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Quando perdiamo una persona cara

Da Quipsicologia @Quipsicologia

Superare il lutto si può

 orme sabbia

Quando viviamo un lutto, quando viene a mancare qualcuno che abbiamo amato, tutto cambia colore e assume forme nuove. Tutto crolla. Karl Popper diceva: “Ogni volta che muore un uomo, è un universo intero ad andare distrutto”.

Che cos’è il lutto

Se andiamo all’etimologia della parola lutto, essa deriva dal latino luctus che significa dolore, cordoglio. Di solito utilizziamo la parola lutto sia per indicare la reazione emotiva che segue la morte di una persona a noi cara e sia il periodo che segue la sua scomparsa.

È naturale vivere e sperimentare stati emotivi legati allo sconforto, alla vulnerabilità, alla perdita di senso dell’esistenza stessa. Ma uno sguardo profondo può aiutarci a vedere le cose in maniera diversa.

Quando si perde qualcuno di caro, si spendono molte energie nel tentativo di reagire nella maniera giusta. In realtà, credo che non esiste una maniera giusta. La ferita aperta dal lutto, come tutte le ferite, per potersi rimarginare ha bisogno di tempo, di cure e di dedizione.

Cosa rimane

Quello che rimane dei nostri morti sono le loro immagini, i nostri ricordi. Il nostro mondo interiore è ricco di queste immagini, è come un album fotografico nel quale custodiamo le immagini di chi non c’è più. Ci sono dunque dei ricordi che continuano a vivere nei nostri occhi, e sono vivi come il seme che questi hanno lasciato in noi, anche se noi vediamo solo l’albero o i frutti che questo albero ci darà.

Seppellire i morti non è solo una pratica funeraria, ma racchiude in sé il significato di ricordarci che siamo nel regno delle immagini e ricordarli come erano in vita, nei loro momenti di gioia, di piacere e di vita è il regalo più grande che possiamo fare alla loro memoria. Perché è nella memoria che rinnoviamo la promessa di quel seme che ci è stato donato.

In questo modo si diventa grandi, ci si libera dalle illusioni e si restituisce alla vita ciò che la vita ci ha dato. Non è questo un discorso religioso e ne moralistico. Ma un discorso legato alla natura delle cose. Perché è nell’intimo della natura che riscopriamo la vera natura del nostro essere.

Cose che potresti fare

Un tempo l’evento della perdita di qualcuno portava con se una serie di rituali che coinvolgevano le persone più prossime e la comunità a loro vicine. Questo favoriva un graduale processo di accettazione del lutto, riordinava e riformava le coordinate della vita di chi restava. Al giorno d’oggi invece tutto è diventato più difficile. Molti dei rituali di un tempo si sono persi, il tempo che ci diamo da dedicare all’evento in sé si riduce sempre più. Le nostre vite sono spesso piene di cose da fare, ed è difficile fermarsi e trovare gli spazi necessari per stare con il proprio dolore. Anzi, a volte, proprio per evitarci questo contatto ci reimmergiamo immediatamente nelle nostre attività di tutti i giorni. The show must go on!

Magari, se proviamo a sbottonarci, ad aprire le porte al nostro dolore, ci sentiamo dire che dobbiamo essere forti, che non dobbiamo piangere, che sono cose naturali, che li dove è andato sta sicuramente meglio. Dentro di noi si accende un insegna luminosa che dice: DEVI ESSERE FOR TE, NON FARTI VEDERE PIANGERE.

Invece….

Lasciamo che la sofferenza esca e si esprima, non reprimiamola. Il dolore ha bisogno di essere ascoltato. Appena possiamo, fermiamo tutto e prendiamoci dei giorni di pausa. La perdita di una persona cara ci riporta in una dimensione di intima fragilità. Ascoltiamoci. Se abbiamo bisogno di parlare con qualcuno, di contattare una figura spirituale, di stare per un pò in silenzio, facciamolo. Non ci sono delle vie giuste e altre no, ognuno ha il suo modo di vivere il lutto. Non sto dicendo che la vita si debba fermare, ma per lo meno darsi la possibilità di entrare in contatto con il dolore. La morte è una delle esperienze importanti della vita, al pari della nascita, è degna di essere vissuta. Se la ignoriamo si potrebbero aprire le porte ad uno sconforto anche più grande, come per esempio uno stato depressivo.


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