I percorsi che non mirano alla messainscena offrono un’opportunità dell'approfondimento e della ricerca sulle implicazioni formative e trasformative del teatro. La dipendenza dai ruoli sociali e dalle aspettative ad essi collegati spesso impedisce agli individui di entrare in contatto con se stessi e gli altri, di vivere l'autodeterminazione e di essere autentici. Poiché il teatro è un gioco di ruoli che considera sempre le zone d'ombra, che si occupa di un ipotetico "altro da sé", esso mette in discussione i ruoli quotidiani e si propone come campo di sperimentazione per una comunicazione autentica. Osservare l'altro, osservare se stessi, vedere nell'essere visti non solo è costitutivo della situazione teatrale bensì determina ogni tipo di relazione sociale, terapeutica e d’apprendimento.
Come percorso di sperimentazione, la scatola teatrale offre quindi l’opportunità di vivere più storie, più personaggi, e quindi di sperimentare attraverso l’immedesimazione differenti ruoli e differenti risorse. Già Konstantin Stanislavskij1 sostiene che l’attore può rivivere solo le sue emozioni personali. Si può intuire ed entrare in una situazione e agire come il personaggio. Questa azione creatrice rievocherà nell’attore delle esperienze analoghe a quella della parte. L’idea non è quella di “recitare” enfaticamente, al contrario, egli esorta a starne attenti. “Non rinunciare mai al tuo IO. Se lo fai ti perdi…Per quanto tu reciti, devi sempre, senza eccezione, ricorrere ai tuoi sentimenti personali. Trasgredire questa legge equivale, per l’attore, a uccidere il personaggio, privarlo del vivo spirito umano…” Ecco che il verbo recitare viene sostituito con il verbo interpretare.
Interpretare solo se stessi nelle varie combinazioni di problemi e di ricordi emotivi sono gli ingredienti per la creazione interiore. Quindi “l’arte e la tecnica interiore dell’attore devono essere educate a capire per quale via naturale egli può scoprire i germi delle qualità e dei difetti umani che ha dentro di sé e sviluppare di volta in volta quelli più adatti alla parte che deve interpretare”. E’ dunque dalla combinazione dei ricordi e delle emozioni dell’attore che nasce l’animo del personaggio.
Inoltre il teatro del novecento, partendo dalla tecnica della decostruzione, sembra avvicinarsi molto alle teorie costruttiviste dell’ambito pedagogico. Decostruire per ricostruire la rappresentazione scenica senza partire da un dato di fatto, ma attraverso l’evolversi degli eventi e delle situazioni che fanno parte dell’improvvisazione stessa.
Il teatro diventa quindi metafora del percorso esperienziale che si nutre del vissuto della persona e che attraverso le sue azioni e le sue relazioni, costruisce ed inventa la scena.
Attraverso questo tipo di esperienza si conosce ma non per concetti, non cognitivisticamente.
Il protagonista assoluto di questo tipo di teatro non è il copione, ma il corpo con i suoi tanti interruttori invisibili che si accendono e si spengono in ogni momento della nostra vita, insieme ad emozioni e ad una varietà infinita di stati d'animo che si alternano in una coreografia senza fine.
Attraverso esperienze sensoriali che hanno come fine quello di ampliare la consapevolezza di sé e del rapporto con altri, si ricerca una relazione diversa con la vita, un punto di vista più confortevole, che implichi anche il riso.
E’ ridendo che si mobilitano fasce muscolari profonde, il cervello viene distratto dalla sua attività ed emozioni e pensieri negativi perdono di potere. La ricerca corporea si evolve in coreografie spontanee che presuppongono un buon contatto con se stessi, lo spazio, gli altri.
In questa sorta di “danza” il movimento diventa libero e gioioso per stimolare la fluidità del corpo e della mente, per muoversi da libertà a libertà e per fare emergere il riso e il sorriso che affiora dal profondo. Il corpo prende il posto della parola per comunicare, suggerendone il senso o lo stato d'animo dell'interprete, sviluppandone le potenzialità corporee in quanto conoscenza e consapevolezza di se, delle proprie energie drammatiche e spirituali, elevandole a segno d'arte. In un contesto formativo, la didattica teatrale è utilizzata come approccio per vivere un’esperienza d’apprendimento che va di là della teoria. Lo scopo, infatti, è quello di guidare il proprio apprendimento (imparare ad imparare).
Quest’insegnamento di tipo organico che avviene attraverso la sensomotorietà ha come fine la conoscenza di se, si differenzia dall’apprendimento accademico che costituisce la base di qualunque modo di imparare2. Nell’apprendimento accademico, che avvenga a scuola, nella formazione o in una professione, i contenuti da apprendere sono stabiliti dalla società: vengono formate le capacità di astrazione e di analisi. Nell’apprendimento organico si tratta di sperimentare le connessioni (funzionali) e l’uso adeguato di se stessi basandosi direttamente sull’esperienza diretta del corpo in una situazione. Per esempio attraverso esercizi che assomigliano a vere e proprie esplorazioni del corpo, Feldenkrais guida le persone alla conoscenza di se, utilizzando movimenti lenti e vigili. Queste esperienze da lui denominate di “Consapevolezza attraverso il movimento”, vengono solitamente sviluppate a contatto con il pavimento in uno stato di rilassamento. Lo scopo è quello di aumentare la consapevolezza e di migliorare le risposte del corpo nelle situazioni della vita quotidiana. Imparando a regolare la propria respirazione, si possono gestire meglio le situazioni stress o utilizzare in modo adeguato la propria voce; organizzando meglio tutto il corpo si può migliorare la postura, il modo di camminare e di muoversi nel mondo.
Questo tipo di apprendimento precede quello accademico ed è una peculiarità del bambino piccolo anche se è a disposizione dell’uomo per tutta la vita. Passo per passo i movimenti, i pensieri e le sensazioni apparentemente casuali si integrano quasi da soli in azioni mirate, sinergiche e infine complesse. Questo tipo d’apprendimento prende in considerazione l’unione di corpo, pensieri, sensazioni ed emozioni, partendo dall’estremo più semplice cioè dall’esperienza che avviene stimolando il corpo.