No dico, l'unica moda di cui vale la pena parlare, l'unica moda che vale la pena sognare, l'unica moda che vale la pena osservare.
Massì, ci piace sempre tanto il ready-to-wear, quelle produzioni sartorial-industriali che ci spacciano come delle setose opere d'arte. Ma, dopo aver osservato il profondo abisso tra le collezioni che sfilano a Milano e quelle che sfilano a Parigi (New York e Londra non ne parliamo nemmeno), ecco che dare uno sguardo a quella ventata di tulle e di chiffon che è la settimana della Couture parigina assume tutto un altro significato.
Come già detto l'anno scorso, scommetto che nella notte dei tempi quando hanno deciso in che periodo far sfilare la Couture, ci dev'essere stato qualche inviato dell'Academy of Motion Pictures, visto che la Couture arriva giusto giusto un mese prima degli Oscar. E visto che parlare di Alta Moda e Oscar è il mio sport preferito, vediamo di passare in rassegna le collezioni appena salite in passerella.
Direi che quando si parla di abiti da Oscar è inevitabile che nella mia wishlist ideale per le attrici di Hollywood finisca il dio libanese del pizzo: Elie Saab. Le sue collezioni sono probabilmente sempre uguali a loro stesse, ma è così che costruisce un'identità di marca. Il suo pizzo non mi stanca mai, i suoi colori non sono mai troppo volgarmente accesi e il suo pizzo non ricorda mai una vedova siciliana (chi deve intendere, intenda). L'unico difetto che hanno è, per quanto finora ho visto, che sono talmente al di là di ogni sogno femminile che quando li si vede finalmente indossati da un essere umano che non sia una modella, risultino sempre deformati. La verità è che con abiti del genere non è consentito avere seno o avere fianchi e, per quanto mi riguarda, sono d'accordo che l'Alta Moda non sia per tutte.
Dubito fortemente che vedremo uno di questi abiti sul red carpet degli Oscar: ai Globes si sono già visti due abiti rossi moltoimportanti e nessuno vorrà sembrare un copione. Eppure il primo Elie Saab lo vedrei benissimo alle due signore del cinema: Glenn Close e Helen Mirren, ma anche Nicole Kidman.
Invece, per chi è finalmente uscita dalla dipendenza dalle perline come Taylor Swift un pulitissimo Valentino sarebbe raccomandabile.
Con tutti i colori che ci sono al mondo se fossi magra, figa e attrice di successo, non indosserei il nero. Ma dio ha voluto che non porti una 38 quindi per tutte quelle che hanno qualcosa da nascondere sotto la gonna (che sia il cellulare, lo spandex o una taglia 44) , ecco che viene in soccorso il nero, compagno di mille scorribande. Io vorrei vederci tantissimo Naomi Watts e magari pure un grandissimo ritorno della mia preferita di sempre, Julia Roberts. Jessica Chastain potrebbe ripetere la lodevole scelta del nero (mixato all'oro) dello scorso anno, per valorizzare – si spera- i suoi splendidi capelli ramati
Ed ecco l'allure anni '50 che vado cercando da Dicembre: la silhouette Dior. Sbarazzina. Frizzante (ho detto veramente “frizzante”?). Fresca. Abiti più corti ma non per questo meno importanti. E se lo dico io, buona camicia a tutti.
Amanda Seyfried, Amy Adams, Chloe Moretz, Eva Longoria, Marion Cotillard, pure Jennifer Lawrence: ascoltate la mia preghiera.
Non tutte possono permettersi di indossare abiti del genere: non è ormai solo una questione di modellistica (nessuno impedisce a J.Lo di infilarsi in quei tubini elasticizzati di Zuhair Murad) quanto più di colore. Inoltre, il pesca non è per tutte le età. Ma chi meglio di Kerry Washington, Freida Pinto e Jessica Alba potrebbero godere di questa tonalità?
Infine spero che Jennifer Garner, nell'accompagnare suo marito verso la vittoria, scelga qualcosa di meno timido e più maestoso (come l'Elie Saab con la gonna in satin).
E una volte arrivate qua si può dire che non ce n'è più per nessuno, se non per Anne Hathaway che potrebbe finalmente godere del massimo della scelta che le concedo: se non è Chanel, allora che sia questo Valentino tra l'argento e il lilla. E và a pijarte 'sto Oscar.
L'azzurro cielo ricorda troppo quello indossato -male- da Katy Perry, il glicine centrale è per la nobiltà (Carolina di Monaco MI LEGGI?) e il verde muffa è troppo nuziale
Ma la couture è come il porco, non si butta via niente e infatti là a Parigi hanno pensato bene di farmi sognare tantissimo con la silhouette Dior che mi sta facendo battere il cuore da qualche mese:
E' proprio vero, quando le cose vanno male e anche Zara non riesce a consolarci “avremo sempre Parigi”.