Quanti fan, follower su Twitter o su Wattpad, quante copie del vostro ebook autopubblicato servono per spingere un editor di una grossa casa editrice a pensare che vi siate conquistati un vero pubblico e non una bolgia di adulatori che non andranno mai in libreria?
Sono molti i casi di autori, in Italia e all’estero, che hanno avuto successo in libreria dopo aver conquistato la rete.
Ne citerò alcuni, definendo al contempo quattro tipologie:
La blogger
Per i suoi colleghi è un mito. Lucrezia Scali, classe 1986, studentessa di veterinaria, si è autopubblicata il suo romanzo d’esordio, Te lo dico sottovoce, che è subito schizzato in testa alla classifica dei libri digitali più venduti. Poi è arrivata Newton & Compton, l’edizione cartacea e il terzo posto nella top 10 dei libri più venduti del Corriere della Sera.
La proletaria
Lo era la Rowling del primo Harry Potter (anche se qui internet non c’entra), ora abbiamo Anna Todd. Parliamoci chiaro, se volete seguire le loro orme, dovete scrivere i vostri romanzi in bar di periferia, a casa mentre fate le pulizie e correte dietro ai bambini o la notte sfruttando la luce delle insegne della strada.After di Anna Todd è un porno soft per giovani adulti (Le 17 sfumature di grigio?). Se non l’avete mai visto, vuol dire che non siete entrati in libreria negli ultimi due mesi. Pubblicato sul web da una giovane ventitreenne, ha avuto successo ed è stato poi comprato in America da Simon & Schuster e in Italia da Sperling&Kupfer.
La poetessa
Se volete osservare il fenomeno mentre si verifica (e non a posteriori, quando magari è giù uscito pure un film) scrivete su Google il nome di questa ragazza: Anna Casciani. Lei è una fabbrica di aforismi, sicuramente ne conoscete alcuni, anche se non vi ricordate chi li ha scritti: “Per scuotere un cuore che ha sofferto, ci vuole il doppio dell’amore che hai perso”. Meglio soffrire che mettere in un ripostiglio il cuore è il titolo del romanzo che uscirà a breve con Mondadori. Quindi, al momento, una scommessa da tenere sott’occhio.
L’idealista o l’estroso (che fa pure il bis)
E se pensate che si tratti solo di fuochi di paglia, guardate invece che ha fatto Antonio Dikele Distefano, italiano di origine angolana. Il suo Fuori piove, dentro pure, passo a prenderti se l’era pubblicato da solo e da solo se l’era promosso, organizzando serate, presentazioni, incontri nelle scuole, realizzando brevi video che avevano ben presto cominciato a spopolare in rete. La sua forza è stata fin dall’inizio l’autenticità. I suoi post grondano realismo, anche quando parlano di storie di finzione. Il suo romanzo toccava temi delicati (amore e razzismo) ed era una storia vera.
Il segreto: far leggere chi non legge (ovvero la stragrande maggioranza della popolazione) ma guarda e ascolta, ovvero l’immensa comunità dei navigatori in rete. Nei suoi video, infatti, legge spesso pagine dei suoi libri, dà un volto ai personaggi, mostra un film anche se il film non c’è (non ancora).
I suoi numeri oggi sono questi:
Pagina Facebook: 70000
Profilo personale: 108.000
Visualizzazioni dei video in media: 150.000/200.000
Ma anche prima dell’arrivo di Mondadori, Antonio era già un fenomeno (lo storico dei suoi post lo dimostra). La nuova edizione ha venduto 100.000 copie in meno di un anno e la casa di produzione Lux Vide ne ha acquisito i diritti per farne un film.
Il 17 febbraio uscirà in libreria il suo nuovo romanzo, Prima o poi ci abbracceremo, sempre con Mondadori.
Farà il bis?
Tirando le somme, provo a rispondere alla domanda del titolo: quanti mi piace servono per fare un best seller?
Non esiste una risposta scientifica, e le eccezioni ci sono, ma si possono mettere dei paletti.
Su Facebook (pagina o profilo che sia): dovete avere complessivamente non meno di 20.000 fan e i vostri post devono ottenere una media di 500 mi piace.
Per un romanzo autopubblicato: non meno di 15.000/20.000 copie (vere, non quelle che dite di aver venduto. Gli editori hanno tutti gli strumenti per controllare…).
Se la vostra piattaforma è Wattpad: almeno 40.000 lettori (non meno di 100.000 se state scrivendo l’ennesima fanfiction dei One Direction).
Se non avete questi numeri, avete due possibilità: o studiate i casi editoriali di cui si è detto, oppure cercate di scrivere un buon libro punto e basta. Le mode, nel mondo dell’editoria, vanno e vengono e non mi stupirei se, tra qualche anno, si cominciasse a parlasse di nuovi best seller che non hanno niente a che vedere con internet, scritti da autori eremiti che non hanno nemmeno un profilo Facebook.
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