Definita per antonomasia il “piatto dei poveri” per la sua economicità, la polenta, che si prepara con farina di mais e acqua, è alla base di molte ricette tipiche lombarde grazie alla sua bontà e alla sua semplicità di preparazione.
La polenta di mais si diffuse in Europa dopo la scoperta dell’America, Paese da cui proviene questo cereale. Fin dai tempi dei romani la polenta si preparava con diversi cereali: orzo, sorgo, farro, miglio, segale; ma nei periodi di carestia, anche da castagne o ghiande.
La polenta gialla, di mais, compare nel XVI secolo a seguito della nascita delle prime coltivazioni nelle valli bergamasche e da li si diffuse un po’in tutto il Nord Italia dove ha avuto un ruolo determinante nel sostentamento della popolazione della pianura e delle valli in quanto veniva mangiata in grandi quantità per sopravvivere alle guerre e alle carestie, ma avendo un grosso limite nutrizionale, le popolazioni che si alimentavano con la sola polenta di mais subirono una malnutrizione vitaminica detta pellagra che ha colpito duramente tali popolazioni.
Al giorno d’oggi si è a conoscenza del fatto che il mais è un alimento carente dal punto di vista nutritivo, (soprattutto di vitamine e aminoacidi), ma non è pericoloso se il suo consumo è integrato con gli elementi che mancano.
C’è da sottolineare il fatto che la farina di mais è priva di glutine, quindi è adatta a chi è intollerante a tale sostanza.
Quella della polenta gratinata al parmigiano e uovo è la mia ricetta preferita per riciclare la polenta quando avanza, anzi per dirla tutta fino in fondo quando la preparo ne faccio in abbondanza così prima ancora di metterla in tavola ne verso uno strato sottile in quattro piatti la distribuisco in modo uniforme, poi la faccio raffreddare e la conservo in frigo, per gratinarla il giorno seguente.