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Quanto prende lo Stato per le sigarette che compriamo?

Creato il 27 aprile 2013 da Beltane64 @IrmaPanovaMaino
Quanto prende lo Stato per le sigarette che compriamo? Questo post non vuole essere la risposta concreta a quanto supponeva un certo Anonimo, in un commento postato in merito all'articolo in cui veniva trattata la sigaretta elettronica, bensì una veloce considerazione, con cifre ufficiali alla mano, di quanto intasca lo Stato su ogni pacchetto di sigarette che viene acquistato. Si calcola che in Italia vi siano poco meno di 11 milioni di fumatori sopra i 15 anni e questo equivale al 21% della popolazione e se ogni fumatore, in media, spende 1.400 euro all'anno, questo vuol dire che nelle casse dell'Erario entrano più o meno 15.400 milioni di euro annui. Vi sembra eccessivo? Dunque cosa compone il prezzo finale delle sigarette? Il conto è presto fatto e i dati riportati di seguito sono aggiornati al 16/04/2013 e sono tratti direttamente dal sito governativo dell'Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, di Stato ovviamente. Quindi il costo finale dei tabacchi lavorati è ufficialmente gravato dai seguenti fattori:
  • l'IVA, che è pari al 21% del prezzo di vendita al pubblico al netto dell'IVA stessa
  • l'accisa , correlata al prezzo di vendita al pubblico, varia in relazione alla categoria del prodotto
  • il dazio, che si applica solo qualora i prodotti provengono da paesi terzi, cioè non appartenenti alla Unione Europea
Su un valore ipotetico di 100, preso a caso per comprendere meglio le percentuali, ciò che si evince si calcola in questo modo:
  • 58,5 verranno versate nelle casse dell'Erario a titolo di accisa
  • 17 andranno, ugualmente, allo Stato per il pagamento dell'IVA
  • 10 ricompenseranno il rivenditore
  • 14,5 costituiranno l' incasso per il produttore
Questo vuol dire che lo Stato incassa il 75,5% di quanto noi paghiamo al tabaccaio e su una spesa annua di 1.400 euro pro capite, significa che versiamo alle casse nazionali ben 1.057 euro di aggravi fiscali vari. 15.400 milioni di euro... diventa persino difficile scrivere una cifra simile, figuriamoci immaginarla. E come se questo non bastasse, in previsione vi sono ulteriori aumenti, i quali faranno passare l'IVA al 21% al 23% e questo perché negli ultimi cinque anni è diminuito il numero dei consumatori e quindi vi è stato un calo delle entrare piuttosto oneroso. Quindi, se da una parte è in atto la caccia alle streghe, la quale dipinge i fumatori come assassini compulsivi e untori della peggior specie, dall'altra, se tutti gli 11 milioni smettessero di fumare nello stesso istante, il mancato guadagno graverebbe sul bilancio governativo come un macigno. Consideriamo che anche l'introduzione della sigaretta elettronica ha avuto il suo peso. Dalla fine dell'anno scorso al primo trimestre di quest'anno, vi è stata un'ulteriore diminuzione dei consumi sui tabacchi e in buona parte questo è dovuto anche alle sigarette elettroniche, tuttavia la perdita di oltre 200 milioni di euro non è passata inosservata e lo Stato è corso ai ripari iniziando a studiare in che modo tassare anche quest'ultimo ritrovato tecnologico. Non sia mai che si lasci scappare un'occasione così succulenta! Per poi, come suo solito, vietarne l'uso in tutti i luoghi pubblici, compresi treni e aeroporti. Dunque, se la sigaretta elettronica potrebbe apportare dei vantaggi, almeno per le nostre tasche, dall'altra non avrebbe alcuna efficacia sulla libertà di utilizzo e per i fumatori più accaniti, quelli che alla sigaretta normale non riescono proprio a rinunciare, il rincaro dei prezzi, che avverrà sicuramente per riequilibrare gli ammanchi, porterà a guardarsi intorno, alla ricerca di un'alternativa. E se ancora tutto questo non fosse sufficiente, i rincari applicati al tabacco porteranno sicuramente a un aumento del mercato parallelo delle sigarette di contrabbando. E c'è già chi pensa di riesumare un decreto del 2010, il quale prevede di rivendere, in tabaccherie ufficiali, le tonnellate di sigarette sequestrate nel 2012, materiale che, diversamente, sarebbe destinato agli inceneritori e quindi ad andare letteralmente in fumo. Ad ogni modo, alla fine di tutte queste considerazioni, ciò che viene spontaneo chiedersi è: dove diavolo spariscono tutti questi soldi?

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