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Queen Anne's Resurrection - Viaggio IV Il Mare e le Isole Fantasma - 1° parte

Creato il 13 ottobre 2011 da Alessandro Manzetti @amanzetti
Queen Anne's Resurrection - Viaggio IV Il Mare e le Isole Fantasma - 1° parte
Introduzionedi Alessandro Manzetti
La Queen Anne's Resurrection è tornata da un lungo viaggio, con la stiva colma di tesori e il ponte insanguinato. Sta a me, come al solito, presentarvi i contenuti di questo Viaggio IV. Il tema del viaggio è molto affascinante: Il Mare e le Isole Fantasma, ed è riuscito a ispirare storie e creature oltre i confini più remoti dell'immaginazione. Inizio dallo straordinario equipaggio che ha dato vita, e sangue, al Viaggio IV della Queen Anne's Resurrection: Daniel Keohane, Michael Laimo, Benjamin Kane Ethridge, Alda Teodorani, Giancarlo Marzano, Lorenza Ghinelli, Nicola Lombardi, il duo Diramazioni e Daniele Bonfanti. Tutti gli autori hanno prodotto opere inedite e tematiche, intepretando il tema con grande creatività.
La stiva della Queen Anne's Resurrection è molto grande, in grado di contenere anche un Kraken adulto, ma lo spazio e la profondità qu isono limitati e sono costretto a pubblicare il Viaggio IV in due parti, la prima oggi e la seconda lunedì 17 ottobre. Il terrore continuerà dunque a galleggiare e ad accompagnarci fino alla prossima settimana.
In questa prima parte sono pubblicati i racconti di Michael Laimo, Giancarlo Marzano e Benjamin Kane Ethridge, l'illustrazione del duo Diramazioni, che avete già avuto modo di ammirare parzialmente nella locandina del Viaggio IV, e la rubrica Ocracoke Cemetery di Daniele Bonfanti
Queen Anne's Resurrection - Viaggio IV Il Mare e le Isole Fantasma - 1° parte
Michael Laimo, una vecchia conoscenza del Posto Nero e del mondo dell'horror internazionale, con il suo racconto Su di un'isola interpreta il tema Il Mare e le Isole Fantasma in modo assolutamente originale, proponendoci un lento e inesorabile dipanarsi di una orribile realtà, fino a entrarci con tutto il corpo, completamente digeriti dal terrificante finale. Speriamo che l'isola di Michael sia molto distante dalle nostre abituali mete di vacanza. La traduzione è di Daniele Bonfanti.
Giancarlo Marzano, sceneggiatore di Dyland Dog, ci mostra la sua capacità di elaborazione di un linguaggio visivo e tridimensionale con il racconto Terra Nova. Anche qui c'è un'isola, o qualcosa di simile, circondata dalle grida dei marinai e da presenze inimmaginabili che emergono dal profondo, dall'oscurità degli abissi che, per fortuna, nascondono molto all'occhio umano. Spesso i nostri sensi ci ingannano, anche in maniera macroscopica.
Benjamin Kane Ethridge, recente vincitore delll'ultima edizione del Bram Stoker Award per il miglior primo promanzo, con il suo racconto Il pezzo gettato giù immagina spiagge dimenticate dal tempo, entità impossibili che fanno da soffitto e da pavimento di una realtà così angosciante da togliere il fiato. Benjamin racconta una storia con grande lirismo, scatenando tutti i cannoni della sua fervida  immaginazione. Il terrore, sulla sua isola, è assoluto e estraneo. Senza alcuna via di scampo. La traduzione è la mia.
Il duo Diramazioni, composto da Jessica Angiulli e Lucio Mondini, ci ha già abituato a splendide immagini e interpretazioni, specie per chi conosce i libri di Edizioni XII e le incredibili covers che fanno da pelle perfetta al testo e alla fantasia dell'autore. L'immagine inedita realizzata per questo viaggio della Queen Anne's Resurrection, L'Isola del Silenzio, riassume e sintetizza magnificamente il tema, evocando confini remoti, misteri e antiche presenze. Il silenzio sembra essere il protagonista, ma solo per qualche momento, pronto a essere infranto  dalle ombre e dai riflessi sulle acque, dal rumore stridente della paura, che può arrivare dal cielo, dal mare, da qualsiasi parte. Una illustrazione che ci fa sentire piccoli di fronte all' antico e grande ignoto.
Il Viaggio IV, almeno per questa prima parte, si conclude con la rubrica Ocracoke Cemetery di Daniele Bonfanti, che continua a raccontarci storie e leggende della pirateria, consentendoci di respirare lontane atmosfere e di camminare sulle assi fradicie con cui è costruita questa nave. In questo numero è pubblicata la seconda parte di  Il Jolly Roger, il simbolismo dei Pirati, poi nella seconda parte del Viaggio IV, arriverà il momento, molto atteso, della vita e leggenda di Edward Teach, meglio noto come Barbanera, il grande pirata proprietario della Queen Anne's Revenge, per intenderci.
Non mi resta che augurarvi buon viaggio e buona fortuna sulla Queen Anne's Resurrection
Queen Anne's Resurrection - Viaggio IV Il Mare e le Isole Fantasma - 1° parte
Su di un'isoladi Michael Laimo(traduzione di Daniele Bonfanti)
Stava ancora piovendo quando Spencer Lockley si svegliò. Un temporale violento aveva interrotto il suo sonno quella notte, ma adesso si era smorzato in una dolce pioggerella stabile. Sbirciando fuori dalla tenda, i suoi occhi corsero sulla spiaggia illuminata dalla luna e distinsero sua figlia minore Carrie camminare con aria tetra sotto la protezione di un ombrello nero sbrindellato. Vestiva quell’impermeabile grigio mezzo bruciato e pantofole, ricordava vagamente la ragazzina scappata di casa di qualche film anni Quaranta, il suo incedere pietoso mentre zoppicava attraverso le sabbie mobili. Era difficile guardarla così – tanto schiacciata dalla tristezza – quando in passato a casa – casa! – le sue visite alla spiaggia erano sempre state infinitamente più giocose e spensierate. Prima, Spencer aveva provato a leggere un libro (più di una dozzina di tascabili erano sopravvissuti allo schianto), ma in passato leggeva solo durante i voli, per cui lo tormentavano pensieri riguardo all’incidente, alle ossa di sua moglie sparse in fondo all’oceano. A ciò che gli apparteneva, che non avrebbe più rivisto. Quando distolse gli occhi della mente da queste immagini terribili, si arrabbiò. Sua moglie, morta. Lui e Carrie, presunti morti da mesi ormai. Il mondo si era dimenticato di loro. Il mondo esterno. Questo era il suo mondo adesso, l’isola, ricca di risorse naturali… ma priva di vita umana. A eccezione di quella di Carrie, e della sua. La pioggia riprese a reclamare l’attenzione sulla spiaggia, gocce pesanti e efficaci. La pioggia, pensò Spencer. Ha continuato a piovere dall’incidente e adesso sto cominciando a perdere il filo dei pensieri. Si stropicciò gli occhi e, quando li riaprì, vide Carrie marciare verso i frangenti delle onde, a una trentina di metri dalla tenda. Si muoveva come uno zombi, determinata e insieme insicura della sua destinazione. Spencer staccò gli occhi da lei, guardando la traccia di orme che sua figlia aveva lasciato nella sabbia e l’ombrello sbrindellato, altro residuo lasciato indietro. Passò del tempo e quando risollevò il suo sguardo affamato vide che le orme di lei scomparivano lungo la scia della marea, in lontananza. Strisciò fuori dalla tenda e uscì all’aperto seguendole, stemperando i pensieri ossessionanti verso tempi più felici quando sua moglie era stata viva, quando Carrie era stata a casa al sicuro. Quando tutti loro avevano sperimentato quella strana emozione aliena chiamata felicità. Spencer vide Carrie coi piedi nella spuma. La inseguì, appena in tempo per afferrarla prima che partisse di corsa verso l’acqua. «Carrie!» le urlò mentre lei lottava nel suo abbraccio forte. «Carrie!» Strinse le braccia attorno al petto di sua figlia mentre lei si contorceva, il respiro di lei che raschiava, fischiava, il torace che sussultava. Lei si buttò avanti, scossa da brividi, un fiotto di vomito dalla bocca. L’odore colpì Spencer, qualcosa di caldo, rancido e ripugnante che le si riversava sul petto nudo. La liberò e si inginocchiò di fianco. Sabbia bagnata e alghe formavano una pozzanghera sotto di lei, bava verdastra colava dalle sue labbra in un rigagnolo sottile. Spencer le deterse il sudore dalla fronte. «Andrà tutto bene, tesoro. Sei malata. Ma starai meglio, te lo prometto. Mi prenderò cura di te per tutto il tempo che dovremo passare su quest’isola. Finché non arrivano i soccorsi».Carrie si mise in piedi e barcollò lungo la spiaggia. «Carrie!» urlò spencer, raddrizzandosi a fatica e rincorrendola, paura e dolore che gli sibilavano nel corpo come il veleno di un serpente, intossicandolo dentro l’anima. Lei corse una ventina di metri e si aprì la strada sguazzando nell’acqua. La pioggia s’infittì in un acquazzone, e le onde si rimescolarono in ruvide increspature, a imitare la tempesta. Spencer corse fino a immergere le ginocchia, si sporse avanti per afferrare sua figlia, riuscì quasi a serrarle il braccio, ma le onde la portarono via. Le acque… le acque sembravano vive, accese da un emozione straordinaria, il vento un’estensione della loro passione selvaggia, irritate e all’apparenza dense di un’insondabile minaccia. Spencer si sentì come un pupazzo abbandonato in qualche enorme, strano nuovo gioco le cui regole si estendevano ben al di là della sua capacità di comprendere. Spencer avvertì qualcosa di solido galleggiargli contro le ginocchia. Frammenti di spazzatura, pesci morti, alghe. Pezzi di vestiti, gioielli, frammenti taglienti di metallo. Piccoli oggetti che potevano venire soltanto dall’aereo caduto. Com’è che non sono ancora venuti per noi? Per l’aereo? Hanno lasciato qui l’aereo e i corpi, in mezzo all’acqua. E ancora più strano, I due soli sopravvissuti dello schianto. Perché?Qualcosa mugolò nell’acqua. Qualcosa di enorme. Spencer slittò all’indietro, sentì una corrente improvvisa spingerlo verso la spiaggia. Poi venne un suono di rottura, lo scroscio di onde che si separavano. Provò a urlare, ma il gran fracasso del vento e della pioggia e delle onde soffocò la sua voce. Nella luce della luna piena, riuscì a vedere Carrie fluttuare sulla superficie dell’acqua a quasi cento metri di distanza. «Carrie!» strillò, ma lei non poteva udirlo. Poi, dal mezzo delle onde che si aprivano venne una sagoma gigantesca, un’infrastruttura che si contorceva di parti d’aereo fredde e bagnate e di carne, attorcigliate a dar forma a una cosa viva di taglia immensa.Stringendosi tra le braccia a cercare tepore, Spencer si ritirò sulla sabbia dura, fissando mentre sua figlia diveniva parte dell’oggetto, le sue braccia e le gambe e la testa e il corpo di colpo fatti a pezzi e piazzati all’interno del sistema di parti, la sua faccia adesso a guardar fuori da un finestrino in frantumi, al fianco degli altri.  Seppe che se avesse avuto più tempo per osservare a bocca aperta, avrebbe trovato sua moglie lì dentro con lei… e con le dozzine di altri passeggeri.E ora, decise Spencer, io.Così, con cautela, camminò nell’acqua e consentì alle onde di riportarlo dalla sua famiglia.
Read the story in English
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Profilo dell'autoreNato nel 1966, Michael Laimo è cresciuto a Long Island, nello Stato di New York. Nel 1994, dopo aver speso la vita intera a guardare film horror ed aver letto i racconti di King, Koontz, Barker e McCammon, ha deciso di provare a scrivere lui stesso romanzi horror, e da allora non si è più fermato. Oltre cento di suoi racconti brevi sono stati pubblicati in riviste di settore e antologie quali Dark Whispers, Year's Best Dark Fantasy, The Dead Inn, Unnatural Selection e Flesh and Blood. Molti sono stati pubblicati in due raccolte a tiratura limitata: "Demons, Freaks and Other Abnormalities", edito da Delirium Books, e "The Dregs of Society", edito da Immaginary Worlds. Ha scritto sei romanzi, Atmosphere finalista al Bram Stoker Award per il miglior romanzo d'esordio, Deep in the Darkness (pubblicato in italia da Gargoyle Books- Nel profondo delle Tenebre) finalista come migliore romanzo, The Demonologist, Dead Souls, Fires Rising e Sleepwalker. Un suo racconto è pubblicato in Italia nella antologia Carnevale di Edizioni XII (2010), curata da Daniele Bonfanti e David Riva. Ad Halloween il suo racconto Il Concime di Jessup sarà pubblicato in Italia nella raccolta di racconti horror Arkana - Racconto da Incubo (Il Posto Nero Free Ebooks) curata da Alessandro Manzetti e Daniele Bonfanti. Sito Web dell'autore
leggi l'intervista del Posto Nero a Michael Laimo
Queen Anne's Resurrection - Viaggio IV Il Mare e le Isole Fantasma - 1° parte
Queen Anne's Resurrection - Viaggio IV Il Mare e le Isole Fantasma - 1° parte
Terra Novadi Giancarlo Marzano
Mancavano poche ore all'alba quando la gigantesca onda si abbatté, improvvisa, sulla Queen Anne's Resurrection. Fortuna volle che lo scafo tagliò di punta l'altissimo muro d'acqua che la sovrastava di almeno trenta piedi. La nave cabrò lentamente, innalzandosi come un gigantesco cetaceo. La Queen Anne's Resurrection rimase per un lungo e innaturale istante sospesa sulla cresta dell'onda. Il pennone del veliero sembrò quasi poter ferire la pallida luna che, con indifferenza, osservava la surreale scena. Poi -terribile- lo schianto.La maggior parte degli uomini dell'equipaggio, che dormivano ignari sottocoperta, trovò la morte senza nemmeno accorgersi dell'accaduto. Molti vennero schiacciati dai corpi dei propri compagni, altri urtarono violentemente contro le paratie. Anche il capitano, sbalzato dal proprio letto come spinto da un'invisibile e gigantesca mano, ci rimise la pelle.All'alba una densa e calda nebbia avvolgeva come una cappa appiccicosa i resti dell'imbarcazione. I legni, il cordame e le vele erano in pezzi. Rottami e cadaveri galleggiavano attorno allo scafo, pericolosamente inclinato a babordo.O'Grady, il secondo in comando, era adesso il nuovo capitano. Chiamò a rapporto Angus, il vecchio nostromo orbo da un occhio, che imprecò a lungo prima di trovare la forza per rispondere:-Sedici uomini a disposizione, quattro feriti gravi... il resto è cibo per i pesci, O'Gr... ehm...capitano.-I danni alla nave? - sospirò O'Grady.-Gravi, signore. Se non troviamo subito un approdo dove poter effettuare le riparazioni più urgenti, coleremo a picco entro la fine della giornata.-Dannazione! Siamo nel bel mezzo mezzo dell'Oceano Atlantico, non c'è un lembo di terra per miglia e miglia.-Siamo spacciati, signore?-Temo di sì, ma non riferitelo all'equipaggio. In questo momento, il panico sarebbe un danno ulteriore.-Con tutto il rispetto, signore, ma gli uomini capiranno comunque la situazione, non sono stupidi. Tanto vale essere onesti con loro.- disse il nostromo orbo, quasi sogghignando. O così parve al capitano. -Fate come vi dico, Angus. Non discutete.- ribadì duro O'Grady.Il nostromo non fece in tempo a rispondere, che la nave cominciò a oscillare. Si udì un rumore sordo e al contempo fragoroso. Poi lo scafo si inclinò dalla parte opposta, facendo perdere l'equilibrio a chiunque si trovasse in piedi. Cessato il tremore, O'Grady si rialzò e, balzato giù dal ponte di comando, corse verso prua, dove un marinaio si sporgeva pericolosamente dalla battagliola.-Che succede, Pang?Il marinaio malese rispose mantenendo lo sguardo oltre il bordo:-Ci siamo incagliati, signore.-Incagliati? Ma non è possibile! Non ci sono scogli o fondali bassi da queste parti.-Eppure è così, signore.Era così. O'Grady e il resto dell'equipaggio guardavano le acque basse sottostanti con perplessità mista a timore. Si notavano, tra la fitta nebbia, delle formazioni rocciose o forse calcaree -difficile dirlo- affiorare dall'acqua. Ma la cosa più strana era il numero incredibile di creature marine, di ogni tipo e dimensione, che galleggiavano prive di vita in superficie.-Che diavolo succede?-continuava a chiedersi O'Grady, mentre la ciurma lo guardava attonita, sperando che almeno lui, il capitano, trovasse una qualche risposta in grado di rassicurare la loro crescente inquietudine.Fu invece Simonson, il gracile medico di bordo, a dare la risposta. Era salito in coperta, per annunciare la dipartita di un altro dei feriti gravi, quando, quasi timidamente, pronunciò quelle parole:-Un'isola appena nata.O'Grady e tutti gli uomini si voltarono verso il medico, pungendolo con il loro sguardo desideroso di risposte immediate.-È chiaro...- disse Simonson, intimorito - l'onda anomala, la nebbia... i pesci morti...-Conosciamo già tutto questo, Simonson. Se avete qualcosa d'altro da aggiungere fatelo o tacete.- tuonò O'Grady, innervosito e deluso.-Intendevo dire che l'onda è stata, con ogni probabilità, generata da un maremoto, provocato a sua volta da un'eruzione vulcanica. E che questa eruzione ha creato l'isola. Si tratta di un fenomeno naturale, seppure raro. -Siete sicuro di quello che dite, Simonson?-Credo di sì. Sono solo un medico, non uno scienziato, ma ho letto di questi fenomeni. La nebbia non è altro che vapore generato dal raffreddamento del materiale lavico e i pesci morti sono una conseguenza delle esalazioni venefiche.La ciurma fissava il dottore incredula. Non tutti però avevano compreso la sue parole, per molti astruse.-E noi, siamo al sicuro? -chiese O'grady, speranzoso.-Non lo so. Il problema è che queste isole vulcaniche sono parecchio instabili. Molto spesso tornano sott'acqua con la stessa rapidità con la quale sono affiorate in superficie.-Cazzo!- aggiunse il vecchio Angus.Non fu facile per il nuovo capitano decidere il da farsi. Ma non vi erano molte possibilità di scelta. Bisognava approfittare di quel colpo di fortuna, se così si poteva chiamare. Era dunque necessario cominciare le riparazioni dello scafo al più presto, e poi, se tutto fosse andato liscio, approfittare dell'alta marea per disincagliare la nave e fuggire da quel luogo maledetto, in cerca di un approdo migliore. O'Grady diede gli ordini, Angus li fece rispettare e la ciurma lavorò come mai aveva fatto in vita sua.Al tramonto le riparazioni erano terminate. Bisognava solo aspettare l'alta marea che sarebbe giunta con il sorgere della luna.L'alta marea giunse.La Queen Anne's Resurrection sussultò come un vecchio ubriacone svegliato di colpo con un calcio nel sedere. Ma non si disincagliò. -Cosa suggerite di fare, Angus?- chiese O'Grady al vecchio nostromo.Angus si raschiò la gola e sputò un bolo di catarro verdastro fuori bordo. Poi, con calma, rispose:-Potremmo usare delle leve.-Avanti, bastardi, spingete!- urlava Angus, mentre gli uomini facevano forza con dei lunghi pali piantati nel basso fondale, cercando di sospingere la nave da un lato, aiutati dalla marea che andava ingrossandosi. Ogni sforzo però si rivelò vano.O'Grady nascondeva a malapena la sua disperazione.Di nuovo, la voce timida del dottor Simonson si fece sentire:-E se sparassimo una bordata completa?-Prego?- sussurrò il capitano.-Intendo dire... e se un'intera fila di cannoni sparasse simultaneamente in direzione dell'isola? Il contraccolpo sarebbe così forte da aiutarci a disincagliare la nave, no?O'Grady, in cerca di risposte, guardò verso Angus, che strizzò il suo unico occhio, senza però mostrare alcuna espressione. -È un'idea folle- aggiunse finalmente il nostromo -ma, se le riparazioni reggono, potrebbe funzionare.A mezzanotte i cannoni erano pronti a sparare.-Fuoco!- urlò O'Grady con tutto il fiato a disposizione.La potente deflagrazione rese gli uomini dell'equipaggio sordi per un istante. La nave vibrò per qualche secondo come un fuscello scosso dal vento. Poi tornò disgraziatamente immobile.-Non succede niente, siamo ancora incagliati- gridò qualcuno.-Un'idea idiota, l'avevo detto io- aggiunse un altro.-Tacete, cani!- intimò Angus.Il viso di O'Grady cercava di non tradire il suo disappunto. Non riuscendoci.-Un momento, ascoltate!- disse Pang.Uno scricchiolio, proveniente da sotto la chiglia, si stava facendo sempre più forte. Cominciarono a udirlo anche i più duri d'orecchio. Ben presto lo scricchiolio divenne un frastuono di legno e metallo.-Guardate, ci stiamo sollevando! -continuò Pang.Era vero. La nave cominciò a galleggiare indietro, lungo il fianco dell'isolotto.I marinai esultarono. L'incubo era finito. O'Grady tornò a sorridere. Era disposto a offrire a tutta la ciurma un giro di grog della riserva personale del vecchio capitano, una volta tornati in mare aperto.-Aspettate, c'è qualcosa che non va!- disse Simonson, mentre scrutava l'isola, illuminata dalla luce bluastra della luna.O'Grady lo raggiunse sul cassero.-Che succede, dottore?- -Guardate meglio, Capitano! Non siamo noi ad allontanarci dall'isola...è... è lei che lo sta facendo!Il giovane capitano impallidì. Simonson aveva ragione: l'isola non solo si stava muovendo ma dava anche l'impressione di crescere di dimensioni.Un suono cupo, mai udito prima da orecchio umano, coprì ogni rumore. L'equipaggio restò ammutolito dal terrore, fino a quando il nostromo orbo richiamò l'attenzione di tutti:-Il timone non risponde! La corrente è troppo forte!La Queen Anne's Resurrection era diventata ingovernabile. Una forza misteriosa e innaturale la stava risucchiando ancora una volta verso l'isola.-Ci schianteremo! -Urlò O'Grady, paralizzato dal terrore e incapace di impartire alcun ordine.Poi accadde. Il veliero stava per andare a fracassarsi contro gli scogli, quando quella che sembrava un'insenatura cominciò ad aprirsi maestosamente davanti agli occhi stupefatti dell'equipaggio. L'apertura accolse la Queen Anne's Resurrection dentro di sé, in un ambiente estraneo che, solo con un grande sforzo d'immaginazione, poteva ricordare una grotta, irto com'era di acuminate formazioni, simili a stalattiti.L'apertura si richiuse non appena la poppa del veliero l'attraversò. Della Queen Anne's Resurrection e del suo equipaggio non si seppe più nulla. La luce dell'alba arrossava il mare increspato. Ancora lievemente infastidito dalle punture provocategli dai proiettili di cannone, il Leviatano tornò a immergersi negli abissi più profondi, deciso a restarci per almeno un altro millennio, prima di tornare a visitare di nuovo il mondo di superficie.
Queen Anne's Resurrection - Viaggio IV Il Mare e le Isole Fantasma - 1° parte
Queen Anne's Resurrection - Viaggio IV Il Mare e le Isole Fantasma - 1° parte
Profilo dell'AutoreGiancarlo Marzano (Torino, 24 ottobre 1969) è uno sceneggiatore di fumetti e videomaker. Appassionato di cinema, ha realizzato insieme al fratello Antonio numerosi cortometraggi. Si è laureato presso il DAMS dell'Università degli Studi di Torino in Storia del Cinema Italiano. Dal 2004 fa parte degli sceneggiatori di Dylan Dog per Sergio Bonelli Editore.L'esordio su Dylan Dog avviene con la storia Le notti di Halloween, pubblicata nell'Almanacco della Paura 2004, mentre è del 2008 la pubblicazione del primo lavoro per la serie regolare, Il custode. Tra gli altri albi regolari di Dylan Dog realizzati: Liam il Bugiardo (2008), Il Piccolo Diavolo (2009), Seppelliti Vivi! (2009), Il Ladro di Cervelli (2010), Tra Moglie e Marito (2011) L'Ultima Illusione (2011), Una affezionata clientela (2011)
Leggi l'Intervista del Posto Nero a Giancarlo Marzano
L'isola del silenzioIllustrazione realizzata da Diramazioni

Queen Anne's Resurrection - Viaggio IV Il Mare e le Isole Fantasma - 1° parte

L'isola del silenzio - realizzata da Diramazioni
Profilo degli AutoriDiramazioni. Jessica Angiulli e Lucio Mondini vivono e lavorano a Milano. Le loro esperienze sono confluite in una collaborazione continua che li ha portati a lavorare a quattro mani sulle illustrazioni commissionate e su progetti personali creando così il team Diramazioni. Diramazioni si occupa principalmente di illustrazione, ma anche di progetti grafici, collaborando con case editrici ed agenzie pubblicitarie. Diramazioni deriva dal seguente concetto: attraverso le possibili idee, la stratificazione dei pensieri, le diramazioni dei colori, si giungerà a un ricordo.
Prediligono tecniche miste, unendo tecniche materiche con fotografia e Photoshop e i loro interessi si espandono dall’illustrazione al fumetto, fotografia, musica. In particolare Lucio Mondini è appassionato di musica, ha realizzato artwork e webdesign per fanzines, band ed etichette, e collabora a vari progetti musicali. Entrambi sono stati selezionati a diversi concorsi partecipando a mostre collettive, tra cui Fumetto International - Talent Award 2006 (Menzione Speciale per il Miglior Disegno ed esposizione presso la Triennale di Milano) con una breve graphic novel dal titolo Notte, Musica (testo di Alessio Bonizzato); Illustrissimi 2007; 8° Concorso Accademia Pictor; Strade del Cinema/Silent Art Movies; e hanno esposto presso il Museo dei Tarocchi (Riola, Bologna) e in occasione di eventi e mostre a esso correlati. Jessica Angiulli ha pubblicato nel 2006 un albo illustrato dal titolo Dappertutto (per Almayer Edizioni) e nel 2007 un progetto sui Tarocchi, 22 Arcani Maggiori (Tarocchi di Connessione, per Hermatena Edizioni/Museo dei Tarocchi); le sue illustrazioni sono apparse su Dpi Magazine di Taiwan e nella pubblicazione Design Stars Boulevard. Diramazioni ha realizzato tutte le copertine dei libri pubblicati da Edizioni XII, occupandosi anche dei vari progetti grafici e di comunicazione. Sito Web

Queen Anne's Resurrection - Viaggio IV Il Mare e le Isole Fantasma - 1° parte

Queen Anne's Resurrection - Viaggio IV Il Mare e le Isole Fantasma - 1° parte

Illustrazioni realizzate da Diramazioni per le covers dei libri "La Mezzanotte del Secolo" di Samuel Marolla e "Il Grande Notturno" di Ian Delacroix (Edizioni XII)
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Immagine realizzata da Diramazioni per la cover del romanzo "Malapunta" di Morgan Perdinka (Edizioni XII)
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Queen Anne's Resurrection - Viaggio IV Il Mare e le Isole Fantasma - 1° parte

Il pezzo gettato giùdi Benjamin Kane Ethridge(traduzione di Alessandro Manzetti)
La storia inizia lentamente, quando metti i piedi sulla spiaggia. Tutti quelli che sono arrivati qui prima di te hanno ascoltato il racconto - no, sono diventati il racconto - allo stesso modo. In un solo istante, non ti è più possibile ricordare le tue origini; il passato, il presente, qualsiasi previsione o speranza per il futuro è spazzata via, come una fitta nebbia su una fredda finestra nera. Riesci a sentirla? Questa sabbia ha una consistenza più dura rispetto a quella a cui sei abituato. Più simile a trucioli metallici. I tuoi piedi stanno sanguinando. Lacrime microscopiche nella carne intorno alle dita, ai talloni, alle caviglie, intorno al collo del piede, runici disegni scarlatti che pungono con la loro bellezza.
Cammini, continuando a farti a pezzi i piedi. E 'esattamente quello avevi sperato di fare. Il dolore è lontano, ma ancora presente, e ti chiedi ad alta voce in quale posto ti trovi, su quest’isola in mezzo a un tumultuoso mare grigio scuro. Nubi di tempesta attraversano il cielo in ogni direzione, alzi lo sguardo sul tessuto che copre tutto tranne lo spazio sopra l'isola. La storia è ora la tua, puoi sedere accanto a un albero di cocco inclinato e lasciarla sviluppare nella tua testa.
I nomi degli Dei che hanno combattuto in questo luogo non possono essere compresi da una mente umana. Tali sillabe non appartengono a un linguaggio formato su una lingua, ma su suoni di massi cadenti e stelle fracassate. Questi Dei hanno combattuto senza ragione, come strani amanti che non sentono il bisogno di giustificare la propria passione. E proprio come accade quando si fa l’amore, uno controlla il risultato finale. Alla fine di una dura e faticosa lotta,  qualcuno diventa leader, l'anima che ha diretto il flusso di eventi alla folle, estenuante conclusione. Il Dio che aveva trovato la vittoria divorò l'altro con una tale frenesia da non  avere tempo di considerare gli effetti del suo gesto. Ogni cellula era diventata una scimitarra di vetro nella sua gola, ogni boccone un pianeta di filo spinato arrotolato, ogni tentativo di ingoiare un disastro di tessuti esofagei tagliati che piovevano giù verso il mare, scivolando come anguille elettriche
Il Dio mangiò l'altro troppo in fretta, ma un pezzo non riuscì a divorarlo. Il Dio osservò quel pezzo cadere nell'oceano mentre la propria vita finiva. Nel corso degli anni questo pezzo ha riposato dormiente, immobile. La sabbia lo ha riparato dall’esile mano dei venti. La vegetazione è cresciuta nelle sue aree più umide, ma il pezzo del Dio gettato giù  galleggia ancora sulla superficie dell'oceano, pronto un giorno per crescere e trasformarsi in qualcosa di più. Un nuovo Dio arriverà per mostrare al mondo la punta del suo pugnale e i sogni acidi di tormenti prima inimmaginabili.
Quelli abbastanza sfortunati (come te) da raggiungere queste rive hanno imparato questa storia dal canto sussurrato di labbra spettrali. Allora comprendi. Vaghi per l’isola, immaginandoti in orribili pezzi,  fino crollare definitivamente. Parte della sabbia dell’isola soffia via e tu riesci a scorgere sotto una coriacea superficie rossa. La tua linfa vitale si esaurisce, scivolando giù in un buco nella pelle di uno strano demone
Stai morendo. Ma prima che arrivi la fine hai ancora un ultimo momento. Non è un regalo, è pura casualità se non hai ancora oltrepassato la soglia della morte
L’isola freme una volta, poi con più forza, e poi di nuovo, crescendo. Una pioggia di sabbia ai lati dell’oceano rivela la complessità del muscolo sottostante. L’accumulo di un potere così terrificante e irreale conficca nella tua gola una sanguinosa risata. Chiudi gli occhi per ascoltare il suo ritmo cosmico. Possiede un ritmo forte ora, ti rendi conto che presto, molto presto, la vita lo seguirà.
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Queen Anne's Resurrection - Viaggio IV Il Mare e le Isole Fantasma - 1° parte

Profilo dell'Autore
Benjamin Kane Ethridge ha vinto l'ultima edizione del Bram Stoker Award con il romanzo Black & Orange. Ha scritto diversi racconti, pubblicati su magazines e antologie, tra i quali: From the Bowels (Ante Mortem), Surgeon Delta (Fear Zone), Gorgon (Doorways), Chortle (Dark Recesses), Copse of Elms (Nth Degree). Ha anche scritto una tesi di laurea dal titolo Causes of Unease: The Rhetoric of Horror Fiction and Film. Benjamin vive a Southern in California con sua moglie e sua figlia. Quando non scrive legge, suona la chitarra, e difende dall'inquinamento i corsi d'acqua della California. Sito Web

Queen Anne's Resurrection - Viaggio IV Il Mare e le Isole Fantasma - 1° parte

Jolly Roger - Il Simbolismo dei Pirati2° Partedi Daniele Bonfanti
Il simbolo del teschio e delle ossa
Chi fu il genio del design che mise a punto questo simbolo semplice e straordinariamente efficace nel veicolare il suo messaggio? Forse non lo sapremo mai, ma possiamo cercare di ricostruirne un po’ le origini e la storia.Non furono molti i pirati che utilizzarono il simbolo “classico”, la maggior parte ne sceglieva varianti, spesso comprendenti elementi quali lo scheletro, il diavolo e la clessidra.
Prima, i pirati utilizzavano semplici bandiere nere, i primi resoconti relativi alle quali risalgono al 1697. Il primo teschio con le ossa appare prima, ma su sfondo rosso retaggio del Red Jack, qualche anno prima. È datata 6/12/1687 la pagina di diario di bordo di una nave pirata conservata alla Biblioteca Nazionale di Francia che recita: “E abbassammo la nostra bandiera bianca, issando una bandiera rossa con un teschio e due ossa incrociate (in bianco e al centro della bandiera), quindi ci mettemmo in marcia”.
Il primo Jolly Roger vero e proprio appare in un resoconto del Capitano John Cranby della nave militare HMS Poole (HMS sta per “His Majesty’s Ship”), datato 1700 e attribuita al Capitano pirata francese Emanuel Wynn. Questa bandiera, forse il Jolly Roger “originale”, presentava il classico simbolo e in più una interessantissima clessidra in basso.
A cosa serve un Jolly Roger?La bandiera serviva, e molto bene, allo scopo principe dei pirati: spaventare a morte le vittime dei loro attacchi. Spingerle così alla resa senza uno scontro, massimizzando i profitti e riducendo al minimo le perdite. I pirati non erano dei selvaggi assetati di sangue: se potevano cavarsela con un lauto bottino e zero ferite, questo era il colpo perfetto.
Il Jolly Roger faceva così paura perché il messaggio che giungeva alle prede era che gli attaccanti erano uomini al di fuori delle leggi – delle bandiere – di ogni Stato, e che si ritenevano soggetti solo alle leggi naturali di vita e morte. Erano quindi in grado di compiere qualunque misfatto, diceva la bandiera. E non avrebbero dovuto sottostare alle leggi internazionali secondo le quali se un equipaggio combatteva, ma si arrendeva, non era possibile giustiziarlo.
E dichiarava senza alcuna possibilità di scampo che la nave era condotta da un feroce Capitano pirata. Non poteva trattarsi di qualche manigoldo comune che si fingeva pirata o di corsari, perché nessuno che non fosse un vero pirata avrebbe mai osato sventolare un Jolly Roger: il solo possederlo a bordo, infatti, era sufficiente a una condanna all’impiccagione per l’intero equipaggio.
Chi sventolava un Jolly Roger, questo le vittime lo sapevano, non solo era un pirata, ma era orgoglioso di esserlo e non aveva paura della morte. Quelli erano i suoi colori, i colori della morte.
Come tutti gli altri vascelli dell’epoca, le navi pirata disponevano di una vasta gamma di bandiere di vari colori. Com’è ovvio, di norma non andavano per mare con il Jolly Roger in bella vista (essere coraggiosi va bene, ma essere sciocchi è un’altra cosa!). Utilizzavano bandiere fasulle appartenenti a qualche Stato, oppure senza colori. Quando la preda era a portata di cannone, allora veniva issato il Jolly Roger, simultaneamente a un colpo d’avvertimento.
Era il momento del dunque: la nave bersaglio sapeva di non poter fuggire. Poteva scegliere se combattere o se arrendersi. E il Jolly Roger gettava la sua minacciosa incombenza, combattendo una battaglia psicologica che avrebbe potuto evitare quella delle spade e delle pistole, o comunque concedere un vantaggio morale ai pirati.
E in genere funzionava: è il 1720 quando Bartholomew Roberts entra nel porto di Trepassey con issati al vento i suoi Jolly Roger; e le ciurme di tutti i 22 vascelli ormeggiati li abbandonano, fuggendo disperati a terra.
Ma capitava che una nave nemica decidesse di resistere. Allora poteva accadere che un’altra bandiera sostituisse il Jolly Roger: una bandiera con lo stesso simbolo (a seconda del Capitano, quindi), ma su fondo rosso. Richard Hawkins, che navigò come prigioniero dei pirati, riporta che “quando combattono sotto il Jolly Roger, danno quartiere, cosa che non fanno quando combattono sotto la bandiera rosso sangue”.
La clessidra, il teschio, il diavolo
Il Jolly Roger veicolava un messaggio, una minaccia di morte destinata alle navi preda. E la clessidra, uno dei simboli più potenti e originariamente presente nella bandiera, significava sia “il vostro tempo sta finendo”, sia “avete poco tempo per arrendervi”. Metteva dunque alle strette, e insieme incuteva il timore reverenziale che si prova di fronte al simbolo del Tempo che scorre ineluttabile, senza la possibilità di una ciclicità suggerita per esempio da un orologio. Ma la clessidra, e tutto il resto dell’iconografia piratesca, hanno in verità anche un significato meno “operativo” e più profondo, nel delineare l’essenza stessa dell’essere pirata.
Quando ti imbarchi su una nave pirata, accetti una condanna a morte. Sai che il tuo tempo è poco, il tempo di una clessidra, e che navigherai con la compagnia costante della Morte al tuo fianco. “Nel servizio onesto si mangia male, si è mal pagati, si lavora duro; in questo, ricchezza e abbondanza, piacere e divertimento, libertà e potere. E chi non farebbe pendere il piatto della bilancia da questa parte, quando tutto il rischio che si corre, nel peggiore dei casi, è uno o due sguardi di traverso quando si è impiccati? No, vita breve ma allegra sarà il mio motto”; parole di Roberts. E la prima bandiera da lui usata è significativa: lui e la Morte, l’uno a fianco dell’altro, condividono in una mano la stretta sulla clessidra. Pare quasi che stiano brindando dallo stesso bicchiere – la clessidra.
I pirati brindavano alla Morte, di fronte a essa cantavano, ridevano e ballavano.
E poi c’era il diavolo: altra figura di cui ridevano, e in cui si riconoscevano. Simbolo ancestrale della vita istintuale e libera, del rigetto delle regole imposte, e del rinnegato – il diavolo è in effetti l’Archetipo del rinnegato. E i pirati erano, per larga parte, rinnegati dei propri popoli, o schiavi liberati, o comunque persone che avevano voluto autoescludersi dalla vita civile.
Erano diavoli dei mari, lo sapevano, lo accettavano e non temevano l’Inferno perché avevano scelto una vita terrena piena. Il diavolo, come la Morte – e spesso le due figure-archetipo confluivano in un diavolo scheletrico – era anche lui loro compagno di bordo, per il tempo concesso dalla clessidra.
Queen Anne's Resurrection - Viaggio IV Il Mare e le Isole Fantasma - 1° parte

Profilo dell'AutoreDaniele Bonfanti è autore del romanzo Melodia (Edizioni XII) e di racconti tra weird, avventura, orrore e fantascienza; è curatore di varie raccolte di racconti, tra cui Archetipi, Carnevale e Discronia, tra cui l'ultima: Arkana - Racconti da Incubo (Il Posto Nero Free Ebooks)  insieme a Alessandro Manzetti. Studioso di semiotica intepretativa, attualmente lavora come editor-in-chief per Edizioni XII, casa editrice per la quale dirige la collana Camera Oscura, e come editor e consulente letterario freelance. Caporedattore del portale LaTelaNera.com, per oltre due anni ha curato rubriche fisse legate ai misteri antichi sulla rivista Hera, per la quale ha anche scritto tre saggi; collabora come articolista o responsabile di rubriche e laboratori con diversi portali e riviste digitali. E' Membership Co-ordinator Italy e Associate Member della Horror Writers Association, e insieme a Alessandro Manzetti si occupa dell'organizzazione della HWA Italy, la filiale Italiana della Horror Writers Association.  Sito Web
Queen Anne's Resurrection - Viaggio IV Il Mare e le Isole Fantasma - 1° parte

L'appuntamento con la Queen Anne's Resurrection è lunedì 17 ottobre  per la 2° parte del Viaggio IV, Il Mare e le Isole Fantasma, con racconti inediti e tematici di Daniel Keohane, Alda Teodorani, Lorenza Ghinelli, Nicola Lombardi, e il nuovo numero di Ocracoke Cemetery di Daniele Bonfanti.
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