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Quando la storia si ripete

Creato il 03 agosto 2010 da Infoscrivendo
Di Astrid Fataki
QUANDO LA STORIA SI RIPETETragedie annunciate nell'Italia dei furbetti.
Esattamente otto mesi fa, il 23 Gennaio scorso, crollava una palazzina a Favara, nell'agrigentino. Il crollo provocava la morte di due sorelle, Marianna e Chiara, rispettivamente di quattordici e tre anni. Vivevano con i loro genitori e il fratello, rimasti illesi, in una casa fatiscente in attesa di un alloggio decente.
Il tragico evento commosse l'Italia intera, soprattutto perché a perire, furono delle bambine.
Circa due notti fa, la tragica vicenda si è di nuovo ripetuta, questa volta nel napoletano, precisamente nella piccola cittadina di Afragola. Le vittime di questa ennesima tragedia sono tre: Anna, la nonna della bambina, miracolosamente scampata alla morte, Pasquale ed Enrica, una coppia di neosposi.
Si è gridato al miracolo, perché Imma (questo è il nome della bambina) era ancora viva nonostante le dodici ore trascorse sotto le macerie. Napoli deve ringraziare San Gennaro, se tra gli sfortunati che hanno perso i loro cari, c'è qualcuno che può sorridere e festeggiare.
Ogni volta che avvengono queste disgrazie, udiamo sempre il solito ritornello: "Si devono accertare le responsabilità, si cerca di capire le cause" insomma si fa polemica sterile.
All'indomani delle stragi, funerali e lutti cittadini sono proclamati, e l'informazione fa il suo mestiere con finta discrezione.
Il clamore e l'indignazione hanno una durata limitata, esse svaniscono con lo spegnersi dei riflettori. Il dolore, però, di chi ha perso i propri cari resta lì, nell'improvviso vuoto che lascia la morte.
Una domanda che ci si pone sempre: ma dove sono le istituzioni? Perché le dovute verifiche non sono state compiute prima?
Queste tragedie potrebbero essere evitate, se solo le istituzioni locali svolgessero diligentemente i loro compiti.
Eppure in ogni città italiana ci sono quartieri a edilizia popolare, con tanto di case nuove e mai consegnate; perché si aspetta che una disgrazia succeda per poter mobilitare la complessa macchina istituzionale?
Viviamo in un'epoca in cui a "nessuno importa di nessuno"; l'unico interesse della nostra classe politica, (dalle istituzioni locali sino a quelle nazionali) è di produrre profitto per soli fini personali.
In realtà, è più semplice calcare le passerelle dei talk show, gareggiando a chi alza di più la voce, è più semplice lasciarsi implicare nell'illecito, piuttosto che sedersi nell'aula del parlamento e lavorare per il bene del paese.
Le vite di Marianna, Chiara, Pasquale, Enrica, Anna, si sono spente e con esse si spegneranno i riflettori, perché presto tutto, sarà dimenticato e nulla continuerà a essere fatto.

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