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Queen Anne's Resurrection: Viaggio II - La Voce dell'Altrove: Lisa Morton - Rain Graves - Danilo Arona
Creato il 25 luglio 2011 da Alessandro Manzetti @amanzettiEcco il Viaggio II della Queen Anne's Resurrection, il nuovo progetto del Posto Nero dedicato a scoprire i tesori dell'Horror: racconti, poesie, illustrazioni, lettere, allucinazioni, tutto materiale raro e inedito dei protagonisti della cultura e letteratura horror nazionale e internazionale. Prima di presentare il carico di oggi, del Viaggio II, per chi non lo avesse già fatto nel precedente numero è consigliabile salire a bordo della Queen Anne's Resurrection per conoscere questa oscura nave, la sua storia, informarsi sul codice dei pirati e consultare la galleria di video di mostri, creature e leggende del mare. Sali a Bordo
Ma adesso è arrivato il momento di presentare il carico del Viaggio II: l' umida pancia della Queen Anne's Resurrection contiene un breve racconto inedito di Lisa Morton, una delle autrici più rappresentative della nuova generazione della letteratura horror internazionale, vincitrice di quattro Bram Stoker Awards (oltre diverse finali), tra cui l'ultima edizione per la sezione miglior primo romanzo. Lisa Morton ci fa ascoltare il suo Altrove tramite un arcano messaggio in bottiglia, recuperato nell'oceano dai marinai della Queen Anne's Resurrection. Ma non è tutto, l'Altrove ha molte voci e infinite facce, Danilo Arona, maestro dell' horror italiano, testimonia il suo Altrove con un'altro lavoro inedito, una biglietto celato dentro il cuscino su cui era abbandonata la testa fredda di Morgan Perdinka, dopo il suo suicidio. Sulla Queen Anne's Resurrection durante la navigazione notturna le ombre e le paure si allungano e si moltiplicano, il mare uccide e ama nello stesso tempo; grazie alla poetessa Rain Graves, al suo inedito Sonetto per un Marinaio e alla ballata inedita L'Amante del Capitano Pirata, potremo vivere queste oscure atmosfere, avvertire la forza dirompente del mare e delle sue creature, essere circondati dalla soprannaturale nebbia oceanica. Sentire l'odore di un Kraken. Rain Graves è una delle voci più importanti e innovative della poesia dark internazionale e della narrativa breve, vincitrice del Bram Stoker Award nel 2002 e finalista nel 2009, in entrambe le occasioni per la sezione poesia.
Per Lisa Morton e Rain Graves si tratta della prima volta che loro opere vengono tradotte in italiano, per Lisa Morton ci sarà presto un'altra occasione, sarà tra i protagonisti della antologia horror Arkana - Racconti da Incubo, curata da me e Daniele Bonfanti, in uscita per Il Posto Nero Free Ebooks il prossimo Halloween.
Tornando a noi, completa il Viaggio II della Queen Anne's Resurrection il secondo numero di Ocracoke Cemetery, l'appuntamento con Daniele Bonfanti che dalla dimensione parallela di un umido cimitero di vecchie navi e misteri sommersi ci racconta storie e leggende della pirateria, in questo caso troveremo la seconda parte delle Cronache dei Pirati. Se temete di affrontare le oscure realtà che ci circondano, ciò che si nasconde dentro di noi o tra le linee delle stelle cuocendo lentamente nel brodo cosmico, non dovete far altro che scendere dalla Queen Anne's Resurrection, finchè siete in tempo, e tornare pigramente alla vostra vecchia vita. Siete avvertiti.
I marinai della Queen Anne's Resurrection hanno recuperato nell'oceano una bottiglia con dentro la pagina di un libro, un messaggio. Un vecchio brivido ha solcato la schiena di tutti i membri dell'equipaggio. Si è deciso di bruciare subito quel messaggio proveniente da un inaspettato Altrove e di rafforzare i turni di guardia notturni.
Gentile signore o signora che hai trovato questo messaggio - io sono un anima buona che ha bisogno di soccorso. Ma…non è un’affermazione del tutto vera, da quando quest’anima non è più la mia. Qualche tempo fa - non ho più tempo di fare i conti - ho intrapreso un viaggio in mare per trovare una nuova casa. Sono stata cercata da un capitano che aveva sentito dire che ero una strega, e che avevo urgente necessità di lasciare la mia casa. Ero una strega, o quella che nel mio paese viene definita una donna saggia. Ho guarito la mia gente, aiutandola nei piccoli bisogni. Non ho mai usato le arti nere, né desiderato di farlo. Ho vissuto felicemente con semplicità, in compagnia della natura e della Madre Terra. Tuttavia, a causa del mio talento, sono arrivata a temere perfino i miei parenti. Quindi un'offerta per un passaggio in un altro continente arrivò al momento giusto e fu molto apprezzata. In cambio, il capitano chiese solo la mia assistenza per garantire un passaggio sicuro alla sua nave attraverso le rotte più infide e le tempeste.
Eseguii i compiti che mi aveva chiesto. La nave navigò in sicurezza attraverso acque che avevano ridotto in schegge molte altre navi. Mi sono anche presa cura della salute dell’equipaggio. Non ci fu un solo uomo che manifestò un dolore o un colpo di tosse. Eppure sono arrivati a temermi. Li ho trattati bene, ma erano diffidenti nei miei confronti, sia a causa del mio sesso che per le mie capacità, non so. So solo che una notte, mentre navigavamo su una distesa inesplorata, tra isole selvagge, i marinai sono venuti da me. Mi hanno legato mani e piedi sottocoperta e imbavagliata, così che non potessi incantarli con la mia lingua.
Mi hanno buttata su una scialuppa con la mia roba, così io ho remato fino alla riva di una di quelle isole misteriose che ci circondavano. Sono stato lasciata senza cibo né acqua, solo con i miei vestiti, i libri e le erbe. L'isola era piccola, ma non del tutto sterile. C'era acqua, cibo ... e qualcos'altro. Qui trovai un altro reietto come me, una antica divinità dall’oscuro potere, che mi concesse delle abilità che non avevo mai conosciuto. Mi offrii a quel vecchio dio, naturalmente, che poi scomparve soddisfatto.
Chiedo dunque il salvataggio, con questo messaggio scritto con il mio sangue come inchiostro sulle pagine dei miei libri strappati. E chiedo anche di più: di aiutarmi a trovare gli uomini che mi hanno abbandonato, in modo da potermi vendicare. Io di certo premierò chi mi salverà, posso fare davvero molto perché le mie arti ora non sono più puramente bianche. Sono abbastanza forte ora per maledire da qui gli uomini che mi hanno abbandonato, ma voglio guardare la loro sofferenza con i miei occhi, leggergli lo sguardo quando mi vedranno tornare. Il nome di quella nave è la Queen Anne’s Resurrection.
Profilo dell'autoreLisa Morton, ha vinto il Bram Stoker Award nel 2006 per la categoria short fiction con il racconto Tested pubblicato inizialmente sulla rivista Cemetery Dance; ha vinto il Bram Stoker Award nel 2008 nella categoria Nonfiction per A Anthology Hallowe'en e nel 2009 per la categoria Long Fiction con The Lucid Dreaming. Ha vinto l'ultima edizione dello Stoker Award per la categoria miglior primo romanzo con The Castle of Los Angeles (che ha anche ricevuto una nomination per il premio Black Quill) ed è risultata finalista nella categoria Long Fiction con la novella The Samhanach. Lisa Morton ha anche ricevuto due volte il Premio Richard Laymon dalla Horror Writers Association. Suoi racconti sono pubblicati su diversi magazines e antologie di genere. Il prossimo ottobre sarà pubblicata per la prima volta in Italia (tradotta da Alberto Priora) con il racconto Golden Eye nell'antologia horror Arkana-Racconti da Incubo, curata da Alessandro Manzetti e Daniele Bonfanti (Il Posto Nero Free Ebooks). Lisa Morton ha inoltre scritto e prodotto anche diversi films, come Meet the Hollowheads e Tornado Warning, e alcune produzioni teatrali. Ha curato alcune antologie di genere, come Midnight Walk, e si occupa di saggistica, con specializzazione sul cinema asiatico e Halloween, tra le varie pubblicazioni: The Halloween Encyclopedia, The Cinema of Tsui Hark. Sito Web
La notte in mare è oscura e interminabile, i marinai sognano e temono. Pensieri che raggiungono isole, rimbalzano e affogano cercando di raggiungere coste lontane e selvagge. La morte è una solida compagna di questi momenti. Un sonetto inedito di Rain Graves viene recitato spesso sulla Queen Anne's Resurrection, quando il vento suggerisce l'imminente arrivo di una tempesta, quando la notte sembra non finire più. Riportiamo il sonetto in lingua originale, con una traduzione in versi liberi in italiano
Una ballata inedita scritta da Rain Graves, L'Amante del Capitano Pirata, ci racconta il rapporto tra il mare e il capitano di una nave. Passione, morte, vendetta è questo il linguaggio che il mare conosce, pronto a scatenare la sua forza e le sue arcane creature. Una ballata che si canta a bordo, per non dimenticare mai.
Profilo dell'autoreRain Graves. Vincitrice del Bram Stoker Award nella sezione Poesia nella edizione 2002 con David Niall Wilson per l'antologia The Gossamer Eye (a cura di Mark McLaughlin) e finalista nella edizione 2009 con la raccolta personale Barfodder. Altre sue opere e racconti sono pubblicati in diverse antologie, tra le quali In Laymon's Terms: A Tribute To Richard Laymon, Dark Faith, The Dead Cat Poet Cabal, Once Upon a Slime: Gruesome Tales, Bad News (a cura di Richard Laymon), The Book of Hope: International Poetry in a collective voice of Hope, The World Healing Book. Numerose anche le pubblicazioni, sia racconti che poesie, su Magazines come ChiZine.Com, Defunkt Magazine, The Urbanite, Gauntlet Magazine. Publisher Weekly ha recentemente definito la poesia di Rain Graves come l'incontro tra Bukowsky e Lovecraft. Il suo ultimo libro pubblicato, un concept di poesia innovativo, è The Machineries of Dream, illustrato dall'artista Daniele Serra. Sito Web
Trasportati dal vento fin sopra il ponte della Queen Anne's Resurrrection questi insospettabili appunti privati di Danilo Arona ci fanno scoprire altri segreti della vita, e della morte, di Morgan Perdinka:
Pochi al mondo, in questo mondo, lo sanno. Io, qualche rappresentante delle forze del'ordine, Cassandra Marsalis, Daniele Bonfanti e Fabrizio Vercelli. Cosa? Che Morgan Perdinka, prima di suicidarsi la notte del 10 dicembre del 2007, lasciò scritta questa frase su un biglietto celato dentro il cuscino su cui stava stava poggiata la sua testa fredda:
Ringrazio di essere nato nel 1950 per avere avuto la fortuna a dodici anni di trovarmi di notte lassù a Montebuio, con qualcuno che aveva infilato i Tornados nella Bocca Gracchiante (i mangiadischi gracchiavano sempre, anche se i dischi erano nuovi) e poi tutti quanti, Ettore, Santino, Miriam e Lisi, a guardare verso l'alto con la musica di Telstar nelle orecchie. Forse ho deciso di fare lo scrittore soltanto per questo motivo.
Morgan si riferiva a un processo d'osmosi tra lo spazio e la Terra. Qualcosa che sembrava arrivare dalle stelle. Ma che in realtà veniva dalla Terra. Era la musica di Telstar scritta da un pazzo che si chiamava Joe Meek. Ma non c'era solo musica. Se si ascoltava bene, si percepivano il rumore bianco, le urla delle onde corte, suoni e immagini in diretta dagli alieni, mostri. Soundtrack fantascientifico, organo Hammond lancinante, chitarra Fender Stratocaster in primissimo piano, ritmo battente. Un capolavoro ancora oggi: una melodia infantile con in sottotraccia una persistenza macabra e al contempo romantica, con modulazioni da incontri ravvicinati del quarto tipo in un contesto da Luna Park che alla fine ti lasciava la voglia di risentirla ancora per un sacco di volte. In bocca un gusto sinistro e sensuale.
Il mondo immaginario e artistico di una generazione si formò. I soliti noti si identificano con l'anagrafe. Ma si formò soprattutto quello di Perdinka. Con le paure di Joe Meek e degli Adulti, con i suoni dall'Altrove, con i Gatti Parlanti e le voci bisbigliate nei cimiteri, con l'Apocalisse dei Porci alle porte dell'autunno e la gente che spariva sulla montagna. Con un'isola che non esiste tra la Toscana e la Corsica. E il mare che erutterà il Sale Nero, ispirando forse persino Lucio Battisti. Quella fu per molti la Realtà, nonché l'Epifania della Paura che avrebbe materializzato a partire dagli anni Settanta i migliori – o peggiori, dipende dai punti di vista – incubi che ancora infestano le nostre menti.
Quella fu la personale percezione del grande terrore di Morgan Perdinka. Il brodo cosmico nel quale tutti crepitiamo e voliamo.
Profilo dell'autoreDanilo Arona, classe 1950, giornalista, scrittore, musicista, è uno dei maestri della letteratura horror, elaborando un personale concetto di horror italiano, legato alle paure del territorio, in grado di dimostrare che la nostra solare penisola è uno dei più vasti contenitori mitologici del pianeta. Ha pubblicato diversi romanzi tra i quali Ritorno a Bassavilla (Edizioni XII), L'estate di Montebuio (Gargoyle Books), Santanta (Perdisa), Palo Mayombe 2011 (Kipple). Ha curato la pubblicazione di Malapunta (Edizioni XII) dello scrittore scomparso Morgan Perdinka. Al suo attivo anche molti racconti, articoli e saggi, tra i quali Gli Uccelli di Alfred Hitchcock (unmondoaparte) e L'alba degli Zombie (con G. Santoro e S. Pascarella - Gargoyle Books). Sito Web
Cronache dei Pirati -2° parte
Le Lettere di CorsaLa pirateria non era ben vista dal re Enrico III d’Inghilterra, tanto che un pirata di nome William Maurice, nel 1241, ha il macabro primato di essere stato la prima persona condannata a morte tramite impiccagione, affogamento e squartamento. E fu lo stesso Enrico a firmare le prime lettere di corsa (o di marca) conosciute, portando alla nascita dei corsari e della guerra di corsa. Anche se corsaro è un termine che oggi viene spesso utilizzato quale sinonimo di pirata, in verità tra le due cose c’è una differenza molto profonda: i corsari erano legittimati e incaricati da un governo per le loro azioni, che dovevano essere compiute solo nei confronti di vascelli di nazioni nemiche, oppure di pirati. L’accordo era vantaggioso per ambo le parti: erano tempi di continue guerre, e in questo modo il re poteva contare su una nave da guerra a costo zero e con un equipaggio esperto, e allo stesso tempo si metteva al sicuro dagli attacchi di quello stesso Capitano. Questi, d’altra parte, si vedeva autorizzato a compiere la propria attività, e non rischiava la forca. I bottini ottenuti tramite guerra di corsa sarebbero stati spartiti tra corsaro e re. In sostanza, si trattava di unità paramilitari. La guerra di corsa divenne un elemento strategico molto importante negli scontri navali dei secoli successivi, soprattutto perché Francia e Inghilterra non possedevano una flotta immensa come quella spagnola, e l’aiuto dei corsari era prezioso. Molti corsari sarebbero stati considerati in futuro veri e propri eroi, e avrebbero ottenuto titoli e terre; altri non avrebbero resistito alla tentazione di incrementare i loro bottini, specialmente con la scoperta del Nuovo Mondo...
I pirati e corsari barbareschi nel MediterraneoFin dalle prime Crociate in Terrasanta, pirati arabi attaccavano le navi di passaggio. Per la maggior parte si trattava allora di ragioni di guerra, quindi in genere non considerabili piratesche. Ma esistevano episodi in cui predoni del mare provenienti dalle coste nord dell’Africa compivano azioni poco interessate al contrasto degli infedeli Cristiani e molto al valore monetario di ciò che le loro navi portavano via da Gerusalemme. Fu però dopo il 1492, con la cacciata dei Mori dalla Spagna, che le cose si fecero serie. Miriadi di arabi furono spinti via dall’Europa e confluirono nel Nordafrica, andando a costituire quelle che sarebbero diventate roccaforti della pirateria barbaresca (dal nome dei Berberi, la popolazione locale) come Tripoli, Algeri, Tunisi, Salé e altri porti del Marocco. La definizione di pirati in questo caso è molto dibattuta, e oggi gli storici preferiscono definirli “corsari”. Pur non avendo lettere di corsa ufficiali, de facto i navigatori barbareschi lottarono inizialmente contro gli europei in piena sintonia con l’Impero Ottomano, che soprattutto grazie alle imprese marittime di Kahyr Al-din Barbarossa riuscì a ottenere una presenza stabile in questi territori.
Barbarossa iniziò la sua lunga carriera imbarcandosi per contrastare i corsari Ospitalieri di Rodi, lottando per la sua terra; si scontrò poi con le potenze europee, e divenne un paladino di Costantinopoli, tanto che venne nominato Ammiraglio del Sultano e ottenne la reggenza di Algeri. Anche l’Ammiraglio genovese Andrea Doria – con il quale si scontrò in più occasioni – lo stimava, e così molti altri suoi nemici. Spesso le sue missioni servivano a recuperare profughi arabi dalla Spagna. Impossibile quindi parlare di pirateria nel suo caso. Certo, le sue navi colpivano e razziavano città costiere e rapivano civili; ma è vero che il tutto si collocava all’interno di una strategia di logoramento voluta dal suo Sultano e si rivolgeva a popoli nemici.
Le cose cambiano nel XVII secolo, quando le città barbaresche si affrancano ufficiosamente dal potere ottomano e diventano città-stato basate sul predaggio marittimo. I pirati barbareschi scatenano un vero e proprio Inferno di crudeltà sulle coste sud dell’Europa, costringendo italiani e francesi all’abbandono di intere fasce costiere. È stato calcolato che almeno un milione di persone siano state rapite in questo periodo e rivendute come schiavi. I prigionieri ricchi avevano la possibilità di pagare un riscatto, ma per i poveri la sorte era molto meno rosea. In qualche caso, potevano sperare in un padrone benevolente che li avrebbe affrancati in cambio della conversione all’Islam, ma nella maggior parte dei casi li aspettava una vita di schiavitù. Moltissimi non arrivavano nemmeno a destinazione, viste le condizioni indescrivibili in cui dovevano versare nelle stive. Nessun motivo politico come ai tempi di Barbarossa, quindi, unico scopo il saccheggio. Difficile definirli corsari: è vero che le loro azioni erano sostenute dalle proprie città-stato, ma sarebbe più corretto dunque identificare le capitali barbaresche come intere città pirata. La pirateria barbaresca sarebbe prosperata molto a lungo, e avrebbe raggiunto anche l’Islanda.
Fu solo con la reazione statunitense nel diciannovesimo secolo che iniziò il loro declino. Gli americani, con la loro modesta armata marittima, non riuscirono a causare particolari danni al potere barbaresco, ma sulla scia della loro iniziativa le enormi flotte europee si organizzarono e colpirono in maniera sistematica, fino alla conquista francese di Algeri nel 1830, che mise fine una volta per tutte a questo capitolo della Storia del Mediterraneo.
Il primo numero di Ocracoke Cemetery e la 1° Parte delle Cronache dei Pirati la trovi sul Viaggio I della Queen Anne's Resurrection. Sul prossimo Viaggio della Queen Anne's Resurrection troverai la 3° parte delle Cronache dei Pirati, con la Golden Age Caraibica.
Daniele Bonfanti è autore del romanzo Melodia (Edizioni XII) e di racconti tra weird, avventura, orrore e fantascienza; è curatore di varie raccolte di racconti, tra cui Archetipi, Carnevale e Discronia. Studioso di semiotica intepretativa, attualmente lavora come editor-in-chief per Edizioni XII, casa editrice per la quale dirige la collana Camera Oscura, e come editor e consulente letterario freelance. Caporedattore del portale LaTelaNera.com, per oltre due anni ha curato rubriche fisse legate ai misteri antichi sulla rivista Hera, per la quale ha anche scritto tre saggi; collabora come articolista o responsabile di rubriche e laboratori con diversi portali e riviste digitali. Sito Web
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