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Quando l’amicizia si nutre da sola

Creato il 11 luglio 2014 da Mamma In Oriente

La conobbi in palestra a Bologna. Io mi ero trasferita lì da poco lasciando un lavoro, un paese che mai avrei pensato di lasciare e la casa dei miei genitori. Avevo 22 anni e vivevo in un piccolo e vecchio appartamento insieme a tre studentesse. Io l’unica lavoratrice. Casa, lavoro e nient’altro. Avevo tutta una vita e una rete sociale da ricostruire. All’epoca ero timidissima e, dopo il tempo trascorso in ufficio, la nostra piccola cucina, la TV accesa ed un caffè d’orzo sorseggiato insieme erano il mio ambiente protetto dal quale non uscivo mai pur capendo che la mia nuova vita non poteva essere solo quello. Mi costrinsi ad iscrivermi ad una palestra vicino a casa ed iniziai a seguire qualche corso serale. Poco dopo, una sera, ero negli spogliatoi per la doccia insieme, come sempre, ad altre sconosciute e, non so nemmeno io come e perché, iniziai a parlare con una di loro. Occhi grandi e verde smeraldo ed una cascata di riccioli rossicci. Quasi coetanee e con lo stesso nome. Io davvero non so come fu possibile, ma dopo un’ora eravamo ancora lì sulle panche dure dello spogliatoio e prima che la palestra chiudesse ci eravamo già raccontate cose molto private della nostra vita come se fossimo amiche di vecchia data. Soprattutto di quelle relazioni sentimentali complicate che ci eravamo trovate a vivere, la mia appena conclusasi, la sua ancora in corso. Ci salutammo scambiandoci un foglietto con il nostro numero di telefono, con la promessa di vederci a breve per una birra e due chiacchiere. Sarebbe dovuto accadere nella stessa settimana perché quella dopo lei si sarebbe trasferita definitivamente a Roma per poter vivere vicina al suo compagno.

Ci vedemmo e la sensazione di conoscerci da sempre rimase invariata. Parlammo tutta la sera fitto fitto scoprendo tante cose in comune e raccontandoci tutta la nostra vita. La serata finì e noi ci salutammo con la promessa che non ci saremmo perse di vista nonostante il suo trasferimento. Credo che nessuna delle due, quella sera di 20 anni fa, immaginò che quella che pareva assurdo chiamare amicizia date le 5 ore di conoscenza e frequentazione, si sarebbe invece trasformata in un sentimento vero e sincero che sarebbe cresciuto fino a trasformare il nostro in un rapporto di amicizia duraturo e stabile. Venti anni sono passati e credo 8 siano state le volte che ci siamo viste nel corso degli anni. Sono stata a trovarla a Roma dopo qualche tempo che si era trasferita, io ancora single, lei sempre più ingabbiata in quella relazione. Sono tornata ancora con il mio fidanzato di allora, conoscendo anche il suo e capendo che lui non la meritava affatto. E’ tornata lei a trovarmi a Bologna dopo aver finalmente chiuso quella relazione così pesante che l’aveva costretta a rimettere in discussione tutta la sua vita. Poi tanti anni fatti solo di lunghe telefonate raccontandoci relazioni finite e nuovi incontri, traguardi lavorativi raggiunti e obiettivi. La nostra vita andava avanti e, pur lontane, non ci siamo mai perse di vista. Una vita stranamente in parallelo la nostra, di solito io sempre un passo avanti a lei come se quell’anno anagrafico in più mi portasse a vivere le stesse esperienze in anticipo. Io iniziavo una storia importante e poco dopo anche per lei era così. La mia storia finiva e terminava anche la sua. Io riuscii a comprarmi un appartamento tutto mio e poco dopo anche lei riusciva a fare questo stesso passo importante. Poco dopo una nuova storia per entrambe. Poi un giorno mi telefonò e mi disse: “questa volta ti precedo: fra pochi mesi mi sposo e tu non puoi mancare!”. Il mio matrimonio era già fissato per 5 mesi dopo. Vivevo da qualche mese in Cina, ma feci di tutto per esserci e mi commossi in Chiesa davanti alle loro promesse. Ancora una volta la nostra vita procedeva di pari passo. Dopo tante peregrinazioni sentimentali, ci eravamo sposate entrambe nell’arco di pochi mesi, nello stesso anno. Ci rivedemmo ancora al mio matrimonio e poi un anno e mezzo dopo, io già con Carlo Alberto di 8 mesi, lei agli ultimi mesi di gravidanza. Anche il primo figlio avuto a meno di un anno di distanza. Poi i mie aborti ed uno anche lei. Lei per prima ebbe la seconda bimba e, a due mesi di distanza, io ebbi Diego.

Una vita sempre in parallelo.

Negli ultimi tempi, per la prima volta, ci eravamo un po’ perse. Non la vedevo da 6 anni ed il nostro ultimo scambio di mail risaliva a più di un anno fa. A maggio, ho approfittato del giorno del suo compleanno per prendermi finalmente un po’ di tempo per scriverle una lunga e.mail per raccontarle il mio ultimo anno. Sentivo che non dovevo far passare altro tempo. Immediata la sua risposta con un racconto che mi ha tolto il respiro. A Febbraio all’improvviso, un medicinale che stava prendendo da tempo per curare una bronchite, le ha fatto allergia, provocandole uno shock anafilattico subito dopo averlo ingerito. E’ viva per miracolo, grazie alla presenza casuale di suo marito in casa e all’ambulanza che si trovava ancor più casualmente a duecento metri da casa. Lei è convinta di aver lasciato il suo corpo per alcuni momenti, ricorda di essersi guardata da fuori. Ho risposto dopo qualche giorno perchè dovevo metabolizzare la cosa, proponendole di prenderci un weekend tutto per noi al mio ritorno in Italia. Ha accettato subito dicendomi che ne aveva proprio bisogno anche lei. Lei ha trovato un’offerta in un piccolo hotel nelle colline d’Urbino con centro benessere e ristorante annesso e così ci siamo organizzate per lasciare i bimbi. Era per entrambe la prima volta. Prendersi 36 ore per stare con un’amica. E di nuovo, è stato come se ci fossimo viste il giorno prima. La stessa confidenza di sempre, l’affetto immutato. A causa dei rari autobus di una domenica d’estate ci siamo fatte 3 ore di attese per percorrere pochi chilometri, ma non ce ne siamo nemmeno accorte. 36 ore di parlare ininterrotto, relax nel piccolo e intimo centro benessere, una cena buonissima, una bella dormita e poi ancora chiacchiere. Abbiamo fatto giusto una passeggiata ad Urbino mentre aspettavamo l’autobus.

Quando l’amicizia si nutre da sola
Non avevamo bisogno di niente altro e saremmo potute essere ovunque perché l’importante era stare insieme.

Non so perché persone che si frequentano per anni e con cui si coltivano pezzi di vita possano a volte sparire nel nulla, mentre amicizie fatte di pochi incontri possano durare una vita. Certo forse sono più rare, ma quando si incontrano dobbiamo ritenerci fortunati. Sono amicizie a cui basta un incontro e poche ore passate insieme per diventare profonde e solide. Sono amicizie che si nutrono da sole e sembrano non aver bisogno di essere coltivate. Ed io mi sento immensamente fortunata ad avere un’anima gemella che anche se lontana mi è sempre vicina.

Quando l’amicizia si nutre da sola

Quando l’amicizia si nutre da sola


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