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Quasi amici di Nakache e Toledano

Creato il 15 aprile 2012 da Spaceoddity
Quasi amici di Nakache e ToledanoParigi. Philippe è un musicologo, esperto di Berlioz. È un tetraplegico colto  ricchissimo, che si può permettere un tenore di vita da favola, ma ha bisogno di altre gambe e altre braccia per muoversi. I suoi aiutanti non reggono a lungo allo stress, così frequentemente incontra candidati all'incarico. Finché non arriva Driss, totalmente inadatto al lavoro e all'ambiente sociale in cui va a inserirsi, ma che conquista Philippe e il suo entourage, perfino la formale Yvonne.
Quasi amici (2011, tit. or. Intouchables) è un film, tratto da una storia vera, che ha commosso la Francia e spettatori in tutto il mondo. Scritto e diretto da Olivier Nakache ed Eric Toledano, affronta il tema di un'amicizia imprevedibile con un'immediatezza commovente. Non si tratta di una sceneggiatura imprevedibile, la struttura a flashback è palese sin dalla prima  scena, e diversi intrecci e personaggi non hanno la forza di storie, rimangono proprio di contorno ma proprio per questo contribuiscono al ritratto di un'epoca. E, si direbbe, aiutano a focalizzare non tanto l'amicizia, quanto l'insieme di vita, esperienze e conoscenze che passano dall'uno all'altro.
Philippe (François Cluzet) e Driss (Omar Sy) non crescono per reciproca accettazione e conoscenza l'uno dell'altro: non c'è nessun problema di razzismo, le classi sociali rimangono ben distinte e anche la malattia è sfumata rispetto ad altri film, come Mare dentro, per esempio. Contemporaneamente vi si accentua la dimensione fiabesca, soprattutto nello sguardo di Driss, poco abituato alle arti, e l'intimità vera ed elettrica che si instaura tra i due diversi uomini. A partire da questo rapporto incisivo, gli altri vanno prendendo corpo e ciascuno può valutare per sé cosa, nel titolo italiano, tenga Philippe e Driss sulle soglie di una vera e profonda amicizia.
Quasi amici di Nakache e ToledanoQuasi amici è una storia toccante e recitata in modo meraviglioso dai suoi protagonisti - e trovo che meriti una menzione speciale anche  la francesissima Yvonne di Anne Le Ny. La Parigi che ne emerge non è quella oleografica (e volutamente troppo turistica) di Midnight in Paris di Woody Allen. È una grande città francese di oggi, con la sua banlieu, con le sue disarmanti diseguaglianze tra coloro che vivono di stenti sussidi pubblici e coloro che possono permettersi aiuti privati. È più di uno sfondo, è una realtà: trovo incredibile come i francesi sappiano fare della loro capitale un simile scenario per un'altra storia vicenda di solitdune e d'amicizia (penso, in special modo, a Il mio miglior amico di Patrice Leconte). In Quasi amici le storie confluiscono a Parigi e si fanno vissuto, ci si incontra lungo il suo sfondo vero e sfocato, favola e necessità esistenziale dell'altro.

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