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Quando la musa è un'artista: Lee Krasner e Jackson Pollock
Creato il 27 febbraio 2015 da Artesplorando @artesplorandoUna grande donna, artista e musa di una delle personalità più rivoluzionarie della storia dell'arte. Sto parlando di Lee Krasner: sarà lei a guidare e ad introdurre Pollock negli ambienti più interessanti di New York, a presentargli, tra gli altri, personaggi come De Kooning. Il sodalizio tra i due giocherà un ruolo importantissimo nel suo percorso artistico e umano di Pollock: moglie, consigliera, guida per Jackson. Ma partiamo dal principio.Lee Krasner incontrò per la prima volta Jackson Pollock nel 1936, ad una festa organizzata dal sindacato degli artisti. Lee era una ballerina eccellente e fece sfigurare sulla pista l’assai più timido e goffo Pollock, che le calpestava continuamente i piedi. L’amore sbocciò molto più tardi, nel 1942, nel periodo in cui il bielorusso John Graham stava organizzando una mostra collettiva a New York cui avrebbero dovuto partecipare entrambi: Lee fu invitata ad entrare nello studio di Pollock e venne conquistata dalla rivoluzionaria vitalità delle opere del pittore. E come darle torto!
Lee e Jackson avevano un sacco di cose in comune: oltre ad essere due eccellenti pittori d’avanguardia, entrambi erano politicamente attivi a sinistra ma la Krasner, a differenza del marito, disapprovava la politica di Stalin e gli rimproverò sempre di aver nascosto nel suo studio il pittore messicano stalinista integralista Alfaro Siqueiros, quando la polizia di New York lo ricercava per il suo coinvolgimento nell’omicidio di Trotsky a Mexico City.Lee era maggiormente inserita nei gruppi e nelle comunità artistiche più importanti del momento rispetto al marito, che all’epoca era ancora un pittore sconosciuto, inoltre appariva più serena e decisa nella sua trasgressiva vita di artista. Lee infatti non aveva mai paura di dire quello che pensava, posava nuda, beveva e fumava molto, ma senza oltrepassare i limiti del benessere proprio e altrui; Pollock invece appariva sempre a disagio ed era molto introverso (raccontò persino di sentirsi “come un mollusco in una conchiglia”) e, quando era all’apice del proprio malessere, cercava conforto nell’alcool e nel misticismo che scatenavano in lui violenti attacchi di rabbia seguiti da periodi di mutismo.
I due artisti si sposarono il 25 ottobre 1945 e da quel momento la Lee consacrò la sua esistenza alla carriera del marito diventando la sua principale critica d’arte, discutendo con lui e sostenendolo in ogni modo possibile, consentendogli così di coltivare il suo genio e diventare il più importante artista della seconda metà del Novecento. Fu lei a sostenere Pollock sulla strada del successo così come lo aiutò ad uscire, almeno in un primo momento, dal baratro dell’alcolismo e della depressione. Si trattò non soltanto di un atto d’amore di una moglie sinceramente innamorata, ma purtroppo anche di un gesto di "auto-sabotaggio artistico", perché la Krasner mortificò perfino la propria brillante carriera per Pollock.E da qui sicuramente una serie di domande legittime che mi e vi pongo: è giusto che un pittore accantoni il proprio talento per amore di un'altro, considerato più geniale? Fino a che punto l’amore coniugale può giustificare il sacrificio della propria affermazione personale? Chi sarebbe oggi Lee Krasner se non avesse subito la discriminazione di genere? E Pollock sarebbe riuscito a rivoluzionare il mondo dell’arte senza il suo supporto?Una cosa è certa! Non sapremo mai che cosa sarebbe riuscita a fare Lee Krasner se non fosse stata oppressa dalla misoginia dell’epoca e se non si fosse consacrata alla promozione della carriera di Pollock; le sue opere sono comunque straordinarie e merita di essere ricordata per il suo incredibile contributo al mondo dell’arte e per la forza d’animo con cui ha saputo farsi strada in un mondo di soli uomini. Non solo, ha saputo sostenere con il suo amore un grande artista, contribuendo in maniera fondamentale al suo successo!
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