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Quanno ‘o Signore ‘nzerra na porta, arape nu purtone

Creato il 05 luglio 2014 da Vesuviolive

Mare

Oggi la nostra rubrica sui proverbi napoletani torna con il solito dualismo sacro/profano che rappresenta un elemento tipico della città di Napoli. Il proverbio di cui oggi ci occuperemo recita così:

Quanno ‘o Signore ‘nzerra na porta, arape nu purtone

TRADUZIONE:

Quando Dio chiude una porta, apre un portone.

Una delle caratteristiche fondamentali dell’atteggiamento partenopeo è quello della speranza, impregnata in una matrice religiosa, dai toni quasi confidenziali, frequenti per quel sentirsi “in buoni rapporti” con la divinità o con il santo di turno. Il proverbio, che può sembrare semplicemente un monito del tipo” ci saranno giorni migliori”, in realtà è un richiamo su se stessi, un avvertimento al Padreterno che, detenendo le redini delle nostre vicissitudini, sta ponendo ostacoli ai nostri obiettivi.

Una nota a parte merita il termine ‘nzerrà (‘nzerra è l’indicativo presente) che vuol dire “chiudere“, anche se fonicamente si avvicina al termine “serrare“. Nel gergo partenopeo sta ad indicare una forte reclusione, e lo si usa quando per esempio si vuole mettere del denaro in una cassaforte.

Celebre la frase che Eduardo de Filippo, nel suo capolavoro a tre atti “Natale in Casa Cupiello“, usa quando becca il figlio scapestrato con la borsetta della sorella in mano, con il probabile intento di rubare qualcosa.

“Concetta … nzerra!”

TRADUZIONE

“Concetta … riponila al sicuro”

 


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