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Quando un bambino si sente un “perdente”…

Da Psychomer
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Azzurra Spreafico
luglio 28, 2010Posted in: pedagogiaQuando un bambino si sente un “perdente”…

Davide, sette anni, “tiene il muso” perché il suo progetto sul drago, lavoro di gruppo, non va bene agli altri componenti della squadra.

Chiara, 4 anni, si mette a piangere perché sta perdendo a “UNO” con suo fratello più grande.

Luigi, dodici anni, rifiuta di fare merenda per festeggiare il vincitore del torneo di ping pong: lui è arrivato secondo.

Quante volte sono successe situazioni simili nella nostra esperienza! Le persone che non sopportano di perdere sono all’ordine del giorno e spesso provocano negli altri forti sentimenti di antipatia.

Il “perdente“ difficilmente accetta la sua situazione e questo avviene per svariati motivi:

  • Il suo temperamento.
  • La concezione della non vittoria come un attacco mortale alla propria autostima.
  • Il pensiero costante di essere sempre l’ultimo e di non potercela fare; ma allo stesso tempo un’attenzione eccessiva al voler emergere e prevalere su tutti gli altri.
  • L’ambiente circostante che esplicitamente o implicitamente trasmette l’importanza del valore del successo sempre e comunque, dove ogni sconfitta è un fallimento e comunque una situazione da evitare.

Ecco che cosa si può DIRE in queste situazioni:

  • “E’ giusto che tu sia triste/ arrabbiato”
  • “Hai vinto, bravo. Secondo te come si sentono gli altri? Tu come staresti se avessi perso?”
  • “Hai perso ma ho visto che hai fatto dei progressi in questo e in quell’ambito”
  • “Stai migliorando, continua ad impegnarti e otterrai ciò che vuoi”
  • “Non si può sempre vincere e non si può sempre perdere”

Quando un bambino si sente un “perdente”…

Ecco invece che cosa si può FARE per educare a perdere serenamente:

  • Non lasciare vincere il bambino, giocate insieme a un gioco adatto per la sua età e il suo sviluppo. Certe volte vincerà e altre perderà, proprio come succede nella vita reale.
  • Fare sport aiuta a misurarsi con le sconfitte e le vittorie.
  • Se però la situazione è molto frustante, scegli uno sport e un allenatore che si focalizzano sulle abilità e i progressi piuttosto che sulle vittorie.

Educare a perdere significa preparare alla vita futura, alla possibilità di insuccessi e soprattutto, ad apprezzare maggiormente i successi.

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Azzurra, Pedagogista e educatrice professionale laureta in scienze dell'educazione e laureanda in scienze pedagogiche. Se vuoi sapere altro di me leggi alla pagina -chi siamo- oppure aggiungimi in facebook (Azzurra Spreafico). ecco la mia email, nel caso tu voglia contattarmi: [email protected] Sito personale: www.pedagogistaleccobrianza.it

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