Mia bisnonna, ai secoli (l'ottocento e novecento) Maria, sicuramente pensava in dialetto, non aveva bisogno di conoscere l'italiano perché i libri di preghiere li conosceva a memoria. Facendo finta di leggere, non sapeva infatti leggere, sussurrava mentalmente la preghiere in dialetto. In alternativa ad alcune riservava il latino-borghigiano e, se ti capitava di sentirle dovevi aguzzare il tuo ingegno per comprenderle, d'altra parte non ti permetteva di riderne. Anche mia nonna Corinna si esprimeva in dialetto e, avendo saputo della rotondità della terra, pretese da me una spiegazione in dialetto.
Tutto questo viene in mente guardando la locandina che informa dell'iniziativa che vede come protagonista Claretta Ferrarini in un giorno di aprile del 2013 a cento cinquant'anni esatti dalla nascita di Maria.
Vedi anche: I primi 150 anni dell'unita d'Italia

