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Quando la cassiera ti chiede se hai una mail

Creato il 20 marzo 2012 da Giorgiofontana

Quando la cassiera ti chiede se hai una mailLa pila di pacchetti instabili mi sta spazientendo, sono in coda alla cassa e devo entrare in ufficio, il cassiere del supermarket ha la velocità rilassata di un maestro zen al lunedì mattina, ma non è non è lunedì e non è neppure un tempio dove il Tempo si può fermare nella meditazione.
Siamo in pieno martedì poco prima di una giornata frenetica al lavoro e quelli che tengo incautamente in equilibrio sulle dita della mano libera sono le mie provviste di cracker da socialmedia addicted nella pausa pranzo e li devo pagare nel più breve tempo possibile.
Davanti a me le teste azzurre dei pensionati che fanno gli acquisti in anticipo di ore sul mezzodì e a pochi metri il cassiere che sfila lento i codici a barre come una prefica con un rosario consumista.
Guardo l’orologio nel gesto codificato che si fa per comunicare impazienza e fretta, la fretta tipica dello stronzo, lo so.
Ora che sono davanti a te cassiere Zen cosa hai da guardarmi dritto negli occhi?
Mi vuoi impartire una lezione di vita, dicendomi che la gatta frettolosa partorisce gattini ciechi?
Mi vuoi chiedere l’ora per farmi sapere che con la tua coda lunga d’occhio mi hai definito il solito incapace a godersi l’attimo fuggente ?
E alllora perchè mi fai questa domanda, Oibò? “ lei ce l’ha una mail ? “, te lo fatta ripetere perchè mi sembrava di non aver capito, di solito me lo chiedono i miei colleghi, gente che non ha tempo da perdere oppure ne ha talmente tanto da scrivere mail, post e commenti, lanciare ilike,  tuittare e scerare ad ogni momento della giornata meno che in coda al supermercato…
Per un attimo ho capito che si stava sgretolando quella sottile membrana che divide il mondo dell’inutile immateriale, dove persone come me se ne stanno felicemente in una vita preraffaellita e precontemporanea per irrompere nella più lontana delle location senza mail e senza social vita.
Oso contrastare la richiesta con un ” perchè ? “, ” così la teniamo aggiornata sulle nostre offerte, sa, io alla sera uso messenger..“.
Ribatto che non sono di quà, che sono soltanto di passaggio, che siamo tutti di passaggio e che forse nessuno è di quà, chissà da dove veniamo, dove andiamo e perchè.
Poi lo guardo ammirato, mi esce fuori un disincantato “ state facendo fidelizzazione, eh? ” ma lui non mi risponde è già impegnato a fare la stessa domanda alla signora ottantenne che mi segue.
Infilo i pacchetti di cracker e la spremuta di pera nel sacchetto di nylon, saluto come se per me fosse iniziata una nuova era, ho visto di persona i visigoti che abbeverano i loro cavalli nelle fontane di san Pietro, o forse erano i cosacchi, mah?
Cambia tutto, quando una cassiera ti chiede se hai una mail e ti porge un biglietto del formaggio per scrivercela sopra, senza neppure dirti cosa ne sarà del loro uso, della privacy, se ti arriverà una newsletter, un messaggio in chat o l’amicizia in Facebook capisci che il futuro è proprio una membrana sottile tra lo ieri dei cataloghi degli sconti e l’oggi delle apps su Ipad.7


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