Dalle urne è uscito un quadro politico molto complicato: il Partito democratico ha la maggioranza assoluta dei seggi alla Camera ma al Senato è necessaria un’alleanza con il Movimento 5 Stelle che al momento sembra restio all’idea di unirsi al partito di Bersani. Proprio quest’ultimo ha lanciato al gruppo di Beppe Grillo una proposta di governo basata su un programma articolato in otto punti.
Proprio questo piano ha suscitato la nervosa reazione del giornale dei vescovi italiani Avvenire che ha reagito con il corsivo “Quanto zelo, segretario!”.
Non si può certo dire che i cattolici possano dirsi contenti del risultato delle urne. Il movimento Scelta civica di Mario Monti, pur avendo ricevuto l’appoggio addirittura dell’Osservatore Romano, ha ottenuto solo il 9,13 per cento delle preferenze al Senato aggiudicandosi 18 seggi e l’8,3 alla Camera riuscendo a far eleggere 37 deputati. Risultati miseri per il cattolicissimo Udc che ha ottenuto alla Camera solo l’1,78 per cento delle preferenze mentre il movimento cattolico di Magdi Cristiano Allam è stato votato solo dallo 0,12 per cento dagli elettori. Insomma una situazione per i cattolici così drammatica che anche Famiglia Cristiana scrive di «un’Italia senza cattolici».
Le elezioni hanno lasciato un Parlamento più laico e proprio il programma di Bersani ha suscitato la reazione del giornale dei vescovi nella parte in cui prevede, tra l’altro, di introdurre le unioni civili di coppie omosessuali secondo i principi della legge tedesca. A riguardo il corsivo di Avvenire è molto ironico: «Tutti punti cruciali, irrinunciabili, per il segretario del Pd Pierluigi Bersani. Tutti necessari per far cadere le barriere. Compreso, ci mancherebbe, l’urgenza che toglie sonno e futuro agli italiani: regolare “alla tedesca” le unioni gay». Ad Avvenire forse sfugge un particolare non irrilevante. In Italia esistono omosessuali, italiani a tutti gli effetti, che non dormono sonni tranquilli sapendo che la loro unione non è tutelata dalle leggi dello Stato. Forse il giornale dei vescovi ha una visione stereotipata dell’italiano. Crede che gli italiani siano tutti eterosessuali, cattolici e timorosi di dio. Per fortuna la situazione è ben diversa: ci sono italiani omosessuali, atei, blasfemi, agnostici, laici, peccatori, etc. che «hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali» secondo quanto prevede il bellissimo articolo 3 della Costituzione della Repubblica italiana.
Sempre ironicamente Avvenire giudica questo programma come «una svolta paragonabile al rilancio della crescita economica, da mettere sullo stesso piano della moralizzazione nella vita pubblica, da assimilare alla lotta contro l’evasione fiscale» dimenticando che il programma di Bersani – condivisibile o meno – prevede delle misure per il rilancio dell’economia e per la lotta alle frodi fiscali. Per quanto riguarda la “moralizzazione nella vita pubblica” forse Avvenire dovrebbe chiarire cosa intende: di certo non è compito dello Stato quello di “moralizzare” e questo compito di solito spetta proprio alle religioni ma forse i vescovi, impegnati più a fare politica che a lanciare messagi di moralità, si sono dimenticati quale sia il loro compito principale. Per evitare confusione sarebbe meglio che la moralizzazione sia lasciata alle confessioni religiosi mentre la politica (quella seria) torni ad essere appannaggio dei politici.
È interessante notare che Avvenire non critica il programma di Bersani per qualche punto necessario alla vita del Paese che magari potrebbe non essere compreso ma perché – anatema – tale programma è tanto esteso da prevedere una legge che interessa una categoria di cui la Chiesa non ha molta simpatia: gli omosessuali, cittadini della Repubblica italiana come qualsiasi altro, cittadini che nascono in questo Paese, studiano, lavorano, pagano le tasse (che finanziano testate tra cui lo stesso Avvenire che nel 2010 ha ricevuto un finanziamento record di 5.092.265,03 €), contribuiscono alla crescita di questa Nazione, partecipano alla vita politica.
Il corsivo di Avvenire si conclude domandandosi «Qualcuno si chiede ancora perché Rosy Bindi si dolga che questo Pd “non è percepito come vicino ai drammi della gente”»? A riguardo mi sembra di ricordare una frase che bene si addice: «perché stai a guardare la pagliuzza che è nell’occhio di un tuo fratello e non ti accorgi della trave che è nel tuo occhio?». Il Partito democratico certamente ha i suoi problemi ma forse la Chiesa cattolica italiana ha problemi ben maggiori: nel nostro Paese in pochi anni è sensibilmente diminuita la percentuale di chi considera importante la religione nella propria vita, gli italiani sono sempre più lontani dalla Chiesa e dalle sue posizioni soprattutto per quanto riguarda i temi etici, il 23 per cento degli italiani è distante dalla religione, la secolarizzazione interessa due italiani su tre, in un decennio il numero dei credenti in Italia è diminuito del 10 per cento.
Allora, parafrasando Avvenire, possiamo domandarci se qualcuno si chiede ancora perché la Chiesa cattolica non è percepita come vicina ai drammi della gente anche, ma non solo, omosessuale. Quindi, considerato tutto questo, per un cattolico che sia contrario non solo al matrimonio per gli omosessuali ma anche alle unioni civili non esiste nessuna speranza? Una speranza esiste: possono inviare la proprie osservazioni per contribuire al programma del Partito democratico. Magari avranno più fortuna di quella avuta il 24 ed il 25 febbraio.
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