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Ispirato a una storia vera, Quasi amici è un buddy-movie, oltre ad essere una commedia divertente, irriverente, imprevedibile, scorrevole, che gioca molto sui dialoghi crudi e diretti, senza retorica, come "non posso caricarla la dietro come un cavallo" o "niente cioccolato per l'handicappato", "non ci moviamo, soprattutto lui", "io sono le tue braccia e le tue gambe? Ecco fammi essere anche le tue mani per riempirla di botte perché tu, a parte investirla, non puoi farle granché". Entrambi i protagonisti hanno una forma di handicap: l'uno quella fisica, l'altro quella sociale. Appartengono a mondi diversi e distanti, ma proprio qui sta il nucleo della commedia: il confronto fra un linguaggio colto e lo slang di periferia, fra l'abbigliamento elegante e le felpone con cappuccio e tute di ginnastica, fra musica classica e soul, insomma fra un aristocratico che vive in un palazzo pieno d'oggetti d'arte e un disoccupato che abita in un appartamento dall'intonaco che cede, nei sobborghi di una Parigi multietnica. Nonostante i contrasti evidenti, tra i protagonisti nasce una (quasi) amicizia che fortifica entrambi talmente tanto da diventare intouchables.
IMPREVEDIBILE E REALISTICO
Imprevedibile quanto realistico questo connubio, che fa ridere, ma che fa anche commuovere per la genuinità e la purezza del rapporto portato in scena. La strana coppia impara qualcosa da questo legame: Philippe si apre all'altro in modo più diretto, soprattutto verso le donne, Driss assorbe qualsiasi cosa riguardi la cultura che trasuda nel nuovo ambiente che frequenta. Quasi amici ha ottenuto un immenso successo sia in Francia che in Italia; un applauso è dovuto ai registi e sceneggiatori Eric Toledano e Olivier Nakache, che hanno tratto l'idea da un documentario visto nel 2003 del vero incontro tra l'aristocratico tetraplegico Philippe Pozzo di Borgo e il badante di umili origini algerine Abdel Sellou.
Un altro applauso fragoroso va ai due protagonisti, François Cluzet e Omar Sy, l'uno imbalsamato (non solo fisicamente) e conforme ad un perbenismo legato al suo ambiente, l'altro irruente ed esplosivo. È una coppia che funziona davvero bene. A momenti, pare che entrambi non seguano più un copione, ma passino all'improvvisazione pura, tale da coinvolgere loro stessi e ovviamente il pubblico. Insomma un rapporto autentico basato sulla solidarietà, sul rispetto e sull'amicizia. Il "quasi" sta nel fatto che fino alla fine, si danno del "lei".
Si ride (e anche tanto) perché si affrontano temi delicati e difficili come l'immigrazione e l'handicap di una persona ma con toni leggeri, attraverso fatti e persone senza ipocrisie, sofismi e soprattutto pietismi, come quando i due parlano di sesso, "volevo chiederti... insomma con le donne tu puoi ancora o..come fai?" "bisogna adattarsi".
Quasi amici è musicata da Ludovico Einaudi, che incanta sempre con il suo modo di comporre. Non mancano brani dei Kool & the Gang e capolavori della musica classica che echeggiano in tutto il film.
Gli "angeli" esistono... ed è proprio la loro inconsapevolezza a renderli tali
Fonte: http://www.roarmagazine.it
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