Stephen King è stato uno dei miei primi grandi amori letterari, se non il primo vero amore di questo genere. E come tutti quei libri, film, spettacoli, che rimangono marchiati a fuoco nell’esistenza e nella memoria, di tanto in tanto riaffiora la voglia di continuare a leggerlo, magari recuperando quanto si è lasciato indietro, o a metà.
Stavolta il riaffiorare è stato dovuto alla visione di un diagramma, per la verità giunto alla sua seconda versione, che tenta di dar conto di tutti, o quasi, i collegamenti esistenti tra i romanzi di King. Per chi non fosse un conoscitore dello scrittore del Maine, se consideriamo che il primo romanzo, Carrie, uscì nel 1974, e da allora la sua attività è stata serrata, anche troppo, quasi febbrile, possiamo farci un’idea della vastità del corpus. Romanzi, raccolte di racconti, racconti sparsi in antologie varie, non-fiction, oltre a un numero stratosferico di riduzioni cinematografiche e televisive dalle sue opere.
Come dimostra il fittissimo schema, non sono pochi i personaggi ricorrenti, anche in romanzi o racconti lontani nel tempo, e notevoli sono gli intrecci, con alcuni testi, in particolare quelli appartenenti alla saga della Torre nera, a fare da grandi “collettori-mondo”.
Chissà che questa non possa essere, per me, la volta buona per riprendere l’esplorazione di un mondo così esteso, vero, e “vivo”. Credo mi rimangano, nell’attesa dell’uscita di Doctor Sleep, prevista negli Stati Uniti per il 24 settembre, più o meno una ventina di volumi, arrotondando per difetto.
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