Introduzione
di Alessandro Manzetti
Siamo arrivati al Viaggio III della Queen Anne's Resurrection, il progetto tematico del Posto Nero dedicato a scoprire i tesori dell'Horror: racconti, poesie, illustrazioni, lettere, allucinazioni, tutto materiale raro inedito e dedicato dei protagonisti della cultura e letteratura horror nazionale e internazionale. Prima di presentare il carico di oggi, del Viaggio III, per chi non lo avesse già fatto è consigliabile salire a bordo della Queen Anne's Resurrection per conoscere questa oscura nave, la sua storia, informarsi sul codice dei pirati e consultare la galleria di video di mostri, creature e leggende del mare.
Ma adesso è il caso di raccontarvi il prezioso carico del Viaggio III della Queen Anne's Resurrection, così ricco da costringermi a pubblicare i contenuti in due puntate. Come avere letto nel titolo, il tema del Viaggio III è Sirene e Vampiri a Bordo. In questa prima parte avremo l'occasione di scoprire Sottocoperta, il racconto inedito e dedicato scritto da Jeff Strand, che evocherà il pirata Barbanera in persona e strane creature nascoste nella pancia della Queen Anne's Revenge, dalla quale questa nave è nata, anzi resuscitata. Credo sia inutile spendere troppe parole per presentarvi un autore del calibro di Jeff Strand, per approfondimenti preferisco rimandarvi alla mia intervista con l'autore del giugno scorso, disponibile qui sul Posto Nero.
Ma non finisce certo qui, il Viaggio III è davvero pieno di sorprese e di sangue. Ce lo dimostra Claudio Vergnani con il suo racconto inedito Una sola parola, di grande atmosfera e perfettamente ambientato su questa oscura nave che sfida il tempo e le logiche. Ricordando il tema di questo Viaggio, Sirene e Vampiri a Bordo, penso sia facile capire cosa troveremo nel racconto di Claudio Vergnani, che di vampiri e di sangue se ne intende, lo sa bene chi ha letto i suoi romanzi Il 18° Vampiro e il 36° Giusto. Ma l'autore in questa occasione ha voluto stupirci con una interpretazione davvero ispirata e originale.
Come nella migliore tradizione della Queen Anne's Resurrection, non mancherà la poesia in questo Viaggio, grazie a Bruce Boston, fresco vincitore (per l'ennesima volta) del Bram Stoker Award per la sezione Poesia, che ci ha consentito di presentare un lavoro tratto dal suo ultimo libro, Surrealities, appena uscito sul mercato USA. La poesia che presentiamo, tradotta per l'occasione in italiano, è the Music of Falling Ships. Restando alle tradizioni, e ai vecchi amici del Posto Nero, Daniele Serra ha voluto partecipare a questo sanguinoso viaggio con una illustrazione inedita e tematica: basta vederla per capire che quest'opera non può chiamarsi altro che Queen Anne's Resurrection. Daniele Serra ha realizzato una illustrazione che magicamente riassume tutte le emozioni che questa settimana vivremo su questo ponte infestato. L'arte di Daniele è ormai riconosciuta in tutto il mondo, e posso personalmente assicurarvi che per la sua grande e genuina passione, che anima il talento, merita tutti i riconoscimenti che sta ottenendo. Anche in questo caso non perdetevi la recente intervista con Daniele Serra sul Posto Nero.
La prima puntata del Viaggio III si conclude con il nuovo numero di Ocracoke Cemetery, l'appuntamento con Daniele Bonfanti che dalla umida dimensione di un marcio cimitero di vecchie navi ci racconta storie e leggende della pirateria; in questa puntata leggeremo la terza parte delle Cronache dei Pirati, con La Golden Age Caraibica. L'amico Daniele, apprezzato scrittore, giornalista e editor come sapete fa parte insieme a me dell'oscuro equipaggio fisso della Queen Anne's Resurrection, si occupa di questa rubrica e dei cannoni, impegni estremamente delicati.
Non devo dirvi altro per il momento, mi auguro che possiate sopravvivere a questa prima parte del Viaggio III, se non altro per leggere anche la seconda parte, in programma venerdì 9 settembre. Ci saranno altri grandi protagonisti che hanno sfidato il mare e il tema Sirene e Vampiri a Bordo: John Everson, Cristiana Astori, Samuel Marolla. Dai nomi potete essere certi che il sangue continuerà a inondare le assi di questa vecchia nave, a nutrirle.
Vi lascio dunque ai contenuti, con una piccola avvertenza che mi libera da qualsiasi responsabilità nei vostri confronti: se avete ferite aperte, evitate di salire a bordo: l'odore del sangue fresco è la migliore occasione per finire tra i denti di squali, vampiri, o altre strane creature...
Iniziamo questo viaggio con il racconto inedito Sottocoperta, scritto da Jeff Strand per la Queen Anne's Resurrection. Si tratta di una occasione davvero speciale, è la prima volta che questo autore, molto noto e stimato a livello internazionale, viene tradotto e pubblicato in Italia. La traduzione è del sottoscritto
Sottocoperta
di Jeff Strand
Barbanera era accigliato. Tre uomini erano morti durante l'ultima tempesta, durante la mattina cinque marinai erano spariti dai loro posti. James e Robert era stati travolti dalle onde, i due uomini aggrappandosi disperatamente l'uno all'altro e urlando nell’acqua fredda erano scomparsi nel buio. Richard era morto , una cassa di legno precipitata sul ponte gli aveva sfondato la testa. Le loro morti erano state un vero peccato, ma la pirateria è un business pericoloso. Conoscevano i rischi. In quel modo hanno lasciato per tutti gli altri una parte più grande del tesoro. Eppure, dove erano gli altri due uomini? Se si trovavano sottocoperta, addormentati e ubriachi, Barbanera li avrebbe dati da mangiare agli squali. Prima gli avrebbero squarciate le braccia per fare uscire il sangue, poi li avrebbero gettati in mare; tutti pronti a scommettere su chi sarebbe stato divorato per primo.
Barbanera non si occupava personalmente di un compito così umile come quello di cercare i membri del suo equipaggio, ma la tempesta lo aveva messo di cattivo umore e non vedeva l'ora di trovarli impegnati in qualcosa di sbagliato, in modo da poter scatenare tutto il suo temperamento di fuoco. Allora sollevò il boccaporto e scese sottocoperta. Immediatamente gli arrivò alle orecchie quello che sembrava essere il piagnucolare di un cucciolo. Erano passati diversi giorni da quando avevano lasciato la terra per l'ultima volta, sembrava improbabile che un pirata avesse potuto nascondere a bordo un cane rognoso per così tanto tempo, senza che Barbanera lo scoprisse.
Non era così. Nonostante i gemiti, non si trattava di un cucciolo. Uno degli uomini giaceva sulla schiena vicino alle cuccette. Barbanera pensò si trattasse di Tom, per i suoi lunghi capelli, anche se del pirata non era rimasto abbastanza per esserne certi. La maggior parte della sua carne era ancora lì, ma era stata accuratamente masticata e c'erano decine di pezzi del suo corpo sul pavimento, come se fossero stati sputati fuori. C'erano anche striature rosse sul pavimento, ma non sembrava essere vero sangue. Resti di un barile in frantumi erano accanto al marinaio.Il lamento non proveniva da Tom. Un altro pirata era appoggiato sul castello inferiore della cuccetta, gran parte del suo volto era nascosto, una creatura gli leccava il collo. Anche se la dimensione e la forma erano quelle di un uomo, la sua carne era trasparente ed era completamente glabro; quando la creatura si voltò a guardarlo Barbanera vide che possedeva delle zanne enormi. Una bestia che beve sangue? Sulla Queen Anne? E’ davvero possibile che qualcosa sia riuscito a nascondersi sulla nave senza che Barbanera ne sapesse nulla? La creatura sorrise a Barbanera e tornò a leccare il sangue del pirata. Nello stesso tempo raggiunse un buco che aveva fatto in un barile e tirò fuori una manciata di rum, che ingoiò insieme al sangue. Rum e sangue. A quanto pare un intruglio delizioso. Barbanera sparò alla creatura, era turbato per la sorte del suo equipaggio ma ancora più spaventato che un rum così buono e prezioso sarebbe stato sprecato da quel miserabile mostro.
Profilo: Jeff Strand (1970 Baltimore, Maryland). Ha scritto diversi racconti, pubblicati nell'antologia Gleefully Macabre Tales (finalista allo Stoker Award 2008 nella sezione Best Collection), e romanzi, tra i quali Pressure (finalista allo Stoker Award 2006 nella sezione Best Novel), Dweller (finalista allo Stoker Award 2010 nella sezione Best Novel), Mandibles, Wolf Hunt, Fangboy. E' in uscita per fine anno la sua novella Faint of Hearth. Sito Web Intervista con Jeff Strand sul Posto Nero
In attesa dell'uscita del nuovo romanzo di Claudio Vergnani, L'Ora più Buia (Gargoyle Books), abbiamo l'occasione di leggere Una sola parola, un racconto inedito e tematico scritto dall'autore per questo Viaggio III della Queen Anne's Resurrection:
Una sola parola
di Claudio Vergnani
Giorni e notti qui cambiano per pochi dettagli. Il giorno è spento, cinereo, nebbioso; una coltre umida e caliginosa – come nuvole precipitate dal cielo – circonda la nave. Ogni tanto, chissà dove, gracida un invisibile uccello marino, poi di nuovo il silenzio, interrotto solo dal cigolare del sartiame e dei vecchi legni. La notte è profonda e nulla la può penetrare (e d’altro canto, dacché sono qui sopra – e ancora non so come ne perché – non ho trovato nulla per scandagliare quelle profondità assolute, nere, immobili). Ne’ luna né stelle. Anche le onde contro lo scafo non hanno un rumore vitale, ma solo uno sciabordio monotono, sempre uguale, fiacco. Palle di cannone rotolano lungo il ponte senza che nessuno appaia per fermarle.
So di altri, come me, che s’aggirano su questa nave immensa, imponente, lugubre, ma per qualche motivo non ci incontriamo mai. A volte, sul ponte o lungo un corridoio, scopro un oggetto che il giorno prima non c’era – un fazzoletto, un berretto, finanche un orologio. Ho trovato anche un biglietto, scritto di getto e poi appallottolato con furia. Credo di riconoscervi solo la prima parola: Non … Il resto è solo carta straccia. Vago per ponti, stanze, stiva, sentina, cambusa (dove mi nutro svogliatamente) castello, cercando di tanto in tanto la pace del riposo. E quando mi appoggio e sto scivolando nel sonno, ecco, solo allora avverto passi lontani, e voci sussurrate, sbattere di porte, il brillare fioco di una luce.
Ma oggi è diverso. Nella nebbia si aprono squarci vaporosi oltre i quali è visibile un mare scuro, immoto, impenetrabile come e più delle notti. Mi sono incantato a guardare. Forse è il segno di uno scampo, d’una via d’uscita che nemmeno osavo immaginare dopo tanto tempo. Ma le ore passano e il mare è sempre uguale, non si distingue un orizzonte. Le ore di luce sgocciolano via e con esse la mia speranza, fino a quando, sulla soglia dell’imbrunire, all’improvviso, di lontano, distinguo un’imbarcazione.
Una scialuppa di fortuna, provata dall’intemperie, arranca tra la spuma grigia. Scompare e riappare tra i cumuli di nebbia. Una piccola vela si agita al soffio di un vento lontano. Un uomo si tiene ritto a prua, stringendo tra le mani una fune tesa. E’ barbuto e a torso nudo; una veste gli sbatte torcendosi sui fianchi. Tornò la speranza. Se un uomo era arrivato fin lì, allora un altro uomo poteva andarsene. Gridai. Un grido senza forza che si perse in quei silenzi infiniti. Agitai le braccia come un forsennato. L’uomo non rispose al saluto, ma governò la barca per portarla nella mia direzione. Quando fu a una ventina di metri legò la vela e tenne fermo il timone. Immobile, si mantenne in equilibrio senza afferrarsi con le mani. Era bruno e nerboruto.
Per un po’ ci guardammo in silenzio. <Voglio andar via di qua>, riuscii soltanto a dire, sporgendomi dalla fiancata, e sentii che mi salivano agli occhi lacrime di commozione. Mi scrutò a lungo dal basso. Poi guardò la nave. Alla fine fece un cenno vago che interpretai come un invito. Afferrai una cima e mi calai sulla scialuppa. Esausto, mi lasciai cadere sul fondo che odorava di cordame e di sale. L’uomo incombeva ora su di me. La nebbia gli nascondeva la testa. Nel buio che s’infittiva credetti di vedere i suoi occhi fissi sui miei. Solo quando iniziammo ad allontanarci mi accorsi di quanto la nave fosse enorme. Per quanto l’uomo manovrasse verso il largo, tra le fenditure della nebbia, la fiancata si ergeva su di noi come una buia e ondeggiante muraglia. Credetti di vedere delle luci oltre gli oblò, e ombre che scivolavano veloci sul ponte, poi mi addormentai, sfinito.
Quando riaprii gli occhi l’oscurità era completa. Mi sentivo infreddolito e senza forze. Provai a mettermi a sedere, ma scivolai sul fondo, il viso in un liquido caldo. Il sentore salino e ramato non era quello dell’acqua di mare. Una luce a petrolio interruppe le tenebre. L’uomo, in piedi, teneva alto il lume. Il volto, i capelli, la barba e il petto era lucidi di sangue. Lo guardai stordito. Solo a fatica mi accorsi che da una lacerazione nella coscia mi zampillava sangue sul fondo della barca. Senza smettere di guardarmi, l’uomo si chinò e immerse il volto nella pozza calda. Lo udii bere come un animale. Si rialzò, grondando sangue dalla bocca e dal viso. Ero senza forze, stremato dall’emorragia e dall’orrore.
L’uomo parlò per la prima volta: <La nave che hai lasciato protegge i suoi occupanti. Il suo è un viaggio lungo e solitario, ma chi vi alloggia e sacro. Fuori, non esistono difese ne pietà>. Nel fioco chiarore del lume vidi ombre scure guizzare appena sotto le acque. <Sei anche tu dell’equipaggio?>, domandai, mentre mi lasciavo andare e sentivo un dolce sfinimento ammorbidirmi le membra. <Sì. Non l’abbiamo mai davvero lasciata. Abbiamo girato in tondo>. Stette in silenzio, leccandosi le labbra e i denti impiastrati di sangue. <Ti avevo fatto avere un biglietto, per ammonirti>. <C’era una sola parola …>, obiettai. <Una sola. Ma chiara>. Si piegò di nuovo su di me e, con le mani, allargò la ferita. Vi inserì la lingua in profondità, mentre con occhi appannati, nella luce del lume, intravidi nuovamente, e per l’ultima volta, la fiancata della Nave.
ProfiloClaudio Vergnani, modenese, ha pubblicato Il 18° Vampiro e Il 36° Giusto con Gargoyle Books – cui farà seguito questo mese, per la medesima casa editrice, L’Ora più buia, a conclusione della trilogia.
Dal 18° Vampiro (Gargoyle Books): ...sbarco il lunario uccidendo vampiri. Non e' un compito difficile, ed e' sempre meglio che lavorare. Io e i miei compagni li distruggiamo durante il giorno, mentre dormono il loro sonno di morte, nascosti nei loro miserabili covi. Non possono reagire. Un paio di colpi di mazzuolo ed e' fatta. Forse non e' il mestiere piu' bello del mondo, ma e' facile e socialmente utile. Non occorre coraggio o particolare determinazione. Non serve essere animati dal sacro fuoco della giustizia. Serve solo un po' di pratica e tanta disperazione. Per certi versi e' come dedicarsi alla disinfestazione di topi o insetti. Fai quello che devi fare, sopportando il disgusto, e poi te ne torni a casa. Sempre che non si finisca per esagerare, per passare la misura. Il problema e' che non sapevo che esistesse un confine. L'ho saputo solo dopo averlo oltrepassato. E a quel punto, tornare indietro non era piu' possibile...'
Questa è l'illustrazione inedita e tematica che Daniele Serra ha realizzato per il Viaggio III della Queen Anne's Resurrection. Daniele Serra ha contribuito con una propria opera anche al Viaggio I, illustrando una poesia di Bruce Boston, per il quale ha realizzato la copertina della raccolta di poesie Dark Matters, vincitrice dell'ultima edizione del Bram Stoker Award di categoria.
ProfiloDaniele Serra classe 1977, illustratore professionista, i suoi lavori sono stati pubblicati in Europa, Australia e Stati Uniti, è stato protagonista di diverse mostre negli Stati Uniti e in Europa. Ha realizzato illustrazioni per opere di autori come Bruce Boston, Brian Stableford, Rain Graves,Tim Waggoner, Graham Masterton, Mary Sangiovanni, Steven Savile, Tim Curran, Greg F. Gifune, Tom Piccirilli, Ronald Malfi, Lee Thompson, J.F. Gonzalez, Allyson Bird. Collabora con DC Comics, Image Comics, Cemetery Dance, Weird Tales Magazine, PS Publishing, Dark Region Press, Delirium Books, Creation Oneiros e altre pubblicazioni. Nel 2009 e 2010 è stato nominato per il British Fantasy Award. Sito Web Leggi l'intervista con Daniele Serra sul Posto Nero
Bruce Boston presenta The Music of the Falling Ships, una delle poesie raccolte nel suo nuovo libro, Surrealities, recentemente uscito. L'autore è stato tradotto per la prima volta in italiano nel Viaggio I della Queen Anne's Resurrection, dove sono pubblicate due poesie fuori edizione, ormai introvabili anche sul mercato USA. Questa è la seconda volta che Bruce Boston viene tradotto e pubblicato in Italia, di nuovo sulla Queen Anne's Resurrection che conserva volentieri questo grande privilegio. La traduzione è anche stavolta del sottoscritto.
ProfiloBruce Boston (Chicago 1943) Le sue poesie sono apparse in centinaia di pubblicazioni, tra cui Amazing Stories, Realms of Fantasy, Strange Horizons, Weird Tales, The Pedestal Magazine, Year's Best Fantasy & Horror, ricevendo numerosi premi, quattro Bram Stoker Award (Pitchblende, 2003, Shades Fantastic, 2006, The Nightmare Collection, 2008, Dark Matters, 2010) e sei nomination, e molti altri prestigiosi riconoscimenti, Pushcart Prize, Asimov's Readers' Award, Best of Soft Science Fiction Award, Grand Master Award of the Science Fiction Poetry Association. Il suo ultimo libro, una raccolta di poesie, è Surrealities, uscito recentemente. L’opera di Boston non si ferma alla poesia, ma si manifesta anche nella narrativa, attraverso la pubblicazione di diverse opere, tra le quali i romanzi Guardener's Tale e Stained Glass Rain. Sito Web Leggi sul Viaggio I altre poesie di Bruce Boston
Si chiude la 1° parte del Viaggio III con il nuovo numero di Ocracoke Cemetery, la rubrica fissa di Daniele Bonfanti che ci racconta storie e leggende della pirateria. Un numero davvero interessante che tratta della Golden Age caraibica, argomento che qui sulla Queen Anne's Resurrection ci sta particolarmente a cuore
Cronache dei Pirati - 3° ParteLa Golden Age caraibicadi Daniele Bonfanti
È il 1523. Il Capitano Jean Fleury cattura due navi spagnole che trasportano immensi tesori aztechi dal Messico all’Europa. Non ci vuole molto perché l’attenzione di tutti i governi e gli avventurieri europei sia calamitata da tali opportunità. “Oro che non deve assolutamente finire nelle casse dei dannati spagnoli, ma nelle nostre!” pensano in coro le teste coronate inglesi e francesi. “Un mucchio di soldi che deve finire nelle nostre tasche, e poco controllo!” pensano invece i pirati di ogni mare. Così pirati e corsari si riversano in massa nelle acque cristalline del Mar dei Caraibi, sulle rotte delle navi che lì avevano un passaggio obbligato per trovare i venti favorevoli per il viaggio transoceanico.
La Golden Age della pirateria, come definita da Rediker nel 2004, si divide in tre “generazioni” di pirati: i Bucanieri tra il 1650 e il 1680; i pirati dell’Oceano Indiano a cavallo del 1700; i grandi pirati del decennio 1716-1726. Questi ultimi pirati, così come ho definito i Vichinghi “archetipo del popolo-pirata”, saranno invece l’archetipo del pirata individuale. Pirati e corsari giunsero dunque attirati dai tesori e dalla “verginità” di mari che offrivano un’infinità di isole e insenature in cui nascondersi. Ci fu però anche chi non arrivò con intenzioni piratesche, ma coloni inglesi, francesi e olandesi che intendevano condurre una vita onesta e pacifica e diventarono poi pirati. Ci si potrebbe quasi chiedere: “Ma com’è che uno che vive in un paradiso come i Caraibi si mette a fare il pirata?” Forse perché, per quanto il luogo fosse ricco e ospitale, la vita di questi coloni era continuamente resa traballante dalle invasioni e contro-invasioni attraverso le quali gli Stati europei si palleggiavano isole come Hispaniola e la vicina isoletta di Tortuga. E ogni volta chi ne faceva le spese erano i civili... Raccolti bruciati, palle di cannone che ti sfondano il tetto, razzie e tutto il resto.Fu naturale che in molti si ribellarono, focalizzando il proprio odio contro gli spagnoli e cominciando a saccheggiare le loro navi. Da parte dei governi e dei Governatori locali inglesi e francesi la cosa era ben vista: potevano contare su attacchi gratuiti nei confronti dei nemici spagnoli. Nacquero i Bucanieri dei Caraibi, di stanza a Tortuga e poi – su invito diretto del Governatore della Giamaica – a Port Royal. Tra i Bucanieri c’erano sia pirati che corsari, e molte vie di mezzo: infatti a volte disponevano di lettere di marca regolari, ma spesso si trattava di benedizioni “ufficiose”. Tra i più famosi Bucanieri ci furono Daniel Montbars – detto “lo Sterminatore” per l’enorme numero di navi spagnole che riuscì a affondare – e Henry Morgan, che fu attento a muoversi sempre nei confini sfumati della legge e fu nominato Baronetto dopo i saccheggi di Panama, Portobello e Maracaibo. A loro, che si riconoscevano nel nome di “Fratelli della Costa” va ascritto il primo Codice dei Pirati: un elenco di regole base, personalizzabili in parte dai vari Capitani, che si fondava su principi democratici e egalitari, per esempio sia il Capitano che il timoniere venivano eletti, e tutti godevano di voto nelle questioni importanti. Prevedeva anche una sorta di corposo indennizzo per gravi ferite riportate “in servizio”, gestito attraverso una cassa comune, regole di comportamento e per le punizioni.Quando, attorno al 1690, i governi europei si resero conto che i Bucanieri erano sempre più difficili da controllare e rischiavano di scatenare scontri coloniali indesiderati, abbandonarono la pratica delle lettere di marca e quella di “chiudere un occhio”. Ma intanto si era aperta un’altra area di grande interesse per gli avventurieri dei mari: l’Oceano Indiano. Thomas Tew fu un pioniere di questi mari, e il suo enorme successo nel saccheggiare le navi della Compagnia delle Indie Orientali attirò molti suoi “colleghi” a intraprendere quelle nuove rotte oltre il Capo di Buona Speranza, che sarebbero diventate note come Pirate Round. L’attività dei pirati si concentrò in particolare in quest’area fino allo scoppio della guerra per la successione in Spagna – che coinvolse tutta l’Europa e attirò Capitani interessati a incarichi legali – in concomitanza con l’abbandono di alcune rotte commerciali e all’incremento degli armamenti delle navi East Indiamen. In questi anni un’altra attività tristemente redditizia era il commercio degli schiavi, importati dall’Africa per supplire al bisogno di manodopera nelle piantagioni e per il servizio presso i signorotti coloniali. I pirati non potevano ignorare questo commercio: ci fu chi divenne negriero a sua volta, ma anche molti che, in nome degli ideali di libertà propri della Fratellanza della Costa, aborrivano la tratta e liberavano gli schiavi trasportati nelle navi catturate. Spessissimo a bordo dei vascelli pirata erano presenti ex-schiavi, e anch’essi erano trattati come membri dell’equipaggio a tutti gli effetti.La terza e ultima fase della Golden Age parte dalla fine della guerra di successione, quando i Capitani pirata si riversarono di nuovo nei Caraibi, e vide una vera e propria esplosione di pirateria “pura”, che non guardava troppo a bandiere e lettere di marca. Nessuna possibilità per i pirati di diventare Baronetti come Morgan, ormai i governi volevano disfarsi una volta per tutte di loro. Capitani celebri come Barbanera, Calico Jack e Bartholomew Roberts furono figure estremamente carismatiche e capaci, che diedero vita a un decennio molto movimentato e a scontri ferocissimi con le marine militari, ormai diventate enormi potenze – in particolare la Royal Navy britannica e la Guardacosta spagnola – combattendo praticamente contro tutti e raccogliendo enormi successi e vite molto brevi.
ProfiloDaniele Bonfanti è autore del romanzo Melodia (Edizioni XII) e di racconti tra weird, avventura, orrore e fantascienza; è curatore di varie raccolte di racconti, tra cui Archetipi, Carnevale e Discronia, tra cui l'ultima: Arkana - Racconti da Incubo (Il Posto Nero Free Ebooks) insieme a Alessandro Manzetti. Studioso di semiotica intepretativa, attualmente lavora come editor-in-chief per Edizioni XII, casa editrice per la quale dirige la collana Camera Oscura, e come editor e consulente letterario freelance. Caporedattore del portale LaTelaNera.com, per oltre due anni ha curato rubriche fisse legate ai misteri antichi sulla rivista Hera, per la quale ha anche scritto tre saggi; collabora come articolista o responsabile di rubriche e laboratori con diversi portali e riviste digitali. E' Associate Member della Horror Writers Association Sito Web
Sulla 2° parte di questo Viaggio III della Queen Anne's Resurrection, il programma venerdì 9 settembre, troverete racconti inediti e dedicati di John Everson, Cristiana Astori e Samuel Marolla, oltre al nuovo numero di Ocracoke Cemetery di Daniele Bonfanti, che comprende la 1° parte di: Jolly Roger, il simbolismo dei Pirati. Non perdetevi quest'altro grande appuntamento del Posto Nero.
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