Negli ultimi anni, con la sempre maggiore diffusione di dispositivi connessi a internet, i crimini che vengono compiuti attraverso la rete (compresi social network, email e altre applicazioni) sono in aumento. A essere colpiti non sono solo i cittadini, con furti di identità e truffe informatiche. Spesso le vittime sono aziende e istituzioni. Questo è ciò che emerge dal Rapporto Clusit 2014, che analizza la realtà del cybercrimine in Italia.
A livello globale, il numero di attacchi gravi è aumentato del 245% tra il 2011 e il 2013. Di conseguenza, sono aumentati anche i danni economici: 26% in più a livello globale rispetto al 2012. Una stima realizzata dal Ponemon Institute parla di circa 500 miliardi di dollari nel mondo.
Uno studio di Rand Corporation ha dimostrato che il furto di un account Twitter può essere più redditizio del furto di una carta di credito: si va da 16 dollari a 325 dollari o ancora di più per gli account più conosciuti (che però sono più difficili da rubare). Secondo l’analisi di Downloadblog, un hacker può guadagnare da un profilo Twitter utilizzandolo come base per la diffusione di spam oppure può cercare di entrare in possesso anche dei dati dei profili collegati a Twitter (posta elettronica e altri servizi).
Ma torniamo all’Italia: su 1.150 attacchi classificati come gravi nel 2013 a livello globale, 39 riguardano il nostro Paese, ma il dato potrebbe essere sottostimato, anche perché spesso le aziende colpite non diffondono la notizia dell’attacco: diventa così più difficile stimare anche i danni all’economia legale.
Raoul Chiesa, membro del Clusit, sottolinea come l’Italia sia in ritardo rispetto al resto dell’Europa per quel che riguarda le contromisure per difendersi dagli attacchi informatici. A essere molto colpito, il settore della moda, che ha fatto registrare un aumento degli attacchi del 10-15%. “Significa che ci stanno sottraendo proprietà intellettuali importanti, per l’economia del nostro Paese, tramite cybercrime”, commenta Chiesa, intervistato da Repubblica.
Secondo Biagio Simonetta, autore di Enne. La nuova criminalità invisibile 2.0, “ogni secondo, in tutto il mondo, si compiono 1,2 reati informatici”. Ecco perché è importante essere attenti e consapevoli e seguire alcune regole base per difenderci dai rischi.