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Quando si vinceva sempre

Da Danielevecchiotti @danivecchiotti

Quando si vinceva sempre

I bar, i negozi di tabacchi, le trattorie a basso prezzo nel mio quartiere sono tutto un risuonare di monetine che cadono nell’apposita feritoia. E le lucine che segnalano il credito disponibile non hanno smesso di accendersi , e poi di spegnersi solo per riaccendersi ancora dietro un altro click del soldino inserito.

Ma se trenta, quarant’anni fa gli spiccioli si infilavano in un Juke Box per scegliere la propria canzone preferita, adesso invece li si getta (è il caso di dirlo) nei videopoker che lasciano subodorare il profumo di succulenti montepremi quando in realtà, dietro lo sbrilluccichio dei neon, nascondono solo puzza di marcio e di miseria.

La differenza tra ieri e oggi, nel caso specifico, sta proprio qui: se ormai milioni di disperati e disperanti italiani svuotano il portamonete su una macchinetta che mai e poi mai mantiene le promesse di forti emozioni, noi, quando gettonavamo, avevamo sempre l’assoluta certezza che, almeno per i tre minuti di un brano da hit-parade, il sogno si sarebbe avverato.


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