LO SPELEOLOGO
di NICOLAS ICARDI
I Quatermass sono uno degli strani scherzi della storia del Rock, una formazione durata soli due anni, un album omonimo, una paio di singoli, un’attività live di prestigio durante la quale hanno aperto per gruppi come Kinks, Black Sabbath e Earth, Wind & Fire, ed hanno suonato perfino in alcuni templi sacri della musica rock come il Marquee di Londra e il Fillmore East di New York. Tutto questo concentrato in meno di due anni di attività ma che saranno ricordati principalmente per quell'unico episodio discografico che resterà uno dei dischi più belli e interessanti della storia del progressive inglese. La band si forma nel 1969, quando Ian Gillan lascia gli Episode Six per i Deep Purple e John Gustafson (basso e voce), con lui nella prima band, si unisce a Pete Robinson (organo) e Mick Underwood (batteria) per formare i Quatermass. La formazione è quella a tre, senza le chitarre, nel gruppo operava anche un collaboratore esterno, Steve Hammond che come autore compose tre brani del disco di debutto. Siamo nel 1970 e il progressive imperversa con la sua musica "romantica", quando molte formazioni rinunciano alla chitarra e dove ognuno ricerca strade nuove impastando rock con la musica sinfonica e il jazz con il blues con varie combinazioni e dosaggi. Alcuni ci riescono meglio altri meno. I Quatermass trovano una formula molto più funzionale di quella dei loro fratelli maggiori Emerson,Lake e Palmer, senza ostentazioni, eccessivi virtuosismi e ridondanze barocche. I Quatermass con il loro omonimo esordio uscito nel 1970 riescono a proporre una musica originale adornata di ottimi arrangiamenti che sapeva bilanciare hard rock, ritmi swing, ballate e rock progressivo. Il tutto facendo completamente a meno della chitarra elettrica, sostituita dalla rocciosa amplificazione dell’organo di Peter Robinson. La caratteristica più esclusiva della loro musica è il suo essere accuratamente scritta, l’improvvisazione, elemento fondamentale della musica del periodo, diventa un episodio calcolato e organizzato all’interno dell’economia complessiva dei brani. Peccato che essi non abbiano trovato l’appoggio necessario per sfondare né si siano imposti con la stessa caparbietà per esempio dei contemporanei King Crimson, perché il loro unico album, se fosse andato incontro ad un diverso destino, avrebbe avuto tutte le carte in regola per affiancare "In The Court Of The Crimson King" nell’olimpo dei dischi del progressive. Dopo il loro esordio discografico i Quatermass danno alle stampe un paio di singoli all'inizio del '71 e dopo pochi mesi decidono di sciogliersi e grazie alle loro grandi capacità di strumentisti continuarono a lavorare nel mondo della musica con altri grandi gruppi della musica Rock.
Dal loro unico album "Quatermass" (1970) vi propongo:
"Post War Saturday Echo" è un rock-blues tiratissimo, soprattutto nel ritornello, grazie alla voce trascinante e con un uso sapiente del basso. Forse il miglior pezzo dell'album. Una ciliegina poi è rappresentata dall'intermezzo di piano di sapore jazz, elegantemente ideato e magicamente amalgamato a tutto il resto che è blueseggiante.
"Up On the Ground" traccia che pone in risalto una buona sezione ritmica e un organo Hammond che mette i brividi ancora oggi.
"Black sheep of the family", gran pezzo che qualche anno più tardi causò inconsapevolmente la separazione di Ritchie Blackmore dai Deep Purple. Blackmore si era innamorato di questo brano al punto da voler realizzare una cover da inserire nell’ultimo disco dei Deep Purple (Stormbringer). Il disinteresse da parte degli altri membri lo convinse a mettere in piedi un progetto parallelo con la collaborazione di Ronnie James Dio. Fu così che il chitarrista decise di abbandonare i Deep Purple e di fondare un nuovo gruppo, e la tanto desiderata "Black sheep of the family" trovò finalmente spazio sul disco di debutto dei Rainbow nel 1975.
POST WAR,SATURDAY ECHO - 1970
Audio
UP ON THE GROUND - 1970
Audio
BLACK SHEEP OF THE FAMILY - 1970
Audio
A DOMENICA PROSSIMA...