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Quanto sono volgari i giovani d'oggi (appunti su Pasolini e Maresco)

Creato il 26 settembre 2014 da Stupefatti
Quanto sono volgari i giovani d'oggi (appunti su Pasolini e Maresco)
Franco Maresco a Brancaccio, quertiere popolare di Palermo, che intervista i giovani semianalfabeti in Belluscone (2014) è come Pier Paolo Pasolini in giro per l'Italia che intervista i ragazzini del sottoproletariato urbano in Comizi D'Amore (1963). Solo che la gente intervistata non è più la stessa, sono totalmente radicalmente schifosamente mutati per via di cambiamenti psicosociali di portata immane. (1)

E proprio di mutazione si tratta, tipo una cosa da fantascienza cyberpunk. I giovani d'oggi, ma anche gli analfabeti di ritorno, i sottoproletari (termine antiquato, lo so), il popolo e il popolino, nient'altro che la tanto vituperata e acclamata "pancia" del paese (2) - che rimane ovviamente salda maggioranza numerica in Italia, determinante per ogni carriera politica nel locale e nel nazionale - tutta questa gente qui, insomma, ha subito una mutazione pseudo-genetica che si può comprendere appieno, e cercare di raccontarla, soltanto se si possiede la sensibilità di un Pasolini o di un Maresco.Questi qui non sono mai mai e poi mai "naturali" davanti alla telecamera (e non solo, credo) ma sempre immancabilmente "si atteggiano" in qualche modo. Si rifanno sempre e immancabilmente a qualche confuso "modello" acquisito chissacome, durante ore e ore di consumo bulimico di materiale massmediatico.  Usano paroloni senza saperne il significato. Discettano di filosofia e psicologia spicciola con una superficialità e una prepotenza sconcertante. Hanno paura di dire "forse" e "non so". Sono arroganti, egocentrici, sempre e comunque inopportuni. Sono esperti dell'arte dell'ostentare e del mettere in mostra e dell'apparire. Sono volgari - la volgarità è un bel concetto per spiegare tante cose di questi tempi qua (3) - volgari di una volgarità che in tutto "Comizi d'amore" semplicemente non esiste. Perchè quella era un'altra Italia, dove l'umanità era, a prescindere da tutto, nettamente migliore. Dice l'autore di Belluscone in un'interessantissima intervista al Manifesto. 

Vedi ancora tracce, almeno nei corpi, di un essere umano che però si avvia ad essere altro, e quindi è un ibrido. Diven­tano una cosa mostruosa, pro­prio per­ché vedi corpi, e nel frat­tempo teste, e nel frattempo sguardi, che rara­mente hanno lampi di vera, di vera, autenticità. (...) nella testa hanno Canale 5, hanno Maria De Filippi, hanno Amici, hanno you­tube, hanno face­book. Vera­mente hanno niente.
E’ que­sta la cosa che ti fa toc­care con mano que­sta mostruo­sità: que­sti ibridi, que­sta coe­si­stenza nei corpi che comun­que si por­tano die­tro le tracce di che ne so, di arabi, di nor­manni, di quello che siamo stati. E que­ste facce, poi. Così for­mate alla maniera tutta meri­dio­nale. E poi invece vedi que­sti occhi, que­ste facce, que­sti sor­risi, tutto come se fos­sero in una spe­cie di con­nes­sione con­ti­nua, o comun­que di ripresa. Qual­che cosa come un rea­lity show: vivono come se fos­sero inqua­drati sem­pre a favore di video­ca­mera, di tele­fo­ninoE’ una cosa agghiac­ciante. Que­sto orrore che peral­tro livella tutto. E quindi rende uguali ber­ga­ma­schi e catanesi…
Note1) I due film-documentari in questione sono cose importantissime. Andrebbero fatti vedere a scuola, commentati, discussi. Perchè raccontano l'Italia come pochi altri hanno saputo fare. Qui "Comizi d'Amore" in versione quasi-integrale.


1-bis) Leggi la scheda su Comizi D'Amore su Enciclopedia Treccani. Di seguito alcuni link sul film di Maresco.  Belluscone e la metafora spietata sotto il cielo di Sicilia (ArtTribune). Video (Il Fatto Quotidiano). Venezia, Belluscone di Maresco anatomia di una farsa in salsa siciliana (Il Fatto Quotidiano). Belluscone, applausi a Venezia (Repubblica). Intervista Maresco (Rapporto Confidenziale). Belluscone, qualche riflessione a caldo (Rosalio). Il film geniale di Maresco santifica Silvio e riabilita Marcello Dell'Utri (Resapublica). 2) L'Italia è il primo paese in Italia per "analfabetismo funzionale. Ne parla Wired in un articolo illuminante. "Un analfabeta, ci ha ricordato l’OCSE pochi giorni fa, è anche una persona che sa scrivere il suo nome e che magari aggiorna il suo status su Facebook, ma che non è capace “di comprendere, valutare, usare e farsi coinvolgere con testi scritti per intervenire attivamente nella società, per raggiungere i propri obiettivi e per sviluppare le proprie conoscenze e potenzialità”.Certo, sono due analfabetismi diversi: quello di secondo tipo si chiama analfabetismo funzionale e riguarda quasi 3 italiani su 10, il dato più alto in Europa. (...) Un analfabeta funzionale, però, anche se apparentemente autonomo, non capisce i termini di una polizza assicurativa, non comprende il senso di un articolo pubblicato su un quotidiano, non è capace di riassumere e di appassionarsi ad un testo scritto, non è in grado di interpretare un grafico. Non è capace, quindi, di leggere e comprendere la società complessa nella quale si trova a vivere. Tre italiani su 10, ci dice l‘OCSE, si informano (o non si informano), votano (o non votano), lavorano (o non lavorano), seguendo soltanto una capacità di analisi elementare: una capacità di analisi, quindi, che non solo sfugge la complessità, ma che anche davanti ad un evento complesso (la crisi economica, le guerre, la politica nazionale o internazionale, lo spread) è capace di trarre solo una comprensione basilare. Un analfabeta funzionale, quindi, traduce il mondo paragonandolo esclusivamente alle sue esperienze dirette (la crisi economica è soltanto la diminuzione del suo potere d’acquisto, la guerra in Ucraina è un problema solo se aumenta il prezzo del gas, il taglio delle tasse è giusto anche se corrisponde ad un taglio dei servizi pubblici…) e non è capace di costruire un’analisi che tenga conto anche delle conseguenze indirette, collettive, a lungo termine, lontane per spazio o per tempo. (...)".3) Eh si, ma cosa si intende per "volgarità"? Eh, bella domanda. 

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