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Quando usare il discorso indiretto nei dialoghi?

Da Anima Di Carta

Quando usare il discorso indiretto nei dialoghi?

Diretto o indiretto, a volte il discorso si fa noioso comunque...

Rieccomi dopo una piccola pausa tutt'altro che vacanziera, anzi piuttosto caotica. Tra le brutte notizie c'è che il lettore e-book è in agonia e che si è cancellato tutto il contenuto... una tragedia! Ma bando alle ciance e passiamo al post di oggi.
I dialoghi hanno assunto nella narrativa un posto di primo piano, tanto che nei romanzi se ne fa un uso molto più ampio che in passato. Sbirciare nelle conversazioni tra i personaggi è piacevole e coinvolgente, credo non ci siano dubbi su questo. Ed è proprio per questo motivo che nei manuali di scrittura o affini viene raccomandato l'uso del discorso diretto rispetto a quello indiretto.
Il motivo è semplice da comprendere: il discorso diretto è immediato, ci fa entrare subito nella scena, fa parte del “mostrare”, mentre il discorso indiretto ha a che vedere con il “raccontare”.
Questo forse significa che il discorso indiretto non va mai usato? O ci sono casi in cui è addirittura preferibile?
Ultimamente mi scopro a fare uso del discorso indiretto con molta più serenità che in passato, constatando per l'appunto che ci sono situazioni in cui suona meglio e, al contrario, troppo “parlato” appesantirebbe la scena.
Ho pensato di radunare le idee a questo proposito per capire in quali casi è preferibile il discorso indiretto o più in generale una frase che riassuma ciò che è stato detto.
Per tutti gli esempi ho preso a caso un paio di romanzi dalla mia libreria: Neil Gaimann, American Gods e Richard Matheson, Appuntamento nel tempo. Sono due autori che sanno il fatto loro, quindi penso ci possiamo fidare!

Convenevoli e situazioni ordinarie


Possono essere tranquillamente convertiti in un discorso indiretto i brevi scambi di battute che non aggiungono nulla alla narrazione, ma che fanno parte della quotidianità, di una realtà troppo normale per essere interessante.
Shadow lo ringraziò e continuò a curiosare.
Si è presentato  l'impiegato e gli ho chiesto una stanza.
Digitò sulla tastiera e poi gli disse di correre al cancello in fondo al terminal.
Mi ha indicato la strada. L'ho ringraziata con un sorriso...
La donna annuì, indicò un punto vago e gli spiegò come arrivarci. 
Ho ordinato consommé, fettine di pollo, pane, formaggio e vino, e sono rimasto a scrutare la sala...


Riassumere qualcosa di poco rilevante


A volte i personaggi minori dicono qualcosa di poco peso o sono così logorroici che riportare tutte le parole genererebbe solo noia. Non dobbiamo per forza costringere chi legge a sopportare un intero discorso, se questo si può trasmettere anche con un minore uso di parole.
 Che cosa dovevo fare?  aveva chiesto addolorato raccontando a Shadow la sua triste storia.
Elise mi ha spiegato che gli “impostori” sono caramelle rettangolari, gialle, con un ripieno bianco alla mente, e i “truffatori” caramelle simili, di forma quadrata. Mi sono sentito molto sciocco.
Quando Laura indico il primo fienile con la scritta VISITATE ROCK CITY lui ridacchiò e ammise di essere diretto proprio lì. Lei disse: fantastico, aveva tanto desiderato visitare uno di quei posti ma non ne aveva mai avuto il tempo e se n'era sempre rammaricata. Per questo era in viaggio, per vivere un'avventura.
Lavorava in un'agenzia di viaggi, gli raccontò, era separata dal marito. Ammise di ritenere che non sarebbero più tornati assieme e aggiunse che la colpa era sua.

Evitare ripetizioni


Quando ciò che viene detto sarebbe una ripetizione inutile, ben venga l'uso del discorso indiretto. In questo modo si risparmia a chi legge qualcosa che è stato già detto e che non aggiungerebbe nulla di nuovo.
Con un altro sorriso, ho ripetuto la mia bugia.

Riportare un dialogo nel dialogo

 Ho detto a Darren che si stava cercando una notte in guardina.

Riportare qualcosa detto in passato

Le aveva detto di andare alla fattoria, dove le avrebbero dato da bere.

Dare più enfasi a ciò che viene detto


In alcuni specifici casi il discorso indiretto è perfino più efficace di quello diretto.
Shadow disse che capiva. Ma aveva capito anche qualcos'altro...
In quest'altro esempio invece l'autore usa il discorso indiretto per sottolineare uno stato di scarsa presenza mentale:
Parlare col tizio della ditta dei costumi è stata un'esperienza piuttosto strana. Strana perché mi sentivo solo parzialmente. Mi ha chiesto perché volessi il costume. Gli ho detto che domani sera devo andare a un party in costume imperniato sul tema dell'ultimo decennio dell'Ottocento.
... Per quanto tempo avevo intenzione di noleggiarlo?... Per il week end gli ho detto.

In quest'altro caso, invece, si mette enfasi sul fatto che il protagonista sta raccontando delle grosse balle.
La mia storia è uscita dalle labbra spontanea, e non mi sono tradito nel tono e nei gesti. Ero arrivato la sera prima, ma non mi sentivo affatto bene, per cui ero stato costretto a passare la notte nella stanza di un amico. Adesso, rimesso a nuovo, avevo una camera mia.

Qui invece ciò che il personaggio dice viene sintetizzato in modo estremo, ma molto efficace.
Mulligan rimise in moto con le luci accese e costrinse i due ragazzini che correvano a novanta all'ora a fermarsi. Non li multò, limitandosi a "farli diventare timorati di Dio".
Una regola generale potrebbe essere che tutto ciò che viene detto e che è irrilevante nella narrazione può essere tramutato in discorso indiretto, ma ovviamente bisogna valutare caso per caso, magari facendo delle prove per vedere se la situazione merita una messa in scena con un dialogo vero e proprio oppure no.
Voi come vi regolate con il discorso indiretto, ne fate uso?


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