Lo scrivo, o non lo scrivo? Ne parlo o non ne parlo?
D’altra parte non è certo una novità cinematografica, sarà almeno un mese che gira nelle sale.
Poi, come molte altre volte, mi sono detta: ma mica siamo l’ANSA! Non ci chiamiamo mica Morandini o Mereghetti! Non compete certo a noi recensire le prime visioni. E questo film mi ha davvero colpito! “Quasi Amici” è uno dei film più teneri, delicati, ben fatti e divertenti che mi sia capitato di vedere. Come al solito quando mi decido ad andare al cinema cerco di orientarmi verso film “sicuri”: già ci vado pochissimo! Se devo anche prendere delle cantonate me ne sto a casa. Così una volta che qualcuno dei miei guru (normalmente Laura o Spicy) mi suggeriscono un film (ma anche un libro, eh!), non voglio avere anticipi di trama, così come cerchiamo di non darne noi, qui sul blog.
Quasi amici è un film francese che sarebbe troppo riduttivo definire commedia, anche se fa ridere (e molto!), e non è nemmeno un film triste, anche se commuove. E’ la storia di una profonda, strana, inconsueta amicizia tra Philippe, un ricco e raffinato tetraplegico interpretato da François Cluzet e Driss, il suo improvvisato badante senegalese appena uscito dal carcere, interpretato da Omar Sy.
Il film è diretto da Olivier Nakache e Éric Toledano, e si ispira a una storia vera, che non anticiperò non solo perché non è nostra abitudine farlo, ma soprattutto perché a raccontarne la trama ne banalizzerei la storia, e il suo significato che invece si può cogliere e apprezzare solo guardando il film.
D’altra parte, sarebbe stato molto facile scadere nel patetico, o nello smielato. Invece guardando il film ci si diverte: perfino il mio Figlio Piccolo, dopo un primo momento di spaesamento, se la rideva a crepapelle!
Oltre ai protagonisti, anche gli altri personaggi sono stati ben definiti, in alcuni casi con pochi tratti, ma sufficienti a dare loro spessore e carattere.
Lo consiglio vivamente a tutti, grandi e piccoli!
Per chi volesse approfondire, il libro autobiografico che ne racconta la storia è Le second souffle.