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Quando la patologia si cura con una mano è un anno diverso

Creato il 18 dicembre 2010 da Yourpluscommunication


Quando la patologia si cura con una mano è un anno diverso
Guardando a quello che sta per concludersi, di un anno diverso ce ne sarebbe davvero bisogno. E se fosse un anno diversamente abile sarebbe sicuramente speciale. Un anno unico, esclusivo, indimenticabile e ricco di possibilità, di amore, di sorrisi, di crescite personali, di conquiste. Un anno patologico forse, o magari romanzato come quello che il Teatro Patologico di Roma, diretto da Dario D’Ambrosi, ha tradotto in calendario: “Romanzo Patologico”.

Quando la patologia si cura con una mano è un anno diverso

Trecentosessantacinque giorni divisi in dodici mesi a meno di un euro, roba da pazzi verrebbe da dire. Già, proprio da pazzi pensare che la struttura continua ad ospitare ed aiutare ragazzi affetti da patologie fisiche e psichiche provenienti da tutte le Asl del Lazio senza per questo ricevere un benché minimo supporto. Eppure, la teatro-terapia di Dario D’ambrosi è il punto di riferimento per familiari, specialisti del settore e, per il solo campo teatrale, per tantissime compagnie internazionali. Un vero crimine non utilizzare i fondi a disposizione per supportare una realtà che è in continua crescita. Un crimine che prova ad essere ironizzato proprio dagli scatti fotografici che immortalano i protagonisti di Romanzo Criminale la serie con chi, rispetto a loro, ha abilità diverse ma non meno importanti e neppure peggiori.

Quando la patologia si cura con una mano è un anno diverso

Ma che il mondo fosse pieno di pazzi, D’Ambrosi l’aveva scoperto già a 19 anni quando, unendo la sua passione per il teatro all’interesse per le patologie mentali, ha deciso di trascorrere tre mesi all’ospedale psichiatrico Paolo Pini di Milano scoprendo, non solo il potenziale artistico delle persone malate, ma soprattutto quello terapeutico che il teatro aveva su di loro. Erano gli anni in cui Franco Basaglia cercava di debellare i manicomi(come ideologia sociale) e affermando che «La follia è una condizione umana. In noi la follia esiste ed è presente come lo è la ragione. Il problema è che la società, per dirsi civile, dovrebbe accettare tanto la ragione quanto la follia, invece incarica una scienza, la psichiatria, di tradurre la follia in malattia allo scopo di eliminarla. Il manicomio ha qui la sua ragion d’essere » provava che un altro modo di star vicino alle persone è possibile. Patologico, molto meno del Teatro e dei suoi “residenti”, è come i due principi fondamentali della legge 180 (la prevenzione e la riabilitazione) non vengano presi in considerazione.

Quando la patologia si cura con una mano è un anno diverso
Franco Basaglia

Un vero pazzo D’Ambrosi che, grazie al pubblico, sponsor ufficiale dell’associazione, continua ad investire la sua vita per aiutare ad esprimere chi non può farlo attraverso l’uso della parola e per dare una vera identità ai malati. Pazzi tutti i medici specialistici che lo aiutano a sostenere la crescita personale, la conoscenza e il potenziamento di parti del sé e della personalità. Pazzi i volontari che spendono amore, tempo ed energia con i diversamente abili. E pazzi tutti noi che li sosterremo acquistando il calendario o che, con un versamento (Cariparma Agenzia 245 IBAN: IT51 L062 3033 7300 0000 1682 260), faremo in modo che il prossimo 17 gennaio, le attività della scuola di formazione teatrale “La Magia del Teatro” del Teatro Patologico possano iniziare continuando ad essere possibilità e crescita per più di 100 iscritti. Info: www.teatropatologico.net

«La follia non viene mai ascoltata per ciò che dice o che vorrebbe dire» Franco Basaglia

Marina Angelo

Fonte FarefuturoWebMagazine

LINK AI POST CORRELATI:

http://nottecriminale.wordpress.com/2010/12/09/lamore-per-la-psiche-e-traduzione-di-teatro-patologico/

http://nottecriminale.wordpress.com/2010/12/02/teatro-patologico-quando-la-fiction-incontra-la-solidarieta/

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