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E’ stato un weekend molto interessante, quello conclusosi da poco, con una domenica che ha visto riaccendersi i fari sull’esodo dei giovani qualificati dal Paese.
La prima segnalazione che vi faccio è l’articolo del direttore del Sole 24 Ore Roberto Napoletano, che nel suo Memorandum settimanale sul Domenicale cita la lettera di Franco Tollardo, padre di Neri Tollardo (qui trovate la storia di Neri), già ospite del programma “Giovani Talenti” di Radio 24. Napoletano cita anche la trasmissione radiofonica, di questo lo ringrazio.
Lo stesso giorno sono intervenuto nel programma di Rai Radio 1 “Il Viaggiatore”, condotto da Raffaele Roselli. Si è parlato anche di fuga dei migliori giovani italiani all’estero. Nei minuti in cui sono stato in onda ho voluto porre l’accento su un dettaglio forse meno evidente, tra i motivi per cui si fugge dall’Italia. In realtà non si fugge solo per prospettive di carriera, soldi o lavoro. Si fugge anche dalla opprimente mediocrità di una classe dirigente incapace, che ha prodotto i disastri che sono sotto gli occhi di tutti. Perché alla fine, come dico e scrivo da tempo, è un “modello” di classe dirigente quello che va cambiato interamente. Non serve a nulla il ringiovanimento di chi comanda il Paese, se poi questi “giovani” sono più “vecchi” di chi li ha preceduti. La strada che indico suggerisce un tentativo: proviamo a fare una robusta iniezione di giovani talenti espatriati nei posti di comando e nelle “stanze dei bottoni”. Lasciamo che cambino i modelli: in politica, in economia, nell’università e nella ricerca, nell’editoria, e in tutti gli altri settori “strategici” del sistema-Paese. Utopia? Forse…
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