Chi studia e lavora nel Marketing lo sa bene, esiste un leitmotiv che tiene unite le molteplici sfaccettature di questo universo vasto e caotico: “la pubblicità è l’anima del commercio”.
Questa frase rientrava perfettamente nel paradigma “pubblicità = vendere” funzionante prima che su di noi si abbattesse lo spettro della crisi economica e che i nostri soldi si volatilizzassero nel nulla. Sembrerebbe logico dire che sia scontato aumentare la pressione pubblicitaria sui consumatori per veder nuovamente salire l’asticella delle vendite, no?
Questo è sempre meno vero: quello che occorre fare, ora che di soldi non ce ne sono molti, è continuare a fare pubblicità cambiando soltanto il modo in cui si comunica. Ecco perché lentamente stiamo assistendo a un cambio dei messaggi pubblicitari.
Insieme a un sottofondo di messaggi frontali, come ad esempio “compralo subito!”, cominciano – nemmeno più tanto silenziosamente – a fare capolino una serie di messaggi che sì inneggiano all’acquisto, ma lo fanno in modo amichevole e sorridente, quasi innocente e senza impegno.
Vediamo alcuni tra i modi più subdoli e interessanti che il marketing ha creato per farci acquistare di più e farci sentire contemporaneamente meno in colpa. Vi renderete conto che molti li abbiamo sotto il naso da tempo, altri sono arrivati da poco e poi ci sono quelli che da soli non dicono granché ma che combinati tra loro hanno una salda presa sulla nostra mente.
1. Tra X mesi/anni puoi restituire il prodotto e cambiarlo
Chi ha parlato di responsabilità? Nessuno vuole più prendersi la briga di avere a che fare con un orizzonte temporale prolungato. Noi vogliamo tutto, subito e poi si vedrà. Compro una macchina costosa oggi e tra 2 anni, quando forse sarò in mutande, la ridarò indietro; diluisco mensilmente una rata molto alta per uno smartphone da 600€ in su che userò per fare pubblica mostra del fatto che “io c’ho i soldi, barboni” (anche se ho un lavoro saltuario) e poi tra un anno, quando il mio modello sarà l’ultimo degli sfigati lo potrò cambiare per sentirmi meglio con me stesso.
Volete ma non potete? Tranquilli, ci ha pensato il Marketing.
2. Risparmi XX €/anno se aderisci entro...
Avete mai pensato che facendo oggi un contratto per la pay tv avreste risparmiato centinaia di euro l’anno? Quando sento queste affermazioni, penso sempre che anche non sottoscrivendo affatto un contratto per qualcosa che userei per 2 ore scarse al giorno riuscirei a risparmiare un bel gruzzolo.
In questo caso, il messaggio fa leva sulla parola risparmio e su tutto ciò che suggerisce nella nostra mente. Un esempio su tutti: se risparmio questi soldi, poi potrò usarli per qualcosa di più utile (uno smartphone!).
3. Costa solo XXX.90€
Ok questo è un classico, si tratta della soglia critica di prezzo. Per una buffa ragione il nostro cervello tende a vedere un prezzo come 99.90€ più vicino a 90€ rispetto ai 100€ (applicato a qualsiasi prezzo con finale in .90€). Un prezzo pieno spaventa, se gli togliamo una decina di centesimi invece è perfetto. Non credo ci sia molto da aggiungere tranne che è un modo che funziona, alla grande direi.
4. Vendite temporanee
Questo è esploso con la proliferazione di outlet virtuali. Il senso di esclusività di comprare un prodotto che è in vendita solo per un lasso temporale ridotto (siano giorni o ore) lo rende meravigliosamente appetibile e quasi impermeabile ai ragionamenti sul prezzo. Costa un po’ meno ma è disponibile per poco e in pochi pezzi? Lo comprerete.
I modi di influenzarci sono così tanti che catalogarli è pressochè impossibile e questi non sono che quattro semplici modi tra i più mainstream. Siamo costantemente sotto pressione pubblicitaria. Vi siete mai chiesti se quando comprate qualcosa lo fate per necessità o bisogno o perché la volete e basta? Provate a chiedervelo con il vostro prossimo scontrino in mano.
Topsy Kretts
@twitTagli