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Perché Non Credo nell’Astrologia

Da Giovannipelosini

Perché Non Credo nell’AstrologiaAlcune persone, conoscendo la mia formazione scientifica, spesso mi chiedono con stupore se “credo” nell’Astrologia. La mia risposta è invariabilmente:  “no”.  Proprio in base al mio approccio scientifico nei confronti della realtà che ci circonda, io non “credo” nell’Astrologia. Il “credere” implica l’accettazione di un dogma, di una verità assoluta; il “credere” ha a che fare con la religione, non certo con l’Astrologia, e nemmeno con la scienza.

Dispiace leggere sulla rivista americana Personality che, secondo uno studio statistico del 2006 il 25% degli americani crede ancora nell’astrologia, considerata un inutile, se non dannoso, retaggio delle superstizioni del passato. Dispiace doppiamente: in primo luogo per la superficialità e l’incompetenza con cui si affronta un argomento degno di maggiore attenzione e conoscenza; in secondo luogo per il fatto stesso che ci siano persone che “credono” nell’astrologia come se fosse una religione. Dispiace perché in questo modo nessuno dimostra di sapere che cosa veramente sia l’astrologia. Dispiace per gli uni e gli altri, che forse ne saranno delusi, ma l’astrologia non è né una scienza che funziona con le regole della moderna astronomia, né una religione dogmatica in cui credere ciecamente. Forse fino a qualche tempo fa i termini astronomia e astrologia potevano essere confusi, nelle epoche antiche in cui la sapienza era la conoscenza del mondo e della natura, e comprendeva arte, scienza, spiritualità, poesia, magia senza soluzione di continuità. Duemila anni fa i Magi erano i pochi saggi che possedevano la conoscenza. Ma oggi, con la enorme diffusione delle conoscenze, dopo il progresso del pensiero scientifico, dopo Galileo Galilei e Karl Popper, l’approccio alla realtà dovrebbe essere più maturo e più obiettivo di quel che appare.

È bene anche specificare ciò che tutti i miei studenti liceali sanno bene: i Segni Zodiacali e le Costellazioni Zodiacali hanno sempre avuto una corrispondenza puramente simbolica e non astronomica, per cui le ricorrenti obiezioni sulla precessione degli equinozi e lo spostamento dei punti di intersezione dell’eclittica con l’equatore celeste, sulla diversa ampiezza delle costellazioni zodiacali, e sul famigerato tredicesimo “segno” (in realtà “costellazione”) di Ofiuco, non hanno alcuna rilevanza astrologica. Ma di questo abbiamo già parlato nell’articolo I Segni Zodiacali sbagliati.

Sulla stessa rivista Personality si legge che uno studio effettuato sui dati di più di 15.000 persone non ha trovato alcuna relazione fra la data di nascita e la personalità. Qui finalmente si affronta un argomento interessante e soprattutto pertinente: lo stesso argomento che affrontai anche io circa una quarantina di anni fa, quando mi chiesi per la prima volta se, perché ed eventualmente come funzionasse l’astrologia. Ancora non ho tutte le risposte, anche se al momento sono portato ad escludere che ci siano influssi di corpi celesti sugli esseri umani e sugli avvenimenti che li coinvolgono. Forse una spiegazione in proposito potrà darla la fisica quantistica, forse già qualcosa in proposito può dire la teoria di Wolfgang Pauli e di Carl Gustav Jung sulla sincronicità. Forse ancora potrebbero essere utili gli studi statistici effettuati dallo stesso Jung e pubblicati nel 1952, con risultati molto diversi da quelli di Personality, o quelli attuali di Pierino Marazzani, rigorosamente basati sulle frequenze statisticamente significative (test del chi quadro), che invece evidenziano sui grandi numeri alcune relazioni nettissime fra data di nascita e particolari attitudini e scelte professionali.

Concludendo, io non “credo” nell’astrologia; ho studiato le sue regole e i fondamenti, ne riconosco i limiti, ne utilizzo i parametri per indagare sul grande mistero della vita. Nello stesso modo non “credo” nelle scienze biologiche, che pure studio ed utilizzo per lo stesso identico fine. Ci sono tantissime cose inspiegabili in ogni branca della conoscenza, ma questo non è affatto un buon motivo per affermare che siano tutte sciocchezze o superstizioni.

Giovanni Pelosini


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