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Quando leggere è un po’ respirare: Cristiana Soro

Creato il 17 febbraio 2015 da Leggere A Colori @leggereacolori

Appassionata lettrice professionista: Cristiana Soro compie questo passo quasi per caso, dieci anni fa, con Sonzogno per poi approdare a diverse altre case conosciute fino al ruolo di agente letterario, ma con la determinazione di cui solo un’accanita lettrice è capace, un’amante delle buona lettura prima ancora che un’impietosa giudice di opere altrui. Ma come vede una professionista del settore il nostro attuale panorama letterario?

1) Cristiana, mi hai confessato di essere diventata lettrice quasi per caso. Come si diventa lettori professionisti e cosa non ti piaceva di un lavoro che, dall’esterno, ad ogni appassionato di libri sembrerebbe un sogno?

Per trasformarsi in lettori occorre in genere eseguire con successo una prova di lettura presso un editore e compilare una scheda, sorta di recensione corredata dalla bio dello scrittore e dalla sinossi dell’opera. Ma anche avere alle spalle un bagaglio di pietre di paragone lette, come ad esempio i classici e testi dei generi più disparati. È cosa sommamente negativa leggere libri brutti, tipo autobiografie dettagliate fatte di inezie non interessanti e rilevanti.

2) Qual è l’opera a cui ti sei affezionata di più in questi anni da editor?

Non è un’opera che io ho revisionato, piuttosto un grandioso romanzo di un autore ungherese, Sàndor Marai: “Le braci”, ediz. Adelphi.

3) Cosa vuol dire stroncare un testo, umanamente parlando, anche se fa parte del tuo lavoro? In fondo, chi l’ha scritto, aldilà di come gli è venuto il lavoro, ha sudato per farlo…

In realtà non c’è nulla di personale nel criticare un romanzo. Un testo deve rispondere a certi parametri spesso a seconda del genere, che sono  imprescindibili, per cui stroncarlo vuol dire anche rendere giustizia a queste norme implicite in ogni libro.

4) Quali sono le differenze più evidenti che hai notato negli ultimi dieci anni nel modo di scrivere delle nuove leve italiane?

La creatività mi sembra si sia abbassata, l’innovatività nello scrivere e soprattutto direi il livello letterario delle opere è generalmente scarso, non essendo testi che toccano i vertici dell’universalità e non regalano al lettore la capacità di immedesimarsi in essi.

5) Editing strutturale- line editing: spieghiamo ai lettori che non lo sapessero in cosa consiste la differenza principale tra i due e, a gusto tuo, qual è l’aspetto che prediligi in uno e nell’altro quando lavori.

L’editing strutturale consiste nel revisionare la trama, dando consigli e suggerimenti all’autore per modificarla, ampliarla, cancellarla o nel ritagliare i personaggi nel senso della loro introspezione psicologica e/o descrizione fisica. Il line editing si riferisce più allo stile di uno scritto e quindi si tratta di rivedere le singole frasi e spesso i singoli verbi, sostantivi, aggettivi, avverbi ecc. Io sono più dotata a giocare con la trama, a inventare storie piuttosto che a correggere le minuzie, anzi direi che non fa proprio per me il lavoro di fino, piuttosto macro.

6) Sempre a stretto contatto con l’editoria che conta: c’è qualcosa che non ti piace del mondo editoriale italiano e, se sì, cosa e perché?

Non mi piace come le grandi case editrici, che io chiamo carrozzoni sfasciati, trattano gli agenti che propongono loro delle novità, magari di esordienti pure bravi. In particolare gli editor delle major hanno un potere di scelta enorme che spesso non sempre gestiscono bene, chiudendosi nella torre d’avorio blindata delle mail.

7) Il self-publishing: pro o contro?

Dipende dalla qualità del prodotto. Nel senso che se l’autore ha fatto curare il libro in tutte le sue fasi allora è positivo perché magari pubblicando da sé ha trovato uno spazio editoriale per un testo pulito e magari anche buono. Se il self-publishing si fonda su un romanzo che non ha avuto ad esempio editing sono contraria perché probabilmente quel dato testo è pieno di errori.

8) Una domanda che non ti hanno mai fatta ma a cui avresti sempre voluto rispondere…

Perché ti piace leggere? Mi piace leggere perché è viaggiare nell’infinito di se stessi e del mondo, immedesimandosi nelle storie e nei personaggi, che sono espressione dell’interiorità dell’autore che dà voce al suo io. Leggere è creare, inventare, immaginare. Leggere è vivere, respirare, trarre spunto, sognare a occhi aperti e imparare a morire.

Chi è Cristiana Soro:

Liceo linguistico prima, studi umanistici poi con una laurea in Scienze politiche, Cristiana Soro è una romana di 46 anni che ha iniziato il suo percorso nel mondo editoriale come lettrice in lingua in Sonzogno 10 anni fa. Proseguendo su questa strada una lunga collaborazione con Longanesi per approdare a Piemme Mondadori e infine a Garzanti/Corbaccio a suon di schede precise e puntuali. Parallelamente Cristiana sviluppa la capacità di promoter editoriale, ottenendo recensioni per testi dalle principale testate romane e non come “Il Tempo”, “Il Giornale” e il prestigioso blog di Matteo Gamba, vicecaporedattore di Vanity Fair. Infine Cristiana sotto la guida sapiente di Beniamino Soressi di Bozze rapide/Paradigmi di Piacenza giunge all’editing strutturale, privilegiando interventi sulla trama, piuttosto che il line editing. Nel contempo lavora come agente letterario per Ipermedia di Fabrizio De Priamo. Attualmente è in procinto di collaborare con la David and Matthaus, sempre in qualità di editor. Prosegue la sua attività di diffusione e promozione per Fausto Lupetti editore.



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