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Quando il voto “libero e cosciente” diventa un’atto esecrabile.

Creato il 17 marzo 2013 da Cibal @CiroBalzano26

Quando il voto “libero e cosciente” diventa un’atto esecrabile.

E così anche il Senato si rinnova. Infatti dopo la scelta della vendoliana Laura Boldrini alla Camera dei Deputati, al Senato è stato eletto Pietro Grasso con 138 voti favorevoli, al 4° scrutinio, . Battuta la concorrenza dell’ex presidente del Senato, Renato Schifani presentato dal PDL, che ha ottenuto 117 voti.
Subito dopo l’esito delle votazioni dei senatori è cominciata la caccia a chi, volontariamente o non, ha contribuito all’elezione di Pietro Grasso del PD, che con i soli voti del Partito Democratico non avrebbe potuto ottenere i voti necessari alla sua elezione. I seggi presieduti dai senatori del PD sono 123, un numero evidentemente inferiore alle reali preferenze ottenute dall’ex magistrato. Ad onor di cronaca le schede bianche sono state 52 mentre quelle nulle solo 7.

La mia attenzione , però, si è subito indirizzata verso un comunicato alquanto strambo, apparso sul blog ormai più famoso d’Italia.

Ecco che nella pagina principale, un altro dei mille toccanti sermoni spunta firmato come sempre da Beppe Grillo.
All’interno emergono parole di irritazione e di accusa verso il voto “segreto” che , a suo dire, non trova un senso nel momento in cui ci si richiama alla trasparenza, quella presente nello statuto di fondazione e di adesione al movimento penta – stellato.
Dal suo punto di vista , il generale barbuto, avrebbe preferito un rifiuto ai dogmi politici sanciti da una votazione che non era espressione delle volontà grilline, e quindi consiglia\obbliga i senatori tutti a dichiarare il loro voto.
Questo ovviamente rientra nei metodi più volte esternati con veemenza dal direttivo del Movimento, antidemocratici e verbalmente violenti.
Ora, quello che tutti si domandano, è : “Ma capisce Grillo che , nel momento in cui quei pochi senatori Grillini non avessero preso una posizione precisa a favore di Grasso, questo avrebbe comportato la ri- elezione del lombrico Schifani?

Infatti, dalla base, si alza il coro dello sdegno verso chi ha pubblicato questo “comunicato”, nato per difendere la trasparenza in spregio alla democrazia. I commenti aspri e decisi non si risparmiano nei confronti della militarizzazione parlamentare professata dal comunicato. Questo evidenzia come la democrazia, utilizzata come bandiera nella campagna elettorale del Movimento, ora gli si stia ritorcendo contro e probabilmente sta accadendo ciò che evidentemente non era nelle intenzioni primordiali del Movimento, cioè  un allontanamento radicale della base elettiva del Movimento. Se davvero si profilasse una situazione simile, il baratro non sarebbe poi così tanto un miraggio e la strategia del Movimento alle camere, cioè il non schierarsi, risulterebbe essere una mossa non solo sbagliata, ma soprattutto quella più devastante, praticamente una mossa suicida.

Ecco il “comunicato” in questione :

“Nella votazione di oggi per la presidenza del Senato è mancata la trasparenza. Il voto segreto non ha senso, l’eletto deve rispondere delle sue azioni ai cittadini con un voto palese. Se questo è vero in generale, per il MoVimento 5 Stelle, che fa della trasparenza uno dei suoi punti cardinali, vale ancora di più. Per questo vorrei che i senatori del M5S dichiarino il loro voto.Nel “Codice di comportamento eletti MoVimento 5 Stelle in Parlamento” sottoscritto liberamente da tutti i candidati, al punto Trasparenza è citato:- Votazioni in aula decise a maggioranza dei parlamentari del M5S.Se qualcuno si fosse sottratto a questo obbligo ha mentito agli elettori, spero ne tragga le dovute conseguenze.”     

Cibal



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