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Quando la carota vinse il bastone. Il 12 ottobre a Torino.

Creato il 19 ottobre 2012 da Andcontr @andcontr

Questo articolo è stato pubblicato su dailystorm.it/.

In centinaia hanno popolato le strade del capoluogo piemontese formando un colorato corteo che ha sfilato per il centro città. Imponente schieramento di forze di polizia a dispetto della natura pacifica della protesta. Gli studenti hanno saputo rispondere a tono alle dichiarazioni del Ministro Profumo, quelle sulla carota e sul bastone.

Quando la carota vinse il bastone. Il 12 ottobre a Torino.

«Credo veramente che il Paese dobbiamo un po’ allenarlo, dobbiamo usare un po’ di bastone e un po’ di carota, qualche volta dobbiamo utilizzare un po’ di più il bastone e un po’ meno la carota, altre volte viceversa ma non troppa carota». Queste le parole del Ministro dell’Istruzione Francesco Profumo all’inizio  della settimana scorsa.

Gli studenti scesi in piazza venerdì 12 ottobre a Torino hanno voluto rispondere a tono ad una dichiarazione che aveva destato scalpore, anche se in realtà non riferita al bastone usato dalla polizia contro gli studenti solo pochi giorni prima, durante le manifestazioni del 5 ottobre. Proprio nel capoluogo torinese si erano verificati gli scontri più violenti, con decine di fermati e alcuni ragazzi portati al pronto soccorso per ferite di varia entità. Così, dopo una sola settimana dai fatti ecco studenti e professori manifestare con una nuova arma in mano, mai vista prima in un corteo studentesco: la carota. Per essere precisi, diversi chili di carote, lanciate e infilzate nel portone della sede torinese del MIUR da dietro uno striscione dedicato al ministro: “Profumo re di bastoni”. Questa la fotografia dell’atmosfera quasi goliardica nella quale si è svolta la marcia del comparto scuola che ha attraversato tutto il centro del capoluogo piemontese per tutta la mattinata.

Quando la carota vinse il bastone. Il 12 ottobre a Torino.

Oltre ai sempre presenti collettivi universitari, alla manifestazione si sono uniti studenti medi di tutta Torino e anche molte sono state le delegazioni di licei e istituti della Provincia. Interi cortei improvvisati sono partiti dalle stazioni di Porta Nuova e Porta Susa verso il punto di ritrovo in piazza Arbarello. Striscioni e bandiere i segni distintivi che aiutavano a distinguere le varie anime del corteo.

Le ragioni della protesta erano diverse e sono state spiegate lungo il cammino con diverse tappe di fronte agli edifici che hanno potere di decisione sul futuro degli studenti. Dopo la sopracitata sosta davanti al MIUR, si è optato per la sede della Regione Piemonte in Piazza Castello, che con le sue politiche ha praticamente annullato le borse studio universitarie, fino davanti alla Provincia. Qua l’azione più significativa del corteo: l’affissione di uno striscione di fronte al portone, che richiamava alle colpe dell’amministrazione Saitta riguardo al degrado dell’edilizia scolastica. È ancora vivido a Torino il disastro del Liceo Darwin che aveva causato la morte di un ragazzo, Vito Scafidi, a causa del crollo di un controsoffitto.

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Quando la carota vinse il bastone. Il 12 ottobre a Torino.
Un corteo colorato, pieno di giovani e meno giovani, vista anche la partecipazione di molti professori e maestri precari che si sono uniti agli studenti. Reduci dal “concorsone, hanno voluto dimostrare il loro appoggio agli studenti, prendendo parola durante il corteo e ricordando i miseri stipendi e i concorsi farsa.

Un coro di assenso, non del tutto inaspettato, è anche arrivato dalla città stessa. Decine i cittadini hanno applaudito al passaggio del corteo tra le vie di Torino in risposta ai ragazzi che incitavano gli spettatori con il coro “scendi giù, scendi giù, manifesta pure tu!”. Alcune persone fermate si sono espresse a favore delle ragioni degli studenti e hanno duramente attaccato gli episodi di violenza avvenuti non meno di una settimana fa. La manifestazione, dopo aver attraversato tutta la città, si sarebbe dovuta concludere in Piazza Vittorio ma, d’accordo con il prefetto, il percorso è stato prolungato fino sull’altra sponda del Po, davanti alla Gran Madre, dove si è tenuta un’assemblea conclusiva.

Quando la carota vinse il bastone. Il 12 ottobre a Torino.

Durante l’assemblea si è fatto il punto sul percorso che poteva nascere da questa iniziativa e si è provato ad abbozzare un programma, che vede nel 27 ottobre il NO MONTI DAY la prossima uscita. Particolare la spontaneità dell’assemblea, che ha portato sulla piazza un atmosfera alla Occupy Wall Street, nella quale gli studenti a turno si alzavano e prendevano liberamente il microfono, proponendo nuove iniziative nel centro della città.

La parola d’ordine, alla fine, è quella di non limitarsi all’autunno studentesco, di passare oltre, di scavalcare l’inverno, cercando una primavera, unendosi a lavoratori, precari e tutti coloro che sono stati schiacciati dalla crisi, per contribuire ad un cambiamento di questo Paese, che deve partire dai giovani.

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[Le foto originali sono di Andrea Contratto]



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