Quando si camoscia senza vergogna

Creato il 09 gennaio 2012 da Pedraz
Ogni tanto, per ragioni che restano misteriose quanto quelle che spingono un'anguilla a lasciare il Mar dei Sargassi per trasferirsi a Comacchio, un copywriter perde completamente il senso del  ridicolo e si auto convince  che la prima puttanata passatagli per la testa è in realtà un'ideona vincente. E la prima puttanata che passa, al massimo la seconda o la terza, quasi sempre è l'inventarsi un verbo idiota, spesso derivato dal nome del prodotto. Capita anche a quelli bravi. La mia Maestra d'un tempo, ad esempio, si produsse un giorno in un - Emozioniamo? - in grado di farmi accapponare la pelle anche a distanza di tanti anni. Quell'oscena proposta anni ottanta e, ad esempio, la più recente - Consorziamo? - sono legate da un filo che attraversa la storia della pubblicità italiana senza fare una grinza, riproponendo periodicamente la stessa insopportabile puttanata come fosse la prima volta. Il fatto che nessuno sembri accorgersene rende il fenomeno ancora più inquietante. Di fronte alla puttanata vendibile come tormentone, dopo il cervello del copy si addormentano anche quello dell'art, del direttore creativo e persino il più brillante della filiera, quello del product manager.  Succede così. Succede anche che un giorno qualcuno riesca a dire - Camosciare - senza che gli si incrinino i denti per la vergogna. 

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