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Quando la recensione vien copiando...

Creato il 25 ottobre 2012 da Lauragiussani
Quando la recensione vien copiando...Cari lettori e amici di Sfogliando, quello di oggi è stato davvero un pessimo risveglio.Credo che tutti - specialmente chi lo commette - conoscano il significato del termine plagio: appropriarsi senza permesso di un'idea, un'opinione, un'opera o parte di essa spacciandola per propria.Un vocabolo, questo, con il quale ho già avuto purtroppo a che fare in passato: anni fa, quando mi dilettavo a scrivere fanfiction, mi è capitato più e più volte di trovare personaggi, paragrafi o addirittura interi capitoli delle mie storie che altri spacciavano per farina del proprio sacco. L'unica  consolazione in quel caso arrivava dalle segnalazioni: lettrici affezionate che - pur non avendo nulla da guadagnare - non esitavano a denunciare quanto scoperto, poiché avevano a cuore le storie quasi quanto me.Poi è stata la volta delle skin, grafiche per forum che ideavo e i cui codici mettevo tranquillamente a disposizione di tutti: ho perso il conto dei siti in cui ho ritrovato pezzi delle mie grafiche rimaneggiate senza alcun ritegno (e senza alcun permesso).Ma mai - e dico mai - avrei pensato che si potesse arrivare a copiare persino delle recensioni: credo che con l'episodio di oggi si sia toccato davvero il fondo. Proprio nel mondo dei blog/siti letterari, dico io, dove ogni due per tre ci indignamo tanto quando leggiamo un libro che "è la copia spudorata di tal dei tali"? E qui la domanda mi sorge spontanea: ma se una persona è così povera di pensieri propri al punto da  dover ricorrere alla combinazione ctrl+c ed appropriarsi di quelli altrui, allora che ci sta a fare a commentare i libri nella rete? Bah... mistero!
E ora, prima di passare al fattaccio in sé, tre brevi  ma necessarie considerazioni che mi hanno portata a scrivere questo post, e che mi porteranno a scriverne altri in futuro - secondo la stessa modalità - qualora la cosa si dovesse ripetere. E sottolineo "necessarie" perché vorrei evitare - come in passato - di ritrovarmi a discutere all'infinito sul "scusa, mi dispiace, ho sbagliato, ora lo tolgo ma tu potevi dirmelo in privato":
  1. In casi come questo non esistono mai scuse sincere, solo un finto pentimento di comodo che emerge - guarda caso - nell'attimo in cui il plagio viene scoperto, mai prima.
  2. Uno viene plagiato, lo scopre, denuncia il fatto... e a quel punto davvero non importa che quanto fatto venga rimosso, anzi, che rimanga pure a prova di quanto accaduto, invece di essere prontamente e comodamente occultato.
  3. Come ho sempre ripetuto fino allo sfinimento in queste situazioni, il plagio avviene in pubblico... Perché mai la sua denuncia dovrebbe avvenire per via privata? Una sorta di cortesia che il plagiato deve al povero plagiatore in modo che possa sottrarsi alle proprie responsabilità ed evitare le conseguenze di quanto fatto, inclusa una probabile perdita di stima da parte dei propri lettori? 

Questo, ci tenevo a precisarlo, è e sarà sempre il mio modus operandi. Chi decide di copiare da questo blog lo tenga bene a mente.E ora, arriviamo al dunque: ieri ero alla ricerca di informazioni sulla trilogia di Kate Furnivall, autrice de "La concubina russa", di cui attendo speranzosa la pubblicazione del secondo libro in italiano. Attraverso Google giungo a questa pagina, che scopro contenere la recensione del primo libro ad opera della signorina Nessie. Avendo adorato io la Concubina russa, e notando invece la scarsa valutazione dell'utente, la curiosità mi spinge ad addentrarmi nella lettura... Una lettura che, ad un certo punto, inizia a suonarmi un po' troppo familiare.
Ecco infatti che, nella "sua" recensione-collage (la chiamo così perché nasce dal plagio di ben cinque autori diversi), l'utente in questione scrive:
Un altro personaggio è sicuramente Alfred Parker, benestante inglese che inizialmente – lo ammetto – si tende a sottovalutare. È il personaggio forse più buono, che non mancherà di evolvere nel corso della vicenda, diventato per Lydia prima la vittima di un furto, poi il fastidioso corteggiatore della madre e infine un patrigno pronto a darle il proprio sostegno incondizionato.
Devo poi dire che – i protagonisti non me ne vogliano per questo – il mio preferito è indubbiamente Alexei Serov, figlio della contessa russa Natalia Serova. È un giovane dal portamento algido ed elegante, dagli affascinanti occhi verdi, che non risparmierà Lydia da pungenti frecciatine, innervosendola a dismisura con la sua calma impassibile. Insomma, lo adoro. Anche perché i due ragazzi sono al centro di un segreto che ignorano del tutto, una verità nascosta che né la contessa né tanto meno Valentina (la madre di Lydia) sono intenzionate a rivelare.

Questo, invece, quanto precedentemente scritto da me nella mia recensione al medesimo libro:
Altri personaggi interessanti sono sicuramente Alfred Parker, benestante inglese che inizialmente – lo ammetto – si tende a sottovalutare. E’ il personaggio forse più buono, che non mancherà di evolvere nel corso della vicenda, diventato per Lydia prima la vittima di un furto, poi il fastidioso corteggiatore della madre e infine un patrigno pronto a darle il proprio sostegno incondizionato [...]
Devo poi dire che - i protagonisti non me ne vogliano per questo - il mio preferito è indubbiamente Alexei Serov. Figlio della contessa russa Natalia Serova, è un giovane dal portamento algido ed elegante, dagli affascinanti occhi verdi, che non risparmierà a Lydia pungenti frecciatine, innervosendola a dismisura con la sua calma impassibile. Insomma, lo adoro. Anche perché i due ragazzi sono al centro di un segreto che ignorano del tutto, un verità nascosta che né la contessa né tanto meno Valentina sono intenzionate a rivelare.

Qualcuno nota qualche vaga somiglianza? Vaga, eh...Giusto da crtl+c (o in alternativa cmd+c, nel caso la signorina Nessie sia in possesso di un Mac). Comunque, non contenta, ha ripetuto la cosa anche sulla piattaforma di aNobii: ed ecco, tra le recensioni del libro, la mia e quella - fotocopiata - di Nessie.
Ci sarebbe anche altro da dire, ma non è cosa che mi compete. Perciò non mi resta che concludere questa amara parentesi con la triste constatazione che forse io e la sig.na Nessie non condividiamo lo stesso giudizio sul romanzo, ma la mia recensione, quella purtroppo sì.

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