Sabato, sono passato davanti alla libreria in via Pia, qui a Savona, e mi sono sentito in colpa.
Mi sono fermato e sono entrato. Credo, ma non vorrei esagerare, che fosse quasi un anno che non varcavo la soglia di una libreria. Intanto sto leggendo “Franz Kafka – I Capolavori”, e mi attendono:
Joseph Konrad – I Capolavori;
Irène Némirovskj – Suite francese;
Camilla Läckberg – La Principessa di ghiaccio;
Tutti ebook.
Ho acquistato “Canada” di Richard Ford. È la prima opera di questo autore, amico di Raymond Carver. C’è sempre una strana tensione quando si affronta per la prima volta la lettura di un autore inedito. Esiste il timore che non scocchi la celeberrima scintilla. È capitato spesso.
Che cosa diavolo scatta, che invece a volte non succede? Il gusto: come se fosse semplice definire che cosa sia.
Il proprio passato.
I libri che si sono letti.
La cultura che abbiamo costruito.
Forse i libri che si sono letti. Immagino che alla fine sia difficile discostarsi troppo da certi sguardi. L’occhio di Tolstoj, Dickens, Carver, quanto incide nel nostro modo di osservare, e poi di leggere?
Altra domanda: non si tratta forse di un limite?
Non m’importa. Può darsi che certe letture limitino, pazienza. Quindi non riesci più a sganciarti da uno stile, un tono. Un ritmo. E di fatto non fai altro che seguire quel ritmo. Lo cerchi e inizi a ballare solo quando finalmente lo trovi.
Chissà se Richard Ford…