Ha cominciato la gnocca, con un po' di raffreddore.
E poi la tosse, canina e catarrosa.
E la febbre.
E' l'asilo, dicono, il primo anno pare che sia uno scotto impossibile da non pagare.
E giù aerosol, gocce, sciroppino omeopatico che ne potresti bere una mezza confezione tanto non fa una cippa, palliativi vari ed assortiti.
Poi è arrivata la febbre. Non tanta, ma abbastanza per non andare all'asilo e far saltare per aria tutte le bella abitudini appena consolidate.
E per trasformarla in un'arma batteriologica di distruzione di massa.
Già, perchè ora che finalmente lei sembra (e dico sembra incrociando tutte le dita delle mani e dei piedi) uscita dal tunnel e sgombra dall'assistenza indesiderata di antibiotici e succedanei tutto il parentado intorno a lei ha iniziato a crollare.
La prima, ovviamente, è stata la mamma, ma a ruota sono seguiti i nonni e poi gli zii preferiti. Perché far fare a tua sorella e al suo compagno la madrina ed il padrino al battesimo se poi non possono godersi in ogni senso tua figlia? Bacilli compresi, ovvio.
Non è difficile prenderla con un mostriciattolo di dieci chili che ti abbaia in faccia tutto il suo disappunto. E che vuole le coccole. E sbava.
Che poi io odio l'aerosol e non lo farò MAI, chiaro?
Sì certo, Emma lo fa eccome anche se strepita.
E quindi?