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Quattro italiani al top dell’astrofisica mondiale

Creato il 23 giugno 2014 da Media Inaf

 

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Quattro italiani al vertice della ricerca astrofisica mondiale. E’ quanto riporta l’ultima analisi dell’istituto di ricerca Thomson Reuters, che appena quattro anni fa aveva collocato INAF ai vertici nell’astronomia mondiale.

I quattro italiani nella classifica dei primi cento al mondo per pubblicazioni scientifiche e citazioni (parametri che attestano non solo il numero di articoli pubblicati ma anche quanto siano state importanti per le ricerche del settore) sono (in ordine alfabetico) Patrizia Caraveo, direttore dell’Istituto di Astrofisica Spaziale e Fisica Cosmica di Milano dell’INAF, Andrea Cimatti Professore Ordinario dell’Università di Bologna e associato INAF, Paolo Giommi dell’ASI, responsabile dell’ASI Science Data Center (gestito congiuntamente da ASI e INAF), Alvio Renzini dell’Osservatorio Astronomico di Padova dell’INAF, ora in pensione.

Alvio Renzini era l’unico presente nella classifica precedente, pubblicata nel 2001.

Nel 2014 l’istituto Thomson Reuters ha voluto modificare le modalità di analisi perché non penalizzassero i ricercatori più giovani. La selezione non è più fatta sul solo numero di citazioni, ma sul numero di lavori di ogni ricercatore che sono risultati i più citati.

Così facendo Thomson Reuters ha selezionato circa 3200 scienziati divisi in 21 campi di ricerca (Il rapporto e i criteri).

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Tra gli Highly Cited Researchers, 55 dichiarano una affiliazione italiana. Si tratta di meno del 2% del totale, ma la percentuale non è uguale in tutti i campi. Nella Space Science, per esempio, si arriva a circa il 4%.

“E’ un’ulteriore conferma di quanto l’astrofisica italiana sia un’eccellenza scientifica nel mondo, forse più riconosciuta all’estero che in Italia”. A dirlo è il Presidente dell’INAF, Giovanni Bignami commentando lo studio del Thomson Reuters Institute, ed aggiunge: “ovviamente sono orgoglioso che i quattro italiani al top nelle scienze spaziali siano, per la maggior parte, personale INAF o associati al nostro istituto”.

 

Fonte: Media INAF | Scritto da Redazione Media Inaf


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