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Quando si dice la sfortuna, io ho due nomi non due cognomi, altrimenti avrei pagato la mia casa, più piccola della sua e con vista sulla posta, come Filippo Patroni Griffi.

Creato il 08 gennaio 2012 da Slasch16

Quando si dice la sfortuna, io ho due nomi non due cognomi, altrimenti avrei pagato la mia casa, più piccola della sua e con vista sulla posta, come Filippo Patroni Griffi.Ha ragione la Santanchè, io lo invidio, ma non perchè è ricco ed ha pagato la casa di 109 metri quadri con vista Colosseo meno della mia di 83 metri quadri con vista sulla posta della mia via.
Lo invidio perchè ha due cognomi  mentre io ho due nomi, Natalino Giancarlo, e grazie alla fantasia dei miei genitori , per via del fatto che sono nato il 24 dicembre, il primo, quello con il quale tutti mi chiamano è Natalino.
Persino il dottore che ha assistito alla mia nascita si è incazzato, al posto mio e lo ringrazio, pensavano che i mie vagiti disperati fossero dovuti allo sforzo per venire al mondo ed invece erano dovuti al fatto che avevano deciso di chiamarmi Natalino, una fantasia che invidierebbe anche Gasparri, ed ha sbottato: allora, visto che è nato a Legnago, perchè non lo chiamate Legnago?
Niente da fare, i miei erano decisi a marchiarmi per tutta la vita.
La casa di 109 metri quadri pagata 1630 euro al metro, con vista Colosseo, nemmeno la metà di quello che vale la mia con vista sul bancoposta, non c’entra niente, quello che mi fa incazzare è il fatto che la casa era era dell’Inps e lui era inquilino di un ente pubblico , lo stesso ente che, per un decreto del Governo, non mi aggiorna  la pensione in quanto persona facoltosa, protetta e fortunata. Un pensionato di lusso.
Ero facoltoso e non lo sapevo, non ho Bot, non ho un titolo di Stato, non posso nemmeno speculare sullo spread ma sono ricco, privilegiato e facoltoso. Grazie a Monti ne sono venuto a conoscenza anch’io, credo non lo sapesse nemmeno Passera, sino ad un mese fa a capo della banca dove ho il conto, l’IntesaSanPaolo, altrimenti quella volta che sono andato in rosso di 50 euro non mi avrebbe fatto telefonare.
Filippo, lo chiamo così confidenzialmente perchè siamo entrambi benestanti, facciamo parte della casta protetta, i pensionati ed i ministri con il doppio incarico, ha fatto tutto alla luce del sole, in regola, ed è all’amministratore degli immobili dell’Inps che io vorrei tagliare le palle, Antonio Mastrapasqua, che ha un nome solo ed un cognome accorpato che non conta.
Tra l’altro Filippo, oltre ad averlo comprato per una scodella di farina, non ne ha nemmeno bisogno infatti l’ha affittato a 3.000 euro al mese. E questo modello di equità prettamente italiano e tremontiano, che ha fatto un decreto ad domun, per mantenerlo nel bilancio dello Stato per poi venderlo a prezzo non di realizzo, non esiste un vocabolo che possa rendere l’idea, ai vari componenti della casta amministrativa dello Stato.
Non è un problema di odio sociale, cara Santanchè e carissima Gelmini, che in merito alla faccenda di Cortina hanno dichiarato quanto segue:
Daniela Santanchè: Non è criminalizzando la ricchezza che si combatte l’evasione. Solidarizzo con Cortina danneggiata dalla demagogia.
Maria Stella Gelmini: In Italia purtroppo la ricchezza è considerata un male, la persona benestante un evasore. Si alimenta l’invidia sociale.
E’ un problema che di orario, è giunta l’ora che in Italia si faccia quello che a Parigi iniziarono  nel 1789 la rivoluzione. E’ giunta l’ora di  mettere le ghigliottine in piazza e si faccia giustizia dei nuovi nobili che hanno in comune con la vecchia nobiltà un vizio d’origine, il parassitismo.
Quindi ripulire l’Italia dai banchieri, parassiti della politica e della finanza, speculatori ed evasori, vacanzieri eterni sconosciuti al fisco, mafiosi e corrotti, corruttori e palazzinari.
Non è un problema di invidia sociale, è un problema di giustizia sociale, di equità, di rispetto della Costituzione e del paragrafo che recita: ognuno deve dare in base alle proprie capacità, possibilità.
se proprio dobbiamo regalare gli immobili dell’Inps regaliamoli agli sfrattati, alle famiglie bisognose e non ai vari Filippo Patroni Griffi  che ha il doppio cognome da una vita ed il doppio stipendio da anni dato che, cito dal fatto:

cumula, come molti suoi colleghi, da anni lo stipendio di presidente di sezione del Consiglio di Stato, in aspettativa e fuori ruolo, alla retribuzione per il lavoro che svolge davvero. Una legge fatta su misura per la casta dei magistrati amministrativi infatti gli permette di sommare allo stipendio da magistrato la retribuzione da ministro.
Casa Patroni Griffi con vista sul Colosseo
Per 109 metri quadrati solo 177mila euro 



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