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Quanto costerebbe a famiglia la reintroduzione dell ICI prima casa

Creato il 16 novembre 2011 da Maurizio Picinali @blogagenzie

Costerebbe in media 136 euro a famiglia ogni anno l’Ici sul prima casa se fosse reintrodotta (185,40 euro per una casa accatastata in A/2 e 86,62 euro per una casa in A/3).
E’ il dato che emerge da un'indagine del Servizio politiche territoriali della Uil relativa alle 104 città capoluogo di provincia.
“L'aliquota media applicata - spiega il segretario confederale Guglielmo Loy - per l'abitazione principale è del 4,98 per mille, mentre l'aliquota ordinaria è del 6,74 per mille.
La detrazione media sulla prima casa è di 117,27 euro (103,29 euro la detrazione ordinaria).
Le nostre stime indicano che, qualora venisse reintrodotta l'imposta con le attuali regole, questa produrrebbe per i Comuni un gettito totale di circa 3,7 miliardi di euro, equivalenti al 41% dell'attuale gettito Ici (9,1 miliardi), portando complessivamente nelle casse dei Comuni oltre 12,8 miliardi”.Quanto costerebbe a famiglia la reintroduzione dell ICI prima casa
Alcuni esempi.
A Rimini, denuncia ancora la Uil, l'Ici sulla prima casa peserebbe mediamente 386,60 euro; a Pisa 355,90 euro; a Verona 338,90 euro; a Ferrara 268,65 euro; a Benevento 262,75 euro; a Padova 262,70 euro; a Cosenza 226,15 euro; a Salerno 224,77 euro; a Taranto 214,62 euro.
È invece a Reggio Calabria che l'Ici peserebbe mediamente meno sulle famiglie con 17,50 euro; a Lecce 18,47 euro; a Teramo 27,50 euro; a Messina 31,50 euro; a Crotone 32,80; a Trapani 41,70 euro; a Viterbo 42,50 euro; ad Asti 43,40 euro; a Oristano 52,10 euro; a Vibo Valentia 55,10 euro; a Lucca 55,97 euro.
Un ulteriore effetto di inasprimento sarebbe possibile se si considera che i Comuni, dal prossimo anno, potranno deliberare una nuova imposta di scopo per la realizzazione di opere pubbliche, facoltà inserita nel decreto sul Federalismo municipale.
Si tratta di un'addizionale di imposta (0,5 per mille sulla base imponibile Ici) che oggi esclude l'abitazione principale.
Inoltre, dice ancora la Uil, il decreto correttivo del fisco municipale che prevede la service tax: una reintroduzione mascherata dell'Ici sulle prime case con un'aliquota del 2 per mille che graverà su chiunque occupi un immobile adibito ad abitazione, comprese le famiglie in affitto, e che servirà per finanziare servizi generali dei Comuni (illuminazione pubblica, polizia locale, anagrafe ecc.).
Per tutto questo la Uil boccia l'ipotesi di una reintroduzione dell'Ici prima casa ribadendo come la strada maestra, non più rinviabile, resti l'attuazione rapida della delega per la riforma fiscale, per ridurre le imposte per i lavoratori dipendenti e pensionati.fonte UIL 15 NOVEMBRE 2011


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