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QUANDO LA NOTTE (Italia,2011) di Cristina Comencini

Creato il 08 settembre 2011 da Kelvin
QUANDO LA NOTTE (Italia,2011) di Cristina ComenciniQUANDO LA NOTTE (Italia,2011) di Cristina ComenciniCi sono film che talvolta ti fanno proprio arrabbiare. Non tanto perchè sono brutti, ma per come potevano essere e come invece sono diventati. Specie se l'imbruttimento è dovuto a logiche commerciali che non vorremmo mai vedere, almeno a una Mostra del cinema. Ecco, Quando la notte, il nuovo lungometraggio di Cristina Comencini, in concorso a Venezia, fa parte di questa categoria. E lo dico con profondo rammarico perchè, proprio il sottoscritto che non ha mai amato troppo questa regista, all'inizio stava quasi per ricredersi, salvo poi...
Andiamo con ordine: Quando la notte è un film che comincia benissimo, si sviluppa benino, e naufraga clamorosamente nel finale. L'inizio è davvero dirompente: l'idea di base è ottima, e si capisce bene che è un tema che alla regista sta molto a cuore, tanto da risultare veramente bello, sconvolgente e 'sentito'.
Si parla della difficoltà di essere madre, della paura di mettere al mondo un figlio e di non ritenersi all'altezza del compito. Una giovane donna (Cristina Pandolfi) si reca in vacanza in un minuscolo paesino di montagna, in compagnia solo del suo bambino. Il marito è lontano, il posto isolato e bellissimo, forse fin troppo incantevole e tranquillo, di un silenzio assordante. La ragazza è caratterialmente fragile e insicura, pur se amorevole e materna. Ma il bimbo è nervoso, irrequieto, respira male e piange in continuazione, a ogni ora del giorno e della notte. La mamma cerca in tutti i modi di calmarlo, con scarsi risultati. E rischiando l'esaurimento nervoso.
Finchè una notte...
QUANDO LA NOTTE (Italia,2011) di Cristina ComenciniSe il racconto proseguisse su questo piano, il film poteva essere un magnifico psico-thriller. E invece ecco che nella seconda parte arriva quello che mai avremmo voluto vedere. La donna (non vi diciamo come e perchè)prende una cotta disperata per un guardiaboschi rude, 'selvaggio', timido e molto problematico (parte che si addice a Filippo Timi come a me quella di James Dean in 'Gioventù  Bruciata'... dispiace per  il 'povero' Timi, attore interessantissimo). Una storia d'amore posticcia, fasulla e assolutamente non credibile, che fa prendere al film una deriva melò da renderlo stucchevole e melenso. E non ci vuole molto a capire che è stata, con ogni probabilità, una scelta imposta dalla produzione per fini esclusivamente commerciali. 
Un vero peccato, perchè un soggetto del genere meritava più rispetto. E poteva venirne fuori una storia di quelle 'universali', che funzionano a tutte le latitudini e che mancano come il pane al nostro cinema. Tutto questo per un pugno di spettatori in più... in nome di una certa ottusità di vedute che, purtroppo, non è prerogativa solo del nostro cinema.
VOTO: **

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