Magazine Salute e Benessere

Quando sei veramente un Coach?

Creato il 19 aprile 2011 da Maurizio @bigaramis
Quando sei veramente un Coach?In questi giorni mi sono fatto una domanda. Quando uno è veramente un coach? Il perchè di questa riflessione scaturisce da una idea che mi sono fatto dal momento che ho voluto intraprendere questo percorso formativo. Ho sempre pensato che fare il coach non sia una sorta di professione, ma abbraccia un po l'intero comportamento da parte di chi si ritiene tale; Mi spiego meglio. Il coach nasce con l'obiettivo di aiutare gli altri a stare meglio. Benissimo. Questo è l'aspetto che mi interessa di più. Ora ho seguito molti seminari, e molti workshop sull'argomento, e sono sempre rimasto positivamente colpito dal legame che si instaura con i trainer. Li senti vicini, ti fanno vivere delle esperienze veramente emozionanti. E con la stragrande maggioranza di loro ci si scrive delle email, ci si sente ogni tanto, insomma si fa crescere quel rapporto che è tipico della materia di cui sto trattando. Ma è sempre così? Assolutamente no!!!!! Purtroppo ho avuto un paio di esperienze con dei personaggi molto noti nell'ambito del coaching che, in aula erano veramente esemplari, ma nel momento in cui sono sceso sul comportamento personale, ho notato delle forti barriere di comunicazione. Nei corsi fatti sulla PNL, ho trovato una Trainer che è stata, ed è per me la migliore in assoluto, sia per professionalità che per umanità, ma ultimamente voglio raccontarvi una cosa che mi è accaduta. Ho partecipato ad un seminario a Roma di un coach molto conosciuto. Devo dire che aspettavo veramente con interesse questo appuntamento. E devo dire che il suo workshop è stato addirittura superiore alle aspettative. Si parlava di obiettivi. E ad un certo punto, il coach ha voluto sottolineare che la sua vita era notevolmente migliorata dal momento in cui aveva deciso di porsi come obiettivo quello di aiutare, come dice lui. "il mondo". Sorpreso positivamente da questa cosa, visto il mio impegno con le associazioni umanitarie, ho inviato un messaggio via Facebook al coach, complimentandomi con lui e ringraziandolo di quello che stava facendo anche per i più bisognosi. Gli ho raccontato la mia esperienza e gli chiedevo se potevo incontrarlo personalmente. Bah quel messaggio non ha mai avuto una risposta. Non contendo, e pensando cha magari il suo profilo Facebook non fosse gestito da lui, ho mandato lo stesso messaggio via email direttamente nella sua casella personale. Indovinate un pò? Niente nuovamente. Giorni fa giravo su FB e te lo trovo connesso in chat. Lo contatto e gli faccio nuovamente i complimenti per il lavoro svolto, e dopo alcuni minuti la sua risposta è stata un laconico "grazie". allora gli chiedo se aveva letto la mia email.......indovinate un po? si è disconnesso. Allora io capisco tutto, ma quando si fa un certo lavoro io penso che occorre essere consapevoli che le migliaia di persone che ti vengono ad ascoltare abbiano comunque il diritto di non essere trattate cosi freddamente al di fuori del teatrino del seminario, altrimenti diventa solo una grande recitazione. Parliamo di obiettivi, di emozioni, di convinzioni e poi.......?????? Capisco che non sia facile gestire tutto ma almeno un minimo che ti permetta di essere veramente te stesso e non un semplice divo del coaching. E poi come fai ad aiutare il mondo se non hai nemmeno il tempo di ringraziare un persona che ti manda una mail??????
Amici scusate lo sfogo, ma penso che questa non sia una "sola" professione, penso che sia veramente un impegno morale nei confronti di chi ripone in noi la propria fiducia, altrimenti sapete che vi dico, che la prossima volta che faccio un seminario, affitto un teatro ci metto un gruppo e facciamo una bella serata di cabaret....
Maurizio

Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :

Dossier Paperblog