti disagi di una zona che di nevicate ne vede (per fortuna) ben poche. Il caso ha voluto che proprio nel mezzo di una bufera di neve (si insomma una bufera secondo i miei metri di valutazione) mi arrivasse la mail di Ugo Del Castello, un lettore del sito residente a Roccaraso.  Appassionato di sci e di storia del suo territorio, il signor Del Castello ha scritto vari libri e nell’ultimo, dedicato al centenario dell’attività sciistica di Roccaraso, c’è questa bella storia.  

Verso la metà degli anni settanta la signora Giacinta, napoletana, moglie di Gianni Scapagnini, si recò in visita a Madrid. Erano con lei alcuni amici, tra i quali il Principe Tommaso Leonetti e la moglie Laura che frequentavano il Principe di Piemonte e la consorte Maria Josè ai tempi della loro permanenza a Napoli. Nella capitale spagnola incontrarono il Principe di Sirignano, chiamato amichevolmente Pupetto, animatore di ambienti mondani e grande frequentatore di luoghi rinomati per il turismo di d’élite. Questi organizzò una cena presso un circolo tennis locale per far incontrare Umberto di Savoia, che si trovava in quei giorni a Madrid, con gli amici napoletani di un tempo. Durante le presentazioni ognuno ricordò al Re il proprio status e i momenti felici trascorsi insieme con lui negli anni Trenta a Napoli. La signora Scapagnini, non potendo vantare titoli nobiliari, si trovò un po’ in imbarazzo. Quando giunse il suo turno, sapendo che il marito sciava spesso con il Re sulle nevi roccolane, disse semplicemente: “sono Giacinta Vicinanza, moglie di Gianni Scapagnini” e mentre stava per aggiungere “colui che a Roccaraso l’accompagnava a sciare insieme agli altri amici napoletani”, fu bloccata da un caloroso abbraccio del Re, che la strinse per alcuni istanti. Tanta l’emozione che tutti i presenti notarono alcune lacrime sul volto del Re che commosso aggiunse: “Roccaraso… Gianni, Mario, Emilio…” e così via fino a pronunciare molti dei nomi di coloro con i quali si incontrava nella sua “montagna di Napoli”. 

Umberto verso la slittovia

Il principe di Piemonte in slitta con gli amici di Roccaraso verso le cime innevate

Si accomodarono e durante la cena, oltre alla nostalgia per il periodo napoletano, l’argomento che il Re trattò con maggior passione fu il ricordo di Roccaraso. Raccontò delle liete giornate trascorse sulla neve ed in paese; parlò dell’albergo Savoia e delle serate trascorse a parlare di sci, confrontandosi, scherzando, sulle capacità tecniche di ognuno; parlò delle gare di fondo e di salto alle quali aveva assistito. Anche il ricordo di donne leggiadre che frequentavano Roccaraso riempì quei discorsi. La signora Giacinta ricorda il pensiero del Re verso i roccolani, sempre premurosi e affettuosi nei suoi confronti. Umberto, ricordando alcuni dei momenti più belli della sua vita fra divertimento e fatica sportiva, disse: “Roccaraso la porto nel cuore”. Un nome quella sera venne evocato più volte: la Selletta. Il culmine della montagna per raggiungere l’Aremogna. Il culmine della fatica. Una fatica che rendeva esausti, ma felici. E quel rifugio, posto a quota 1.650, su una distesa incontaminata ed accecante di neve, sovrastato da un incomparabile manto azzurro, non era un miraggio.

Insomma, se si volesse trovare a Roccaraso, in quegli anni pionieristici, un punto di sintesi tra lo sci e l’attività turistica, non può non essere che la figura di Umberto di Savoia a sancirlo. Con la sua costante presenza riuscì a far appassionare a queste nevi, prima nobili e persone facoltose, poi semplici sciatori. E’ stata questa la ragione che il 31 marzo 2003 ha spinto il Consiglio Comunale di Roccaraso a conferire al Re d’Italia, Umberto II, la Cittadinanza Onoraria alla Memoria.

 da “Roccaraso, due solchi sulla neve lunghi 100’anni” di Ugo Dal Castello, Paolo De Siena editore, Pescara. 2010

Ringrazio infinitamente Ugo Dal Castello che mi ha gentilmente inviato il testo tratto dal suo libro e le due preziose foto che vede qui sopra.


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